13 Novembre
- il compagno Berlusconi, futuro “imperatore” d’Europa - a cura di Paolo De Gregorio, 13 novembre 2008 “I missili in Polonia provocazione contro Mosca”. Elementare verità che, se esistesse una sinistra, andrebbe ripetuta ogni giorno, ma sorprendentemente è il “compagno” Berlusconi che si smarca dal moribondo Bush e fa una affermazione, che se fosse coerentemente sviluppata significherebbe il primo passo verso la fine dell’egemonia americana in Europa. La cosa avviene in un momento di debolezza politica degli Usa, con un presidente uscente praticamente senza poteri, mentre è diffusa convinzione che gli Usa sono all’origine e responsabili della crisi finanziaria ed economica mondiale, e il cavaliere, con raffinato intuito politico, e probabilmente in sintonia con il pensiero di Obama, approfitta per far emergere la necessità della autonomia europea e la distensione con Mosca, che è nostro essenziale partner economico e fornitore di energia. Anche Sarkozy, pochi giorni fa, affermava: “è finita l’epoca in cui un solo paese, l’America, dettava la direzione al mondo, non esiste più solo il dollaro, paghiamo per un loro errore, ora ci ascoltino”. Incredibilmente queste esternazioni vengono da destra, che sembra aver capito l’elementare verità che una sorta di nazionalismo e di autonomia europea sono essenziali per uscire dalla crisi che gli americani ci hanno rovesciato addosso, e si approfitta di questo interregno nel potere politico americano per porre qualche paletto impensabile fino a ieri. Bisognerebbe approfittare di questo momento e pretendere un coerente seguito a queste dichiarazioni. Dare ragione e appoggio a questo sussulto di dignità europea, e intraprendere da subito un percorso che veda i maggiori paesi fondatori e integrati nell’Euro (Francia, Germania, Spagna, Italia), funzionare subito come motore di quelle necessarie riforme che portino questi paesi ad avere un funzionamento come in una normale democrazia, dove tutto venga deciso a semplice maggioranza, e dove si lasci liberi gli altri paesi di entrare o meno in Europa, ma con le regole stabilite dai fondatori e realizzatori della moneta unica. Sono anni che insisto che l’integrazione europea, l’autonomia da Washington e l’abbandono della Nato, l’apertura verso la Russia e il mondo arabo, la PACE, sono fattori decisivi per il nostro futuro, e che solo gli anglo-americani si sono alacremente impegnati ad impedire questo cammino fino alla incredibile provocazione di mettere i missili in Polonia e di incoraggiare la Georgia ad impossessarsi di territori abitati da russi. Certo sentire la destra filoatlantica dire certe cose, mi procura un po’ di depressione e di nostalgia per una sinistra che non c’è, e quindi non approfitta delle occasioni della Storia. Sono disposto a votare Berlusconi “Imperatore” d’Europa se riesce a far chiudere la Nato, le basi militari americane in Europa e a lasciare fuori dalla UE l’Inghilterra (d’altronde è stato socialista craxiano, ha sdoganato la destra,, oggi che il capitalismo è in crisi non gli resta che il “sendero luminoso” del marxismo-leninismo). Paolo De Gregorio
12 Dicembre 2008 18:18
Il"sentiero luminoso del marxismo-leninismo" ha ben poco di luminoso, a giudicare dall'interpretazione che ne ha dato Stalin. Il popolo russo ha vissuto per 20 anni in condizioni di terrore e per altri 30 al minimo della sopravvivenza per cui di quel sentiero ne facciamo volentieri a meno. Cerchiamo invece di migliorare la nostra democrazia tenendo libera l'informazione, la giustizia, la scuola e abolendo gli sperperi della politica.
Pierluigi Poggi