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23 Settembre 2008 18:39

Diritti in piazza

925 visualizzazioni - 0 commenti

di NADiRinforma

L'Assoc. MedicoN.A.Di.R. e l'Assoc. Cult. NADiRinforma si uniscono alla manifestazione DIRITTI IN PIAZZA "Per cambiare le scelte sbagliate del governo" al fine di evidenziare il disagio nel quale versa il Paese. A Bologna la manifestazione avrà luogo sabato 27 settembre 2008 in Piazza della Vittoria alle ore 10:00 MedicoN.A.Di.R. e NADiRinforma si uniscono in quanto l'obiettivo che si propongono gli organizzatori è orientato a sensibilizzare la gente circa ciò che definisce “le scelte sbagliate del Governo”, scelte sbagliate in quanto: riducono il potere d'acquisto di ogni cittadino, aggravando la posizione delle fasce più fragili della popolazione, si pensi alle modeste pensioni che non permettono agli usufruitori di condurre una vita dignitosa in una fase tanto delicata, quanto importante dell'esistenza dell'individuo la tanto proclamata “lotta all'evasione fiscale” a tutt'oggi pare più uno slogan elettorale che non una realtà e questo non favorisce la ripresa di un Paese in netta fase di declino economico e sociale, più che di lotta all'evasione fiscale, si dovrebbe parlare di “educazione civica” orientata a ridare un significato alla parola Stato il disagio sociale sta aumentando vertiginosamente in virtù e della scarsa possibilità per le famiglie di muovervi agevolmente in ambito economico e della crescente spinta orientata ad incrementare la paura del singolo nel e verso il gruppo, quando, invece, solamente la coesione sociale potrebbe aiutare se non il superamento, almeno una riduzione di quel disagio che invade ogni angolo della quotidianità i lavoratori vedono ogni giorno ridurre il loro potere di scambio, in quanto tale figura è stata relegata nella condizione precaria assoggettata al ricatto costante ed incombente e conseguentemente preda della paura della disoccupazione. La dignità di chi produce pare svanire trasformando la vera forza motrice del Paese in una sorta di “ceto” inferiore da cui sembra non vi sia via d'uscita (cassa integrazione, disoccupazione, ricatto). Gli stessi orari di lavoro, i contratti, i diritti, la sicurezza ... dove sono stati relegati ? Anni di sacrifici e di lotte sindacali sepolte da un sistema sociale sempre più coartativo e svilente il cittadino creando una sorta di favoritismo assolutamente illusorio, in quanto gli imprenditori, come ci insegna la storia, possono ritrovare la loro forza solamente nei lavoratori che con dignità ed impegno, sino anche alla dedizione, se gratificati, spingono la macchina della produzione. É concetto consolidato che il lavoratore insoddisfatto e demotivato rende molto meno in ambito lavorativo, non l'abbiamo forse sperimentato negli anni oscuri precedenti i grandi cambiamenti nel mondo del lavoro ? Ciò che meraviglia è che chi dirige da anni questo Paese pare nascere dal nulla, pare non avere memoria storica, pare vivere nel “paese delle meraviglia di Alice” ... sorge la domanda: “ma il decadimento sociale, del quale siamo preda, pone forse lì le sue radici ?” ciò che pareva conquistato dai cittadini italiani negli ultimi 50 anni, riducendo fortemente la sperequazione sociale, oggi sta decadendo conseguentemente alla nascita di sacche sempre più ampie di povertà. Una nuova povertà che, difficilmente tollerata da chi aveva in questi anni migliorata la qualità di vita per se e per la sua famiglia, si ritrova a combattere per “tirare avanti” nascondendo, in virtù della dignità e dell'orgoglio del lavoratore, tale disagio sino a “scoppiare” in situazioni paradossali e di difficile approccio sociale in termini di recupero I servizi di grande utilità sociale per la crescita del nostro Paese, quali la scuola, paiono essere relegati in secondo ordine, come se l'istruzione di buona qualità non fosse più il cardine per eccellenza dell'evoluzione di una Comunità. Purtroppo il taglio di più di 8 miliardi di euro alla scuola pubblica, la possibilità di dovere affrontare 150.000 posti di lavoro decurtati stravolgono il concetto stesso di pubblica istruzione in un Paese che certamente non brilla come qualità in ambito europeo, del quale, non si dimentichi, fa parte. Pare emergere la tendenza verso la scelta della privatizzazione delle scuole ricalcando antichi modelli di istruzione primaria che, la storia insegna, tagliavano fuori dal circuito intellettuale larghe fasce di popolazione. Nelle scuole primarie la manifesta volontà del Ministero di ritornare alla figura del maestro unico ci riporta al secolo scorso e ... se i ricordi non tradiscono ... già De Amicis nel suo “Cuore” evidenziava con perizia l'iniquità del sistema scolastico lo stesso vale per il Servizio Sanitario Nazionale, la domanda è: “la salute è un diritto oppure si è trasformata in lusso ?” l'OMS parla chiaro: “la salvaguardia della salute è un DIRITTO per tutti gli esseri umani”. Come pensare, anche solo per un momento, di trasformare in azienda un servizio sociale intoccabile, quale è la Sanità ?! Addirittura in Italia, contrariamente alle norme dettate dalla UE, si è sempre teso a fare poca promozione alla salute, scambiando la salute per mancanza di malattia, anziché “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità” (OMS, 1948). Secondo la Carta di Ottawa per la Promozione della salute, la salute è una risorsa per la vita quotidiana, non l’obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. La salute si raggiunge allorché gli individui sviluppano e mobilitano al meglio le proprie risorse, in modo da soddisfare prerogative sia personali (fisiche e mentali), sia esterne (sociali e materiali). Salute e malattia non sono pertanto condizioni che si escludono a vicenda, bensì punti terminali di una comune continuità. La regione europea dell'OMS ha varato il programma "Salute 21 – i principi della salute per la regione europea dell'OMS – 21 obiettivi per il 21 secolo". I 21 obiettivi costituiscono i fondamenti per la definizione della politica sanitaria in Europa. Essi fungono inoltre da unità di misura per valutare i progressi in termini di miglioramenti nella salute, protezione della salute e riduzione dei rischi per la salute. Inoltre, non si dimentichi: "L'educazione alla salute comprende le opportunità di apprendimento costruite consapevolmente che coinvolgono alcune forme di comunicazione, ideate per conoscere meglio la salute, per migliorare le cognizioni, e per sviluppare quelle capacità di vita che contribuiscono alla salute del singolo e della comunità." (OMS, 1998). Oggi ci ritroviamo ... e siamo nel 3° Millennio, e facciamo parte dell'Unione Europea ... a combattere a suon di “bigliettoni” a ricavarci un posto letto oppure ad affrontare un trattamento diagnostico sinanche terapeutico, ci si domanda se questo è progresso oppure involuzione: le speculazioni, chiunque le faccia, circa la salute dell'individuo sono da considerarsi reato! Che dire poi del disagio sociale supportato dal franco atteggiamento xenofobo di gran parte di Coloro che, democraticamente eletti dai cittadini, dovrebbero secondo scienza e coscienza rappresentarli aderendo ai sacrosanti principi dettati dalla Costituzione (di cui si festeggiano i 60 anni) ? Noi, Italiani brava gente, popolo di migranti ... sappiamo quanto e come il lavoro svolto dalle generazioni che, sacrificandosi, hanno lasciato le famiglie per avventurarsi in Paesi che parevano offrire maggiori possibilità destinate a migliorare la qualità di vita ... sappiamo quanto abbiamo contribuito a rinforzare le economie di quei Paesi ... ed ora ? Ora che tanti individui dotati della stessa dignità, dello stesso desiderio che un tempo spinse noi verso l'ignoto ... ora che potremmo accogliere ... che facciamo ? Respingiamo, quando va bene ... tolleriamo, cadendo nell'equivoco che ... non sappiamo bene a chi faccia comodo, ma che ci spinge a vivere gli immigrati quali responsabili della decrescita economica in corso, dell'incipiente criminalità. Abbiamo dimenticato il valore del lavoro svolto dai nostri parenti in America, in Germania, in Svizzera ... economie che ai tempi furono capaci di accogliere ed usare chi si proponeva in termini costruttivi. Gli immigrati potrebbero rappresentare la nuova spinta propulsiva economica e sociale dell'Italia! Forse è davvero giunto il momento di fermarci tutti quanti a pensare almeno a cosa vogliamo e per noi e per il futuro dei nostri figli Forse dovremmo davvero scendere in piazza per confrontarci Forse dovremmo fare domande esplicite a chi ci dovrebbe rappresentare Forse le stesse domande dovremmo rivolgerle anche a noi stessi! Luisa Barbieri Presidente Assoc. MedicaN.A.Di.R.

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