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29 Gennaio 2008 23:33

Dalla Boscaglia di Spoleto ai confetti di Sulmona, altro che Ceppaloni

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di Doriana Goracci

Premetto che la storia che mi accingo a raccontare, spero davvero abbia una fine e giusta e "lieta" ma per ora è drammatica e lunga. Ho sentito necessario divulgarla, in tempi in cui si buttano fiumi d'inchiostro sugli arresti o meno domiciliari, di una consorte di un ministro della giustizia. Quindi chi vuole si metta comodo se intende leggerla fino in fondo e poi magari la inoltri, la faccia conoscere se crede, altrimenti desista e non si goda il desolante spettacolo giudiziario che mi accingo a scrivere. Era il 23 ottobre e Spoleto, non poteva crederci, si svegliò con il rombo di quattro elicotteri e cento carabinieri dei reparti d'assalto dei Ros impegnati dall'alto e dal basso con un blitz dal suggestivo nome Brushwood-boscaglia in italiano. Eh già, non si trattava di cinque boy scout, ma di cinque ragazzi molto giovani e incensurati che sembra si trovavano nei boschi, accomunati da un'appartenenza comune alla Cop-Fai, che non è quella dove si va a comprare ma testualmente "Contro ogni ordine politico – Federazione Anarchica Informale"ad essere svegliati all'alba per una perquisizione nelle loro abitazioni dove fu sequestrato materiale informatico e cartaceo. Ora i dirigenti dell'inchiesta erano, diciamo meglio,erano sicuri che avrebbero costituito una cellula, avrebbero programmato una salto di qualità pericoloso, sarebbero passati ...e insomma si tirarono fuori tutti i condizionali. Ma il presente era ed è terribile, e impressionante per tutte le famiglie e la città. Uno degli arrestati Dario Polinori, vedendo dallo spioncino uomini col passamotagna, chiamò il 112. I Ros sequestrarono computer e documenti e non trovarono alcuna traccia di armi. "Hanno portato via anche documenti che ho scritto trenta anni fa - disse Aurelio Fabiani - che in nessun modo possono essere collegati a mio figlio". I nomi degli arrestati sono Damiano Corrias, Andrea Di Nucci, Michele Fabiani, Fabrizio Roscini Reali e Dario Polinori. Tutti ventenni, ad eccezione di Fabrizio Reali, di 42 anni, figlio dell’ex comandante della polizia municipale di Spoleto. Nella conferenza stampa indetta dal consigliere comunale Aurelio Fabiani, il padre di Michele, ed alla quale presero parte anche i genitori di due degli altri ragazzi coinvolti nell’inchiesta che avrebbe sgominato una cellula anarco insurrezionalista denominata Coop Fai e già attiva in Italia dal 2003vennero rese pubblicehe le accuse contestate, a vario titolo, ai cinque giovani: erano dall’incendio all’impianto elettrico di un cantiere edile della società Zaffini a quello all’impianto elettrico dell’edificio di Via della Posterna (ribattezzato Mostro delle Mura e finito nei giorni scorsi nel mirino delle Iene), al danneggiamento di alcune macchine operatrici utilizzate al Giro della Rocca dalla ditta appaltatrice dei lavori di mobilità alternativa. Ma le accuse riguarderebbero anche alcune minacce rivolte, con scritte sui muri, al sindaco Massimo Brunini e a due carabinieri della compagnia di Spoleto. Il reato più grave è però quello che sarebbe contestato a Fabiani, Reali e Di Nucci ritenuti dai magistrati gli autori della lettera anonima inviata alla governatrice Lorenzetti ed all’interno della quale era stato messo un proiettile. I cinque non avrebbero mai agito tutti insieme, ma in gruppi di due o tre per volta. I cinque a Perugia furono a disposizione degli inquirenti che li interrogarono. E i ragazzi, ammisero di aver fatto scritte sui muri. Michele riuscì a scrivere una specie di lettera documento-comunicato che riporto integralmente. "Sono Michele Fabiani, "detto Mec", come direbbero i giudici, eh eh. Vorrei che questo scritto girasse il piu’ possibile, non so ancora se potrò fotocopiarlo o se dovrò ricopiarlo a mano per cercare di mandarlo il più possibile in giro. Dalla seconda media mi chiamano Mec perchè per spirito di contraddizione tifavo la Maclaren.... e così ho appena scoperto che di sfortune ne ho avute di 2 in 2 giorni: la macchina di Agnelli e Montezemolo vince i mondiali e io finisco in galera. Martedi 23 ottobre 5 brutti uomini dell’arma dei carabinieri (2 erano cosi’ brutti che si sono messi il passamontagna) irrompevano in casa mia, la mettevano completamente sottosopra e mi arrestavano con il fascistissimo articolo 270bis (scritto dal ministro Rocco per la buonanima di Mussolini). I reati associativi come l’art. 270 bis e 270 permettono di arrestare qualcuno non per cio’ che ha fatto, ma per come la pensa, perchè fa parte di qualche fantomatica associazione che lo Stato decide di non tollerare. Basti pensare che uno di noi 5 rinchiusi in isolamento giudiziario da quasi 4 giorni e da oggi in E.I.V. è accusato solo di aver fatto una scritta su un muro!!! Ci pensate? Tre volanti (a testa), i mitra, i passamontagna dei ROS, la scorta aerea dell’elicottero, le telecamere, il carcere, l’isolamento, l’e.i.v., per una scritta su un muro!!! Sono poi stato portato alla caserma dei carabinieri di Spoleto e poi a quella di Perugia, infine da quella di Perugia al carcere. Il primo momento propriamente comico della messinscena è stato il trasferimento tra la caserma di Perugia e il carcere: il "bravo" agente che guidava la macchina, terrorizzato dal fatto che gli stavo dicendo che da un momento all’altro i miei compagni avrebbero attaccato il mezzo e mi avrebbero liberato (o forse, semplicemente rincoglionito dal mio continuo chiacchierare) si è sbagliato strada e abbiamo fatto 2 volte il giro intorno alla stazione ferroviaria. In carcere mi stanno trattando bene, non mi hanno mai toccato (in tutti i sensi, neanche per gli spostamenti). La cella è molto sporca, c’è un tavolo appeso al muro con un armadietto inchiodato ed un letto inchiodato per terra ed alla parete. Oggi è caduto l’isolamento e abbiamo anche la tv. Resta il divieto di comunicare tra noi, che è la cosa peggiore. Ho visto le immagini del TGR Umbria che eravate fuori durante gli interrogatori: eravate tanti! Sono stato tanto felice, purtroppo da dentro non vi abbiamo sentito. Ho risposto alle domande non perchè io riconosca un qualche valore alla magistratura, ma per il semplice motivo che nelle motivazioni del nostro arresto c’erano scritte talmente tante stronzate che ho ritenuto importante contraddirle subito, pur senza essermi mai consultato con gli avvocati, per la corretta esposizione dei fatti, per la libertà di tutti noi. Talmente tante erano le falsità, le contraddizioni, gli errori grossolani del P.M, che era di importanza strategica distruggerle immediatamente. Nessuno tema o si rallegri: io ero, sono e resto un PRIGIONIERO RIVOLUZIONARIO. Lo ero, un prigioniero ed un rivoluzionario, anche prima di martedi: siamo tutti prigionieri, tutti i giorni. Quando ci alziamo la mattina per andare a lavorare, quando passiamo glii anni più belli della nosta vita sprecati su una macchina, quando facciamo spesa, quando non possiamo farlo perchè mancano i soldi, quando li buttiamo via i soldi per delle cazzate (vestiti, aperitivi, sigarette non c’è differenza) quando guardiamo la tv che ci fa il lavaggio del cervello, che cerca di terrorizzarci con morti, omicidi, rapine (quando in 15 anni gli omicidi sono diminuiti del 70%) così che noi possiamo chiedere piu’ telecamere, piu’sbirri, piu’ carceri, pene sicure, quando se c’è una pena davvero sicura a questo mondo è quella che incatena lo sfruttato alle sue condizioni. Io non ho mai detto "SONO UN UOMO LIBERO", in pochi possono dirlo senza presunzioni. Se io fossi un uomo libero, andrei tutti i giorni sulla cima del Monte Fianchi, in estate con le mucche e le pecore e in inverno con la neve, e dopo aver raggiunto faticosamente le cime...guardare a nord ovest, la valle Umbra o Valle Spoletino come si diceva una volta, poi a nord est la Valserina e il Vettore quasi sempre liscio dietro, e poi via verso est tutti gli appennini che cominciano da lì, fino a sud dove ci sono quelle meravigliose foreste... E forse, ripensandoci, neanche lì sarei davvero libero. perchè la valle Umbra è piena di cave, di capannoni, di fabbriche, di mostri che devono essere combattuti. Ma mancano gli eroi oggi mentre di mostri ce ne sono anche troppi. Quindi io non sono un uomo libero, il dominio non è organizzato per prevedere uomini liberi Però sono un RIVOLUZIONARIO, un PRIGIONIERO RIVOLUZIONARIO. Proprio perchè io sono un rivoluzionario che mi hanno "formalizzato" la loro carcerazione martedi. io sapevo gia’ di essere un prigioniero, prima che un giudice me lo dicesse. Certo, questa prigione è diversa da quella fuori: qui vedi tutti i giorni, in maniera limpida, simbolica e allo stesso tempo materiale quali sono i rapporti di forza del dominio; dove c’è chiaramente e distintamente l’uomo, con i suoi sogni, i suoi amori, il suo carattere, e il sistema, le sbarre, le catene, le telecamere, le guardie Potremmo dire, ironicamente, che da un punto di vista politico-filosofico qui le cose sono piu’ semplici: il sistema cerca di annientare l’individuo, l’individuo cerca di resistere. Ovviamente l’uomo qui sta peggio. E’ inutile fare retorica. Dopo qualche giorno la gabbia te la trovi intorno alla testa, è come se avessero costruito un’altra piccola gabbietta, precisa precisa intorno alla tua testa. Con il cervello che ragiona ma non ha gli oggetti su cui ragionare, con la voglia incontenibile di parlare e non c’è nessuno, di correre e non c’è spazio, quando mi affaccio alla finestra vedo un muro con altre sbarre, non si vede un filo d’erba, una collina (neanche durante l’aria, che passo solo in una stanza piu’ grande), fuori dalla tua gabbia c’è un altra gabbia. La mia paura è che questa sensazione mi rimanga anche quando esco. Che la lotta per non impazzire diventera’ il fine della mia vita. Nel carcere "formale" l’uomo combatte contro se stesso, mentre nel mondo fuori il rivoluzionario deve combattere una guerra contro entita’ oggettive. La mia paura è che ci si dimentichi di questi 2 livelli di scontro, che anche quando usciro’ ci sara’ questa gabbia intorno alla testa che mi ............ e mi dice di non prendere a calci la porta della cella e di mettermi ad urlare. Non solo l’uomo antropofizza il mondo, ma in galera l’uomo antropofizza anche se stesso: come distruggiamo le montagne, così qui distruggiamo la nostra mente, costruendo fantasmi contro cui scontrarci. Il rapporto è tutto mentale qui. E’ di questo che voglio liberarmi, voglio uscire e continuare ad avere una capacitàdi analisi oggettiva della realtà. Qui questa capacità rischio di perderla. Mentre fuori, innaffiando un seme e facendo crescere una pianta, si ha un’interazione fisica con il mondo qui lo scontro è tutto psicologico. Lo scontro è fisico solo ad un primo livello, con i muri che non mi fanno uscire, ma in realtà la guerra è anche con i nostri fantasmi. I muri sono troppo materiali per essere reali. Sbagliano i marxisti quando riconducono tutto alla materia. La realtà è una sintesi in cui l’uomo colloca se stesso tra il mondo e le sue idee. In galera purtroppo questa sintesi è pericolosamente, patologicamente, troppo incentrata sulla mente. Ai compagni che scrivono che non trovano parole dico di trovarle queste parole che ne abbiamo troppo bisogno. Scriveteci a tutti e 5!!! Vorrei che qualcuno dicesse ad Erika che le mando un bacio. Mec Un anarchico in cattivita’ 26/10/07 Il 13 dicembre l'Avvocato Vittorio Trupiano (difensore di Michele Fabiani e Andrea Di Nucci) ha protestato vivamente per il trattamento disumano cui sono sottoposti i suoi assistiti. In particolare, ha rilevato che "l'isolamento a cui Fabiani e Di Nucci sono sottoposti, comprensivo anche dell'ora d'aria, è indegno di un Paese civile, specie ove si consideri che finanche mafiosi conclamati e condannati in via definitiva, nonchè sottoposti al 41 bis, l'ora d'aria la fanno "a gruppi", così come nei reparti loro assegnati esiste un minimo di socialità. Questo è un dato di fatto inoppugnabile e nel contempo vergognoso, che si traduce in un mezzo coercitivo antidemocratico, illegale e torturante. Fabiani e Di Nucci non vedono altri se non i loro carcerieri, ad eccezione del colloquio con i familiari. Mi rivolgo, pertanto, alla società civile affinchè questa mortificazione per le istituzioni repubblicane abbia a cessare quanto prima, invitando la stessa a considerare e a riflettere che i due anarchici sono detenuti per un reato di opinione legiferato e codificato in piena era fascista". La risposta non si è fatta attendere e uno di loro, Michele Fabiani, è inserito negli elenchi dei detenuti politici, senza prove, di Sulmona dal 26 gennaio. Michele è stato portato via da Perugia, di nascosto dagli avvocati e di nascosto dai parenti, che hanno appreso la notizia quando madre e le due nonne si sono recati a fargli visita nel carcere di Capanne. Il carcere di Sulmona, chiamato anche il carcere dei suicidi, ha prodotto un lungo elenco di carcerati morti ,7 suicidi in due anni, controllo ogni 3 ore, giorno/notte. L'Avvocato difensore Vittorio Trupiano ha portato il caso di Michele Fabiani all'attenzione della Corte Europea per la difesa dei diritti dell'uomo con sede in Strasburgo. La difesa invocherà l'applicazione delle misure provvisorie (artt. 54-57 regolamento A), perchè la Corte blandisce severamente le carcerazioni preventive ad usum confessionale.Questa è una sua dichiarazione :"Il problema in Italia non è tanto la destra o la sinistra (eccetto qualche convinto ideologo, rovesci della stessa medaglia), quanto l'amministrazione della Giustizia, perchè di Giustizia stò scrivendo, anche se nel caso di specie o levo la maiuscola o scrivo direttamente Ingiustizia. Mi riferisco all'infraventunenne, incensurato, Michele Fabiani ed al suo infinito calvario, passato in secondo ordine mediatico, ma non su questo sito, a causa di un turpe omicidio di una studentessa inglese in quel di Perugia, ed è noto che nel "recipiente" intellettivo del quisque de populo la tresca perugina, fosse solo per i suoi connotati dal profilo squallidamente basso-casalingo, al pari dell'altrettanto turpe omicidio di Cogne ( a proposito, quella, la Franzoni con una sentenza di appello che la condanna a 24 anni, o 16, ora non ricordo, imputata di avere ucciso suo figlio, a due passi dalla definitività del provvedimento, se ne va a zonzo per l'Italia, dentro c'è stata poco o niente. Motivo? Non ci sono mai state esigenze cautelari, omicidio, infanticidio, svanisce il pericolo di fuga ed anche quello di inquinamento delle prove.. mah!). Michele, che avrebbe (?) spedito 3 proiettili a scopo dimostrativo ad un politico, Michele, dicevo, deve stare dentro ed a carcere duro, si perchè la nuova destinazione di Sulmona, anche senza 41 bis, è delle più insopportabili, per il clima, per la severità degli addetti ai lavori, per quel totale senso di alienazione che ti prende quando ti chiudono il blindato, ma soprattutto per il latriti dei cani "da guerra" che popolano la struttura carceraria. Non a caso è il carcere col maggior numero di suicidi..al punto che si suicidò pure l'allora direttrice Dr.ssa Miserere, trovata esanime nel proprio letto con un foro alla testa e con accanto l'immancabile pastore tedesco di nazista memoria. Bravi! Chi lo ha deciso, il DAP, il P.M.? Certo è che ora la passerella di politici che andavano e venivano dal carcere perugino non c'è più, insomma, un fastidio in meno, tranne il ripertersi del fenomeno anche a Sulmona, in tal caso il Fabiani dovrebbe a breve termine fare il giro d'Italia, già perchè egli rappresenta un'idea, la incarna, e non un crimine, e per ciò stesso la solidarietà non gli mancherà mai. E' pure una mera coincidenza che il trasferimento sia avvenuto a caduta verificatasi del governo Prodi, nella cui pseudo coalizione erano oramai in tanti ad aver espresso solidarietà a Michele, tradottasi sinanche in diverse interrogazioni parlamentari ad un Ministro della Giustizia forse preso da altri problemi. Ecco, appunto, il problema è che occorre una quanto mai rapida mutazione della Costituzione repubblicana in materia di Giustizia. In tutta evidenza, i Giudici in Italia hanno troppo potere, al punto da autogovernarsi, essi sono soggetti solo a loro stessi, nonchè all'azione penale che, però, loro stessi gestiscono. E' anche e soprattutto ciò che partorisce una infinità di disparità di trattamento fra gli stessi detenuti o imputati. Là ammazzi e stai fuori, a due passi dalla definitività del provvedimento, quà pensi, quindi sei un terrorista e stai dentro. Si perchè, in tutta franchezza, anche se fosse stato realmente Fabiani, e non è così, non vi sembra che abbia già pagato abbastanza? Perchè una interpretazione delle esigenze cautelari così ferrea nel suo caso, e tanto, ma tanto lassiva, permissiva, in altri, anche più gravi e di ben maggiore allarme sociale? Perchè non vedere celebrare il suo processo da uomo libero, al pari di tanti, ma proprio tanti, imputati di delitti ben più gravi?Meditate, io nel frattempo il suo caso, dall'arresto ad oggi, mi accingo a portarlo alla Corte Europea e non penso proprio che anche a Strasburgo plaudiranno a questa splendida operazione dei R.O.S. e correlate informative". Vittorio Trupiano Comitato 23 ottobre Spoleto 26 gennaio 2008 Michele è stato trasferito a Sulmona, ha 20 anni è incensurato, è un detenuto senza prove, anarchico: Casa Circondariale - Casa di Reclusione via Lamaccio 21 67039 - Sulmona (Aq) Se siete giunti fino alla fine, grazie-scusate la lunghezza, io spero che la sua storia diventi brevemente il riprendersi la vita. Per ora, scrivete quanto succede e sopratutto, scrivetegli... Doriana Goracci

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