25 Novembre
Caro Daniele, io ho fatto il bersagliere nel periodo della missione di pace in Libano 1982/84. Non esistono parole di cordoglio per descriverti il mio dolore!!! Ti dedico però, una poesia, così di getto. Sai in Italia hanno dato la notizia in fretta e furia. Esiste lo "share" e probabimente ti hanno sfruttato anche politicamente, sia destra che a sinistra. Persone invertebrate che non sanno cosa significa stare sotto le armi per la propria Nazione Italiana. Giudicano senza avere avuto la scuola di vita e di civiltà dell Nostro Esercito Italiano. In compenso ci sono i giovani annoiati che vogliono rappresentare i modelli ideali di società e che non hanno mai fatto il Militare in difesa della Nostra Patria e della Pace. Caro Daniele, il dolore è infinito. Tu avevii risposto a tuo cognato che è più pericoloso stare in Italia che aiutare i civili afgani. Hai ragione!!! Ma per la tua GRAVE E CORAGGIOSA PERDITA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO, Lo spettacolo osceno continua: calcio, tv spazzatura, giornaliste come quelle del TG1, come Monica Maggioni che sorride mentre comunica la notizia della tua morte e dopo averti archiviato passa ad altro sempre con il suo sorriso a 44 denti. Anzi avrebbe voluto essere in Afganistan per vedere il tuo cadavere e fare lo "SCOOP". Si starà mangiando le unghie. Fazio su Rai Tre con il suo modo di fare da servitore con l'ironia da perdente sfigato(esempio giornalistico da non seguire) non ti nomina e non trova di meglio che intervistare uno scrittore alcolizzato inglese e i cessi che l'ho anno seguito. Niente Lutto Nazionale per la TUA GRAVE PERDITA! Io, da tuo ex collega, ti dedico queta poesia: Seguirà il tuo valoroso Profilo. Sempre amico fu il vedere degli eroi nascosti; defluiscono immagini sui muri di cartone, quale eredità può pervenire dalla mascchera visiva, specchiati testimoni di futili torpori, fucile che stridi il primitivo risveglio in Afhganistan, libere apprensioni spingono da dentro, assunto il dolore si trasforma in amore per il popolo afhgano, musicale fluire nei fiumi di sangue, zampillanti gocce festose sull'orlo di un vaso, colme di stupore scivolano sulle pietre e le terra dell'Afganistan. Chi era Daniele Paladini: Da Lecce al Piemonte. Poi l'Afghanistan Il maresciallo ucciso nell'attentato di Kabul aveva 35 anni. Era sposato e aveva una figlia di 5 anni Daniele Paladini (Ansa) PIACENZA- Il militare italiano morto nell'attentato in Afghanistan era nato a Lecce e viveva a Novi Ligure (Alessandria). Maresciallo capo del Secondo reggimento pontieri di Piacenza, Daniele Paladini aveva 35 anni ed era sposato con Alessandra Rizzo. Lascia, oltre alla moglie, una figlia di cinque anni, Ilaria. IN PIEMONTE - A Novi Ligure si era trasferito alla fine del 2004. Abitava in una villetta di Strada Contardini, nella campagna attorno alla cittadina che conta circa 30mila abitanti. Prima la famiglia aveva vissuto a Pozzolo Formigaro, sempre in provincia di Alessandria. Dall'ufficio di Gabinetto della Prefettura di Lecce, fanno sapere che al momento non è stato rintracciato nessun parente nel Salento. LE MISSIONI - Paladini aveva già partecipato a due missioni all'estero: una nel maggio 2005 e la seconda nel novembre 2005 nel Kosovo, entrambe di sei mesi. Era partito per l'Afghanistan nel luglio scorso; la missione per lui sarebbe finita il prossimo gennaio. LUTTO CITTADINO - A Novi Ligure, intanto, si è deciso di proclamare il lutto cittadino. «Abbiamo giá sospeso tutte le manifestazioni -spiega il vicesindaco Guido Triespoli- come la Fiera di Santa Caterina che celebra i suoi 400 anni, e certamente proclameremo il lutto cittadino per il giorno dei funerali che credo saranno officiati qui a Novi». «C'è una situazione di grande disperazione - ha aggiunto - e tutta la cittá è vicina a questa famiglia». Ricordo e Onore al Maresciallo Capo, Daniele Paladini, alla Sua Vedova e a Suo Figlio. W il Nostro Esercito Italiano!!!