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9 Luglio 2007 20:45

"IL GENEROSO DONO" DI OLMERT

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di pierluigi dattis

Olmert annuncia il rilascio di 250 detenuti palestinesi. Hamas: "é un insulto" Dopo avere a lungo promesso la liberazione di centinaia di detenuti palestinesi, Israele annuncia il rilascio di 250 prigionieri in scadenza di pena, alcuni esponenti di Fatah e nessuno di Hamas. Il premier Olmert ha definito il gesto “un generoso tentativo di rafforzare la parte moderata dell'Autorità Palestinese”, ma nelle carceri israeliane rimangono ancora migliaia di detenuti politici e centinaia di altri senza alcuna accusa a carico. La scelta dei nomi da iscrivere nella lista dei fortunati è stata fatta mantenendo il criterio coniato da Sharon di escludere quelli “con le mani insanguinate”. Reazioni. Il negoziatore dell'Anp, Saeb Erekat, ha fatto sapere di apprezzare in ogni momento la liberazione di detenuti palestinesi, mentre il premier del governo di emergenza, Salam Fayyad, ha fatto presente che tra coloro che verranno rilasciati non ci sono detenuti politici, riferendosi implicitamente alla mancata liberazione di Marwan Barghouti, il popolare e carismatico leader di Fatah. La liberazione di quei 250 detenuti è “un insulto al popolo palestinese e al presidente Abu Mazen” ha commentato il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhr: “Israele arresta dieci persone al giorno, a volte anche dozzine -ha dichiarato-. Quindi il rilascio di 250 prigionieri in scadenza di pena non cambia nulla e non migliora di certo l'immagine dell'occupazione”. “Una decisione sprezzante dell'opinione pubblica e delle istituzioni palestinesi” l'ha definita il ministro dell'Informazione dell'ex governo di unità nazionale Mustafa Barghouti, che ha ricordato che i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane sono 11mila, di cui 376 bambini e 105 donne, mentre sono mediamente 100 quelli arrestati ogni mese. Ladri di auto. Alcuni giorni fa il noto giornalista israeliano Uri Avnery preannunciava la liberazione dei 250 prigionieri palestinesi, descrivendola ironicamente come “il generoso dono elargito da Olmert, col fare di un sultano che getta monete ai poveri. Le carceri israeliane sono piene e Israele ha bisogno di fare spazio per nuovi detenuti” ha scritto, sottolineando che in passato Israele ha sempre rilasciato solo prigionieri al termine della pena e “ladri di auto”. La scelta di Olmert di liberare solo detenuti di Fatah, secondo Avnery, avrà l'effetto di sabotare i tentativi di ricompattare i due maggiori partiti palestinesi: “Finirà con lo stigmatizzare gli uomini di Fatah come collaborazionisti e Abu Mazen come il presidente a cui non importa che dei propri uomini”. Avnery ricorda anche che proprio nelle carceri israeliane è nato il documento dei prigionieri di Hamas e Fatah, che portò alla nascita dell'ormai concluso governo di unità nazionale. Nelle ultime settimane i soldati israeliani sono stati impegnati in raid quotidiani in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, per arrestare i miliziani dei gruppi armati palestinesi. Tra domenica e lunedì israele ha arrestato 17 palestinesi -in maggioranza legati a Hamas- e ne ha ucciso uno. Anche in questo caso Israele sembra agire di concerto col presidente Mazen, che la scorsa settimana ha ordinato il disarmo di tutte le milizie della Cisgiordania per ottenere in cambio la fine dell'embargo verso il governo di emergenza, stabilito da Fatah in Cisgiordania. Gilad Shalit. Lo scorso fine settimana Ofer Dekel, ex dirigente dello Shin Beth, si è recato al Cairo per consegnare ai negoziatori egiziani un'altra lista di prigionieri che Israele sarebbe disposto a rilasciare in cambio della liberazione del caporale Shalit, prigioniero di Hamas dal giugno 2006. Il partito islamico ha fatto subito sapere il suo disappunto nell'apprendere che anche in quest'altra lista non figurano nomi legati a Hamas o ai Comitati di Resistenza Popolare. La trattativa però sembra più complessa che in passato, visto che lo stesso negoziatore egiziano Omar Suleiman, ha annunciato che non tornerà a Gaza finché la Striscia sarà sotto il controllo del partito islamico. Nel giugno 2006, all'indomani della cattura di Shalit, Hamas aveva chiesto la liberazione di tutte le donne e i bambini nelle carceri israeliane, ma allora Israele non volle mediare e preferì invadere la Striscia con la sanguinosa operazione Pioggia d'Estate, che non portò alla liberazione del giovane soldato. (fonte ufficiale, Peacereporter)

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