28 Ottobre
- Tel Aviv: il palazzo della PACE - a cura di Paolo De Gregorio, 28 ottobre 2008 L’architetto “progressista” Fuskas, la cui categoria detesto con tutte le forze, spunta come il prezzemolo in TV, e oggi l’ho visto inaugurare una sua creatura, il palazzo della Pace di Tel Aviv. Degli architetti che ho conosciuto ricordo l’enorme narcisismo e la sopravvalutazione dell’estetica a scapito della funzionalità, fino all’uso di materiali costosi e termodispersivi che rendono costosissime la gestione delle loro opere. Per secoli le classi dominanti hanno, in maniera esclusiva, goduto del rapporto con le cose belle, la pittura, la musica, le case principesche, ma la storia ci dice che questa raffinata capacità di godere dell’arte e della bellezza non corrispondeva poi a sentimenti umani migliori visto lo sfruttamento esercitato sui sudditi e la crudeltà nel reprimere sempre ogni rivolta. Nello specifico dell’opera realizzata a Tel Aviv, qualunque coscienza di elementare democrazia si sarebbe sottratta al ruolo di dare ad Israele una volontà di PACE, difficile da attribuire a persone che hanno cacciato dalla propria patria tre milioni di palestinesi, con cui si esercitano al tiro al bersaglio quando e come vogliono, data la enorme superiorità di mezzi militari forniti dai loro complici americani. Nel tempo libero, questi pacifisti israeliani, fanno prove di bombardamento dei siti nucleari iraniani, che sono i cattivi che vogliono la bomba, mentre i buoni israeliani già ne hanno centinaia con cui minacciano pesantemente i propri vicini. Purtroppo l’unica Pace possibile è proprio quello del terrore, ossia che si stabilisca un equilibrio militare per cui nessuno muoverebbe guerre alla leggera, visto che il prezzo da pagare sarebbe molto grande. Già la resistenza Hezbollah in Libano, per la prima volta con qualche arma che non fossero le pietre, ha dato l’idea che per Israele non ci saranno più passeggiate di salute come nel passato. Per arrivare alla PACE non servono costosi palazzi celebrativi, serve solo rimuovere le cause dei conflitti. Riconoscere per prima cosa il diritto dei palestinesi di avere uno Stato, che è l’unica condizione perché anche Israele possa vantare lo stesso diritto, che oggi invece è solo una prepotenza. Questi architetti, che si pavoneggiano con le loro inutili opere, parlano di PACE, ma in fondo gli sta bene il mondo come è oggi, a misura dei più ricchi e più armati. Paolo De Gregorio