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17 Dicembre 2007 11:26

Finanziaria: una forsennata corsa al riarmo.

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di pierluigi dattis

Intervita al senatore Silvana Pisa, membro della Commissione Difesa del Senato. Ventitrè miliardi e rotti per le spese militari. Un aumento dell'11,1 percento rispetto alla precedente Finanziaria. Perché tale incremento, in palese contraddizione con l'annuncio fatto in campagna elettorale dal governo Prodi? Non solo in palese contraddizione con il programma, ma anche con la risoluzione fatta a luglio, prima firma Finocchiaro e altri, che si impegnava a non aumentare le spese per le armi e di considerare il tema della riconversione. Due impegni molto chiari che sono stati disattesi. L'aumento rientra in un quadro generale che coinvolge Stati Uniti, Russia, Cina. Tutti si armano a più non posso. Noi cerchiamo di combattere questo orientamento da anni, e dobbiamo riscontrare che questo governo ci ha molto deluso. Avevamo presentato degli emendamenti minimalisti, che toglievano un po' di soldi dall'articolo 31 della Finanziaria per passarli ai servizi sociali, nella fattispecie agli asili nido: anche su questi emendamenti, marginali, si trattava infatti di 150 milioni, il governo non ha dato il suo assenso. Quali sono allora le logiche che portano ad un aumento così forsennato degli armamenti? Abbiamo rivolto al governo più volte questa domanda, senza ottenere risposta. Abbiamo un modello di difesa che si ispira a una politica estera sostanzialmente di pace, che segue l'Onu, la tutela dei diritti umani. Non si capisce a cosa serva una tale spesa, soprattutto nel settore aeronavale. La maggior parte delle nostre missioni, a prescindere che si sia d'accordo o meno, come per il Libano, che è una classica missione di interposizione, per la quale eravamo favorevoli, le spese per gli armamenti riguardano strumentazioni terrestri, come ad esempio blindati per difendere i nostri soldati, quindi armamenti leggeri. Ma i cacciabombardieri, le portaerei Cavour, le fregate Fremm non capiamo a quale modello di difesa si isipirino. Secondo noi sono incoerenti con le nostre linee di politica estera. Proprio in merito a questo, il generale Fraticelli, che fu Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, diceva: a che servono cento aerei d'attacco in più, fregate multiuso e portaerei? C'è da dire che Fraticelli oggi è consulente in Oto Melara, un fatto che abbiamo denunciato spesso. Capi di Stato maggiore in pensione che entrano nei consigli di amministrazione delle industrie degli armamenti... Fraticelli non è il solo, l'ammiraglio Venturoni alla 'Marconi', Ferracuti dell'Aeronautica all'Ams... Gianni Castellaneta, ambasciatore degli Stati Uniti, è uno dei casi più vistosi, essendo stato anche lui in Finmeccanica come vice-presiente. Ce ne sono tanti... Quanto pesa questa lobby...? Moltissimo, e c'è da dire che ci sono addentellati anche a livello del ministero della Difesa. Alcuni nostri sottosegretari sembra quasi che in qualche modo partecipino all'attività di governo come 'difensori' di Finmeccanica. Si riferisce a Lorenzo Forcieri, che ha dato notevole impulso alla produzione navale della Oto Melara, l'industria situata nella provincia dalla quale proviene, La Spezia, con il contratto delle fregate multiuso Fremm, costruite in cooperazione con la Francia? Forcieri è il più sordo alle nostre richieste. Trova sempre giustificazioni più o meno plausibili per opporvisi. I giudizi sui nostri emendamenti, in questa sede di Finanziaria, li ha dati Forcieri, sia al Senato che alla Camera. E' vero che Finmeccanica è al 30 percento azienda dello Stato, quindi con un ulteriore conflitto di interessi, ma non produce certo un 'made in Italy' neutrale, perchè le armi non sono neutrali. Lo scopo delle armi, specie di questi armamenti pesanti, è uccidere. Allora, questo tipo di produzione non può certo essere indifferente a un certo tipo di politica. Ci si nasconde dietro il tema dell'occupazione, ma noi questo tema l'abbiamo affrontato chiaramente con i sindacati, introducendo il tema della riconversione e chiedendo che fosse finanziata un'agenzia, un coordinamento, che mettesse a tema la riconversione nel nostro Paese. Le spese per gli armamenti sono in parte nel bilancio della Difesa, ma una parte molto consistente è nel bilancio per lo Sviluppo economico. E perchè il ministero di Bersani finanzia le armi? Le finanzia con le scuse del 'dual use' (doppio uso, ndr), dicendo: noi finanziamo tutto quello che, in qualche modo, significa progresso tecnologico. Ma come si fa a usare le fregate Fremm o la portaerei Cavour per andare in crociera? Il 'dual use' è una scusa inaccettabile. Il tema della riconversione sta a monte delle grandi scelte del disarmo europeo, ricordo Olaf Palme, Willy Brandt, invece è stato abbandonato per una corsa al riarmo che, secondo noi, non ha nessuna giustificazione. Fonte: peacereporter - Luca Galasso

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