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23 Febbraio 2007 15:33

ancora morti

889 visualizzazioni - 1 commento

di luca martinelli

cari amici, scusate ancora. la mia non è una ossessione, ma una preoccupazione vera per quello che puo' succedere quando bande criminali fanno quello che vogliono sulla pelle dei cittadini. ebbene pochi giorni fa è deceduto un militare italiano contaminato dall'uranio impoverito usato in Kosovo. è il 43°. altri 540 sono ammalati di leucemia. il tutto nel più assoluto silenzio dei media, troppo occupati a distrarci con i loro volgari palinsesti. pensiamo anche che è previsto l'attacco all'Iran con armi atomiche...lascio a voi ogni commento. saluti

COMMENTI

23 Febbraio 2007 16:17

Carissimo Martinelli, premetto innanzitutto un ringraziamento e un apprezzamento per il commento che hai aggiunto alla mia lettera "La politica estera, nel senso comune". Per quanto riguarda il discorso "uranio impoverito", sono anni che cerco di sensibilizzare le persone su questo tema delicato ed avendo molti amici militari che sono in missione in nazioni ultracontaminate (Iraq, Kossovo, Afghanistan) la mia preoccupazione diventa oltrettutto molto personale. Se a questo aggiungiamo poi che nei "poligoni" delle basi NATO, soprattutto in Sardegna, la messa a punto di armamenti ad Uranio impoverito va avanti da anni, comprendiamo bene come questo problema riguardi da vicino non solo i militari, ma anche la popolazione civile italiana. Mi preme inoltre sottolineare come il silenzio dei media non solo si configura come "complicità" palese e criminale, ma rappresenta una SCONFITTA evidente della democrazia e della costituzione e degrada il ruolo del giornalismo nostrano ad un semplice e indiretto compito ratificatorio delle politiche dominanti. Questo tanto più è vero quando a mantenere un silenzio assordante sul tema dell'uranio sono i coseddetti giornali di sinistra, repubblica in testa. Non posso non continuare a rimanere, preoccupato, avvilito e impaurito dalla piega, dai modi, e dalle forme che gli eventi stanno assumendo davanti a noi. Saluti fraterni.

Francesco Salistrari

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