15 Marzo
E' difficile quantificare l'angoscia. Credo sia assolutamente impossibile. E' astratta come la vita. E' illusoria, come una parola. L'angoscia è il lago scuro della nostra coscienza. E' il torbido che si annida in noi. Non è possibile sapere fino in fondo il perché siamo angosciati, sappiamo solo di esserlo. Il più delle volte quando riusciamo a darcene una spiegazione, essa si rivela falsa, l'ennesima illusione che siamo costretti a subire. A volte non ci è concesso parlare della nostra angoscia, anzi è sconveniente, e la paura che ci ridano dietro rende tutto ancora più difficile. L'angoscia è di senso comune. Tutti, nessuno escluso, siamo angosciati. L'angoscia fa parte della vita, come l'acqua, come il cielo sopra di noi. L'angoscia è la vita. E' il non sapere, è la paura del domani, è l'essere soli, è l'essere disoccupati, è il non comprendere la ragione di molte cose. L'angoscia è il non conoscere il perché della vita. L'angoscia è sospettare che si sta facendo una fatica inutile, che il sacrificio personale non ha senso. L'angoscia non è paura. E' solo incertezza, è rimpianto, è una cicatrice sulla pelle. E' difficile quantificare l'angoscia. Questo è certo. E' altrettanto difficile però ignorare che esista. E fare finta di non essere angosciati. Francesco Salistrari.
16 Marzo 2007 16:00
Caro Francesco, è la seconda volta che rileggo la tua lettera. Se tu parli d'angoscia, mi sono detta, non ne sei indenne, almeno in parte, perchè ne scrivi. In psicologia viene considerato un disturbo neurotico caratterizzato da apprensione di fronte a pericoli immaginari. E di cosa dovremmo avere paura? Tu elenchi varie possibilità...Di solito per gli attacchi di panico, vengono somministrati psicofarmaci, qualcuno usa altri tipi di droghe per placare quel serpente che avvinghia lo stomaco, il petto, il fiato. Essere in tanti non lenisce il male, malgrado i detti popolari. Tu non fai proposte, non rimandi a niente, questo mi è molto piaciuto. Ma scrivendone, dimostri consapevolezza. E' fondamentale io credo riappropriarci delle nostre emozioni, dei nostri confini e sconfinare anche in quella solitudine dove il ritmo del respiro, da incubo diventa ritmo di vita, con toni alti e bassi. Non avere paura di scoprire quanto ci ha fatto male venire alla luce e quanto poi abbiamo paura del buio. Con affetto, Doriana
Doriana Goracci