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25 Novembre 2007 11:20

violenza contro le donne, violenza delle donne

1790 visualizzazioni - 2 commenti

di Monica Lanfranco

Sono contenta che l'adesione della manifestazione sia stata grande, sono contenta che tante donne che conosco (alcune hanno attivamente lavorato per costruirla) e alle quali voglio bene siano entusiaste di come è andata. Sono anche contenta di non esserci stata, fisicamente, perchè per quanto piccole, definite marginali e risibili, le modalità delle contestazioni ad alcune donne, politiche definite di professione di sinistra e di destra mi avrebbero vista non solo intervenire a loro difesa (anche fisica) ma mi avrebbero rovinato la giornata, ed ovviamente è meglio poter evitare di spendere energie e denaro (che non ho, entrambi) a tanti kilometri da casa. Ma ho visto le immagini della diretta della emittente la7, ho anche seguito la preparazione della manifestazione attraverso i racconti di alcune amiche che stavano a roma nelle scorse settimane, e vorrei condividere qualche riflessione, che faccio qui come femminista nonviolenta e come giornalista. C'erano già stati, proprio nei racconti delle amiche che partecipavano alle riunioni organizzative romane, aspetti che non condividevo e non condivido su come è stata costruita. Ho trovato involutivo e regressivo il fatto che abbiano avuto tanto peso posizioni di divieto di presenza di uomini al corteo, un atteggiamento per me inequivocabilmente sessista, infantilmente e sterilmente capriccioso e politicamente sbagliato: se l'obiettivo è svelare la pervasione della violenza nella società, arrivare alle donne, tutte le donne, e comunicare con loro che la nostra libertà,benessere, sicurezza e felicità sono una priorità sociale e culturale non si può escludere nessuna donna (e nessun uomo) che si dichiarino disponibili ad aderire a questo processo di cambiamento. Ricordo soltanto che uno dei capisaldi dell'analisi femminista è stata la dolorosa ma coraggiosa presa di parola sulla consapevolezza della presenza profonda e ambigua della complicità, con il silenzio assenso, o con la attiva trasmissione, del pregiudizio sessista proprio da parte delle donne stesse, in primo luogo della madri. Avrebbero dovuto stare fuori dal corteo le madri? Solo quelle di figli maschi, o magari anche quelle di figlie femmine? Chi ha la patente per giudicare il tasso di purezza femminista di chi? Le donne lesbiche sono più femministe delle altre perchè rifiutano il contatto sessuale con gli uomini, anche quando (ne ho esperienza diretta) alcune condividono posizioni che potrebbero ad ogni buon conto definirsi di destra come la bontà del porto d'armi per difendersi dallo stupro, o la pena di morte per chi violenta, o la giustezza della guerra in certi casi? Come si può bene capire le questioni sono complicate, molto, e mi pare aggravate dal fatto che nella urgenza di proclamarsi 'radicali' e indipendenti dalla politica tradizionale si sia corso il rischio di perdere il senso profondo, invece, dell'emergenza culturale nella quale siamo immerse. Quanto abbiamo passato, noi femministe degli anni 70 e 80, alle giovani che ieri erano in strada a roma, della alterità del movimento politico femminista alle pratiche di violenza? Me lo chiedo, ve lo chiedo, perchè sono davvero convinta che lo spazio di alterità e di novità dei femminismi del '900 sia stato proprio quello di modificare in modo radicalmente nonviolento le realtà collettive là dove ha saputo e potuto agire. Non c'è legge approvata a favore delle donne che non abbia anche favorito il benessere maschile, e negli ultimi tempi, piaccia o no, è stata anche la convergenza in Parlamento di donne di partiti e visioni politiche diametralmente opposte a farle approvare, non ultima quella che ha eliminato in Italia la vergogna della rubricazione dello stupro come reato conto la persona, e in Spagna la legge contro la violenza in famiglia, voluta dalla sinistra zapaterista ma approvata anche con il consenso delle donne della destra. E qui ecco il capitolo 'antifascista' della manifestazione. A chi ha pensato che fosse una buona idea mettersi a gridare contro Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna, dando loro una ribalta mediatica gratis, e chi ha mandato a dire ad Alessandra Mussolini di non farsi vedere (cosa che sa tanto di avvertimento mafioso) vorrei dire che lo stile ultras molto in voga purtoppo anche tra le donne stona a parecchio con lo spirito, le pratiche e la storia dei femminismi. Magari si potesse tagliare di netto con una bella riga che segna il di qua e il di là della purezza antifascista: nessuna sa che la migliore legge mai presentata in Parlamento circa le adozioni(compresa la genitorialità omosessuale) ha come prima firmataria la Mussolini? nessuna sa che fu lei, e non Livia Turco che poi aderì con tutte, dico tutte le parlamentari, a invitare le colleghe a entrare in aula alla Camera con una maglietta con la scritta: "Giù le mani dalle donne" , iniziativa che le vide, tutte, sentirsi dare della troie da parte di molti onorevoli presenti? Ho sentito qualcuna che diceva che chi partecipa al family day doveva aspettarsi di essere contestata: dunque la violenza in famiglia non sfiora i nuclei che votano a sinistra? e le donne, poche ma presenti in corteo, di fede musulmana, che magari portano il velo, e quindi aderiscono anche visivamente alla 'modestia' di stampo patriarcale, sono meglio delle cattoliche perchè la loro religione oggi si posiziona maggiormente nella porzione delle vittime? Quello che penso è che queste, e altre contraddizioni presenti ieri, per fortuna evidenziate in brevi ma significative espressioni di stupidità, non debbano essere rubricate come marginali, ma ci aiutino a riflettere sulle priorità.Ringrazio Imma Battaglia per avere subito stigmatizzato le intolleranze e chiesto scusa. Se la priorità è quella di far uscire davvero dal cono d'ombra e dal silenzio il fenomeno della violenza contro il genere femminile allora tocca andarsi a riprendere il testo di Robin Morgan Il demone amante, nel quale con lucida spietatezza si tratta della complicità e fascinazione femminile con la violenza (patriarcale) incarnata dal mito dell'eroe rivoluzionario. Come se l'antifascista militante fosse meno manesco e sessista del cattolico integralista, come se i duri e le dure e pure dei senza se e senza ma contro la guerra non trasformassero le perentorità in 'forse' e 'però' quando si parla di inviolabilità del corpo femminile (ricordate la puntura simbolica sul clitoride?) e di simboli religiosi; come se nessuno dei 'compagni' fosse turista sessuale (specie gli assidui di Cuba) e come se potessimo fare a meno delle 'politiche di professione' (non facendo dei distinguo che quantomeno sono ingenerosi, se non ingiusti, nei confronti di donne che stanno lavorando bene e che vanno sostenute, anche in Parlamento). La violenza non si contiene propagandandola, in alcun modo, scrive Vandana Shiva, e per farlo è indispensabile uscire dalla logica amico/nemico, che sta alla base della dinamica e del linguaggio bellico; una risata vi seppellirà, si scriveva pur nei bui anni '70. Una risata, non spintonamenti e urla contro un'altra donna, per quanto avversaria.

COMMENTI

30 Novembre 2007 23:32

Cara Monica, care tutte, la manifestazione di Roma è stato ancora un autogol, Tu stessa ne hai messo in evidenza le gravi falle, il certificato di purezza femminea richiesto, il certificato di purezza politica. E poi parlate di donne unite contro etc. etc. etc. Ti chiedi cosa avete trasmesso voi donne del movimento femminista degli anni '80? Mi sembra che l'unica cosa che è passata per deformazione è stata quella di scimmiottare i difetti dell'uomo ovvero: io ho diritti quanto l'uomo, l'uomo fa carriera (con metodi squallidi), la donna deve poter fare carriera (con metodi squallidi). Credo che l'argomento possa essere approfondito meglio leggendo un libro che Ida Magli (è donna!!) ha scritto alcuni anni fa, prendendo spunto dal caso Monica Lewinsky e allargando l'analisi all'intero orizzonte femminista. Avete parlato di liberazione del corpo: il corpo è stato liberato per essere mercificato dalle donne (è colpevole chi acquista, è colpevole chi vende e NON parlo delle prostitute da strada). Sono appunti sparsi, non posso fare un discorso più organico, mi manca la capicità di sintesi perché, in più, il problema è complesso. Avrai notato, cara Monica, che eccetto una risposa o commento nessun'altro ha scritto. Secondo te perché? I motivi sono vari, questo è chiaro, ma io credo che tra essi sia sia letto nella manifestazione di Roma un odore di intolleranza che molto mi ha ricordato "autonomia operaia". Non che ci sia identità, ma quell'assolutismo di giudizio nella scelta delle "elette" tanto mi ha ricordato quei gruppi politici. Infine: non credi che l'Italia sia un paese "curioso"? (Vorrei dire che semplicemente è un paese che non dovrebbe esistere). Tutti vogliono la giustizia, però poi si scrive che la pena deve essere rieducativa, non chiudere il detenuto e buttare la chiave. E' valido per tutti? E allora, provocatoriamente, dico, facciamolo anche con gli stupratori, con chi picchia le donne in casa. Le donne si stanno facendo prendere per culo di nuovo perché il nemico è interno, non esterno. Graziano

Graziano

28 Novembre 2007 12:40

chissà... chissà se un giorno le signore ministre del centro sinistra faranno un passo indietro quando vedranno le telecamere, non essendo state loro ad organizzare il corteo, e non essendone a nessun titolo portavoce... chissà se un giorno le suddette ascolteranno con attenzione la piazza, invece di salire sul palco ad arringarla... chissà se un giorno i media perderanno il loro desiderio di amplificare la voce dei potenti e faranno echeggiare quella di chi non ha voce... chissà se un giorno le istituzioni capiranno che quando un'assemblea indice una manifestazione che non prevede un palco, vuole dire che non vuole il palco... chissà se un giorno le ex ministre che si presentano ad un corteo di donne circondate dalle guardie del corpo comprenderanno che essere donna è un dato biologico, ma essere di forza italia è una libera scelta, e come tale contestabile... chissà se un giorno le suddette ministre capiranno che se ieri stavo in piazza per il family day oggi non posso stare in piazza dicendo che nella family si consuma la maggioranza delle violenze... chissà se un giorno le femministe storiche eviteranno di dare, da dietro le loro scrivanie, delle oche-provocatrici-violente alle donne giovani, determinate, autorganizzate, che manifestano in piazza per rivendicare il diritto alla libertà e alla vita... chissà se un giorno i media smetteranno di dire che il femminismo è morto, per poi dire che il femminismo è vetero, per poi dire che è morto, per poi dire che il femminismo è composto da gruppi giovanili estremisti violenti, per poi dire che è morto, per poi dire che è antipolitico, per poi dire che è morto, per poi dire che... chissà se la stampa, le politiche di professione, le intellettuali professioniste, tutte le anime belle del panorama politico, faranno quello per cui sono pagate con i nostri soldi, con i nostri lavori precari o sottopagati, con il nostro lavoro di cura che vale milioni di euro, cioè pensare ed agire in nome, per conto e nell'interesse della collettività... chissà? Diana del Centro Donna L.I.S.A. di Roma www.centrodonnalisa.it

diana

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