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22 Maggio 2007 08:56

Un sindaco può avere due codici fiscali ?

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di Maurizio Chierici

Le elezioni non sono solo i numeri di chi vince e di chi perde. Quando la provincia vota, vota per le facce che incontra per strada e che all?improvviso sorridono in Tv o accompagnano i passi delle signore da ogni manifesto. Votare diventa un modo per conoscersi meglio e nella piccola città tutti chiedono di tutti. La provincia chiacchiera. La provincia è curiosa, soprattutto quando il protagonista é sovraesposto da una pubblicità che non dà respiro. Esplicita o ben confezionata nelle pieghe delle cronache che lo seguono ovunque. Il centro destra di Parma punta su Pietro Vignali, 40 anni, commercialista, assessore alla viabilità - ribattezzato < alla visibilità > per la presenza assillante nei media ? è il candidato che dovrebbe raccogliere lo scettro del sindaco Ubaldi impedito dalla legislazione matrigna a restare in sella per un terzo mandato. Settimane fa Vignali è stato scelto dall?assemblea degli imprenditori. Grande fiducia: 40 dalla sua parte su 42 che dovevano alzare la mano. Mancava gran parte delle famiglie industriali che hanno segnato la storia della città. Forse Vignali non è il loro ideale. Per non agitare polemiche, meglio disertare. Doveva essere una decisione segreta da rendere pubblica del sindaco scaduto: ecco il nome di chi prenderà il mio posto? Ma il presidente dell?Unione Industriali si lascia andare e fa sapere un?ora dopo che Vignali l?ha spuntata sull?assessore Maria Teresa Guarnieri. Nell?euforia un Tg degli imprenditori dà la notizia, solo due parole che mezzora dopo cancella: fra i rimbrotti riseppellisce il segreto, ma è tardi, ormai. Tutti sanno. In provincia le elezioni possono cominciare così. E la provincia ufficiale fa finta di niente. Vignali torna ( si fa per dire ) nell?ombra e la conferma arriva un mese dopo quando il sindaco rivela chi ha scelto < dopo lunga meditazione >. Niente di male: c?é chi comanda e chi obbedisce. Come in ogni altra città, a Parma non contano solo imprenditori di un certo tipo. A parte il centro sinistra, rappresentato dal candidato sindaco Alfredo Peri (assessore regionale ai trasporti ), la voce della Chiesa diventa importante soprattutto quando avversaria interna di Vignali era Maria Teresa Guarnirei, lunga militanza nel mondo cattolico- conservatore. Nella sua parrocchia faceva parte dei Gis ( gruppo di impegno sociale ) i sacerdoti erano perplessi: troppo schierata contro l?amministrazione della sinistra del sindaco Stefano Lavagetto. Bisogna riconoscerne la coerenza: è diventata la bandiera dell?ex ministro Lunardi ed è corsa a Roma per chiedere a Berlusconi un?occhiata di riguardo. Il tandem Ubaldi-Vignali si é coperto le spalle quando ha deciso la bocciatura Guarnieri. Ogni cittadino riceve una lettera insolita nelle abitudini italiane. Mentre brontola la campagna elettorale, arriva un foglio con due intestazioni parallele: simbolo del comune, simbolo della diocesi. La firmano l?assessore Vignali e monsignor Ranieri, vicario generale. Richiamando la raccomandazione di Benedetto XVI che invita al rispetto della natura, si annuncia una collaborazione tra comune e parrocchie per la raccolta delle lattine di birra e coca cola, alluminio da riciclare: il ricavato andrà in beneficenza. Rete capillare in ogni oratorio; rete preziosa quando si cercano voti. Un modo per tagliare l?erba sotto i piedi della Guarnirei. Un Centro di Etica Ambientale del quale fanno parte, oltre a monsignor Ranieri, il sindaco Ubaldi, l?assessore Vignali e un rappresentante dell?Enia ( luce acqua e gas del quale il comune è azionista ) inventa un premio prète a porter, francobollo da incollare fra un comizio e l?altro con ambizioni culturali precisate dalla presidenza proposta allo scienziato Antonino Zicchicchi che una presidenza non rifiuta mai. Con una fretta che suscita qualche sospetto, consegnano il premio < Le fonti della vita > a monsignor Gianfranco Ravasi, biblista dalla profondità che incanta, prefetto della Biblioteca-Pinacoteca Ambrosiana di Milano, prosa elegante che affascina cattolici e non cattolici. Il 3 maggio ( 25 giorni prima del voto ) inconsapevole d?essere caduto in uno spot elettorale, Ravasi riceve la targa dalle mani del sindaco mentre il vescovo vicario e Vignali guardano compiaciuti. Per cornice la cattedrale. Il discorso di Vignali è ispirato: < Gli va riconosciuto il merito di aver valorizzato il territorio, prima di tutto come luogo di spirito coniugandolo alla salvaguardia del Creato >. Il giorno dopo, passata la festa, la giunta dà via libera a una colata di cemento: due milioni e mezzo di metri quadrati di nuove abitazioni. Ma il vescovo vicario Ranieri deve essersi sentito a disagio nell?intreccio curia-elezioni nel quale lo hanno trascinato. E scrive ai giornali: < si sta distribuendo una lettera firmata da me e da un rappresentante dell?amministrazione comunale. La suddetta lettera riguarda una iniziativa definita nei mesi scorsi e non può essere valutata, in alcun modo, come interferenza nella campagna amministrativa >. La Chiesa di Parma prende le distanze. Intanto, nei giorni del braccio di ferro Vignali- Guarnieri per la successione a Ubaldi, una febbre elettronica sconvolge la città. Non so quanti navigatori frugano il computer alla ricerca di curiosità sul candidato che sembra avere lo scettro in mano. Trovano tante cose di assoluta normalità: revisore di conti in ventisette imprese, curatore fallimentare per incarico del tribunale. Anche il passato racconta di un manager che comincia associandosi alla gestione delle discoteche e dedica attenzione al premio piano bar di Salsomaggiore. Furori giovanili che la politica ha razionalizzato. Le copie stampate del computer arrivano a pacchi. Chi cerca sa dover mettere le mani, ma un giornalista ha altri impegni e se ne disinteressa fino a quando l?ultima busta anonima fa sapere di aver spedito le stesse informazioni a Gian Antonio Stella ( Corriere della Sera ), Giuseppe D?Avanzo ( La Repubblica ), Gianni Barbacetto ( Il Diario ) e a Marco Travaglio, Unità e Anno Zero di Santoro. A questo punto impossibile non verificare il contenuto di fogli che raccolgono schemi di aziende, passaggi di proprietà, codici fiscali. Ragnatela che sembra inverosimile e fa balenare un profilo diverso dal Vignali che sorride con timidezza ma lascia intendere il decisionismo di un manager pronto al governo. La sua campagna è sontuosa. Le risorse sembrano infinite. Qualcuno gli presta la casa con giardino in una zona residenziale: insedia il comitato elettorale. Ma per essere < più vicino al cuore della città > raddoppia le stanze in via Cavour, versione provinciale di Via Condotti o via Montenapoleone. Insomma, non bada a spese. Le carte raccontano altre cose, talmente inverosimili da spingere il giornalista a chiedere un incontro. Quasi quasi non crede all?ipotesi del Vignali- Zelig. Vuole permettergli di chiarire il paradosso: non può essere tutto vero anche se i fogli usciti dai computer sembrano provarlo. Bussa a una delle sedi. Incontra uno degli addetti alla campagna. Ne parlerà col consigliere di Ubaldi ? promette - che della campagna pare abbia in mano le redini. Nessuno si fa vivo. < Devo solo mostrargli una specie di dossier? >. Il giornalista riprova: silenzio. Tenta con l?addetto stampa. < La chiamerò domani >. Passano i giorni, torna a richiamare: < Mandi le domande, poi si deciderà >. Ma non sono domande: voglio solo sfogliare il dossier dei veleni anonimi ma che verificati hanno l?aria di essere veri: solo Vignali può distruggerli e ridicolizzarli. < Crede raccontino la verità o sono invenzioni ? >. Talmente surreali da sembrare balle: < Allora le butti. Domani la richiamo >. Il silenzio diventa eterno. Ecco l?elenco delle sorprese. Fotocopie dei codici fiscali: Vignali ne ha due. E? possibile avere due codici ? domanda ad un funzionario dell?agenzia delle Entrare: < Siamo matti?.>, voce scandalizzata. Il codice falso lo ringiovanisce di un anno. Può essere l?errore di una segretaria che copia male, sei volte, in anni diversi. Ha spedito il primo codice sbagliato proprio al tribunale che affidava a Vignali la cura di un fallimento. Non avendone ascoltato le spiegazioni, cerco formule assolutorie trasformando un falso che non appartiene alla cultura dell?uomo visto sull?altare della cattedrale, nel mascheramento veniale di un commercialista con troppi impegni. L?Ordine richiama chi accumula incarichi. Ventun impegni come revisore dei conti vogliono dire cento giorni l?anno nei consigli d?amministrazione. Lo studio deve essere strutturato con una certa robustezza altrimenti il commercialista che lo gestisce da solo non ce la fa. Nello studio di Vignali c?é solo Vignali; l?Ordine avrebbe a che ridire se ai 6 incarichi dal codice sbagliato si aggiungono i 21 del codice giusto. L?errore delle segretarie diventa provvidenziale. Resta un mistero: come fa con un mare di impegni a trovare il tempo per amministrare la città ? Altro piccolo dubbio: il nomadismo del suo codice fiscale. Cambia residenza quattro o cinque volte negli ultimi sette anni. Lo raccontano gli statuti delle aziende del quale è revisore. Si sposta, ritorna, trova altri indirizzi; l?ultimo è di poche settimane fa. La frenesia degli incroci a volte incuriosisce. Per quale bizzarria il 20 luglio 2006 sposta la residenza nel paese dove era solo domiciliato, e iscrive il domicilio nella casa di città dove al mattino figurava come contribuente ? Forse é la conclusione di un lungo girotondo: adesso basta. Ma il girotondo non si è fermato. Qualche trapianto ha una certa importanza. In Vicolo Politi, stradina del centro storico, c?è lo studio di due commercialisti dei quali Vignali è o è stato socio in una piccola società. Più o meno la stessa età, generazione molto attiva: tutti impegnati a revisionare i conti di imprese domiciliate ovunque, qualche volta nella sede del Grande Costruttore in prima fila nelle opere pubbliche della città. I fili dei soci- amici che hanno ospitato nello studio un passaggio del codice fiscale vagante si intrecciano coi fili di Vignali oltre i confini della provincia. Nel 2005 la Argos srl ( società che < gestisce aree di immobili strumentali alla logistica > ) lascia la sede dell?ormai mitico vicolo Politi di Parma per stabilirsi nello studio legale Dla, in Cordusio, Milano. Capitale sociale modesto: 10 mila euro la cui proprietà è interamente nelle mani della Debora International domiciliata in Lussemburgo. Niente di strano: è uno dei tanti tesoretti italiani in letargo nel paradiso dei silenzi. Vignali che ne è revisore dei conti non teme i viaggi: resta al suo posto a Milano e resta in Lussemburgo. Curioso che il vicoletto Politi, quasi un buco, si trasformi nel cuore pulsante del futuro della città. Per ennesima combinazione anche una nuova società a responsabilità limitata di nome Reigh arriva nel vicolo delle meraviglie, stesso ufficio, soprattutto lo stesso numero di telefono col quale il futuro sindaco Vignali figura nel registro dell?Ordine dei Commercialisti. Uno dei soci contitolare dello studio ? Massimiliano Vignetti ? sindaco supplente dell? Algros, deve essere un?altra vittima delle segretarie distratte: anche per lui due codici fiscali, uno mal ricopiato sbagliando sempre l?età. Ringiovanito di tre anni. Terzo titolare Andrea Galvani, sindaco effettivo di molte aziende, soprattutto immobiliari, tre fanno parte delle holding Pizzarotti, costruttore impegnato nella modernizzazione di Parma. Galvani presiede anche il consiglio sindacale della Stub, società incaricata di ridisegnare la città: nuova stazione ferroviaria, sottopassi, quartieri da ricostruire. Impegno gigantesco deciso dalla giunta Ubaldi. Come Algos, anche la Reigh opera nel regno del mattone. Si occupa di insediamenti produttivi e di logistica. Scopre all?improvviso che i proprietari dei campi attorno ad un insediamento satellite dove sono cresciuti capannoni industriali e di artigiani; questi proprietari, hanno voglia di vendere. Chissà perché la Spip ( nome della società del quale il comune di Parma ha il 56 per cento delle azioni ) non se ne è accorta. La Reigh si: opziona i terreni e a fine marzo, poche settimane dal voto, il consiglio comunale sente il bisogno di allargare l?area Spip prevedendo il fiorire di nuove imprese. La maggioranza compatta guidata dal sindaco Ubaldi e dall?assessore Vignali incarica il vecchio presidente democristiano - tante storie finite nel berlusconismo - di comprare la società che ne detiene i diritti. E la Reigh passano di mano, anche se per il momento non si muove da vicolo Politi. Operazione che l?amministrazione provinciale ( centrosinistra, socia di minoranza ) ritiene anomala. Perché le fiduciarie sono gusci senza nomi e certe clausole insolite impongono la caparra di 1 milione e 700 mila euro da pagare alla Reigh, più 2 milioni e 800 mila euro, acconto sul prezzo di cessione. Se l?affare non va in porto 3 milioni e 500 mila non tornano più. La Reigh costa 12 milioni e 800 mila euro, ma è oberata dal mutuo che serve a comprare i terreni: 16 milioni e qualcosa. I milioni dell?affaire diventano 29. Disattenzione pesante. Solo disattenzione ? Questa la città dove si va a votare. La avvolge una ragnatela invisibile agli occhi degli elettori e il centro sinistra deve fare i conti con la rete di appalti, alleanze commerciali, varianti che moltiplicano il valore dei terreni; rete consolidata negli otto anni di potere comunale. Anche nelle < piccole > cose. Per esempio: Vignali fa il revisore di conti di un?impresa che vende gas e fabbrica bellissime macchine che puliscono le strade. L?Enia ( comune di Parma socio ) ne compra quattro. Tre sembrano carri armati, costano 110 mila euro l?una. Nessun sospetto, per carità, solo la constatazione che l?assessore all?ecologia e alla viabilità è sbadato. Immagino non sapesse; all?improvviso lo scopre quando certifica i bilanci dell?azienda: scoprirà di aver partecipato all?acquisto, come assessore, degli spazzini meccanici che tengono pulita Parma. Per caso li fabbrica l?impresa della quale è tutore legale. Ecco perché nella prossima giunta diventa indispensabile la figura dell?assessore anti distrazioni. Che ogni tanto dovrà tirare la giacca: caro sindaco, controlla le segretarie, cambia meno indirizzi, lascia perdere i premi in cattedrale. E tieni conto che non è proprio elegante l?assessore che compra macchine utili al comune dall?imprenditore che gli paga uno stipendio. Davvero il Vignali primula azzurra sarà il prossimo sindaco ? mchierici2@libero.it Cortesia dell'Unità

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