193 utenti


Libri.itBELLA BAMBINA DAI CAPELLI TURCHINIPAPÀ HA PERSO LA TESTACHI HA RUBATO LE UOVA DI MIMOSA?EDMONDO E LA SUA CUCCIAMARINA
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

5 Febbraio 2007 08:20

Belle da morire

1032 visualizzazioni - 0 commenti

di Monica Lanfranco

Belle da morire di Monica Lanfranco monica.lanfranco@gmail.com Un libretto di meno di sessanta pagine, di una piccola casa editrice di movimento oggi scomparsa; in copertina un teschio riconoscibile come quello di una donna perché, con le dita ossute e grottesche, l?arto scheletrico tiene un rossetto nell?atto di passarlo su inesistenti labbra. Il titolo di quel pamphlet anni ?70 era Belle da morire, e il sottotitolo raccontava una inequivocabile presa di posizione contro la vivisezione e la sperimentazione cosmetica sugli animali: non si può essere belle se si è cattive. Etica e bellezza, dunque, un binomio non sempre in accordo. La rincorsa al piacere dell?apparire e la riflessione sul piacersi a prescindere dai modelli standardizzati sono stati argomenti molto dibattuti nei primi movimenti delle donne, a partire da quel libro e dalle denunce fatte dalle associazioni animaliste, nelle quali attivissime da sempre sono le donne, contro la crudeltà dell?uso di cavie per testare profumo, creme e altri prodotti. Già dagli anni ?80 hanno iniziato a prosperare linee cosmetiche alternative di buona qualità cruelty free, e spalmarsi l?idratante è diventato un gesto meno raccapricciante. Il ventennio che abbiamo alle spalle ha però velocemente distrutto l?utopia di una svolta meno edonistica e più in armonia con la natura anche dal punto di vista estetico: il mercato del dover essere, pompato dai modelli imperiali della televisione e dei suoi profeti, i protagonisti dei reality, ha coinvolto anche gli uomini, che assieme alle già avezze consumatrici, hanno fatto lievitare a livelli fantasmagorici il fatturato dell?industria cosmetica, e solo i maschi hanno sborsato oltre 250 milioni di euro nel 2006, non contando il comparto della ricostruzione chirurgica più o meno invasiva, con il suo carico di vittime. Ma prima di arrivare all?estremo tributo in nome della presunta bellezza, ovvero la morte, ci sono stadi intermedi. Per esempio decidere di accettare di soffrire, o comunque vivre a disagio, per la moda, in nome del look, per essere come le altre, quelle considerate glamour e dunque vincenti. A fine gennaio una delle riviste di salute e benessere italiane che ha da anni istituito anche un centro di formazione alle tecniche mediche solistiche, Riza Psicosomatica, lancia l?allarme sul fenomeno italiano delle fashion victim, quelle vere però. I pantaloni troppo aderenti, i tacchi esagerati, le scarpe strette a punta, i reggiseni che comprimono, i tessuti impossibili che non fanno traspirare la pelle, gli ombelichi e le schiene scoperte anche alle temperature invernali. I dati che emergono dalla ricerca di Riza dicono che otto donne su dieci, soffrono e talvolta si ammalano per colpa degli abiti o degli accessori che portano ( o non portano quando si dovrebbe, se si avesse a cuore la salute e l?agio. I problemi di salute sono serie: di circolazione, di sudorazione, irritazioni e allergie, escoriazioni, dermatiti, infezioni e dolori di diverso tipo. Il campione è stato realizzato monitorando le abitudini di circa 1000 donne italiane di età compresa fra i 20 e i 55 anni. Il dato di partenza è già di per sé significativo: all'82% delle donne capita o è capitato di accusare malesseri e disagi per colpa dell'abbigliamento o degli accessori che indossa. Si va dai problemi di circolazione (62%) alla sudorazione eccessiva (59%), dalle dermatiti (43%) ai calli ed escoriazioni ai piedi (39%). Per non parlare delle reazioni allergiche - dovute soprattutto al contatto delle fibbie, dei ferretti e dei bottoni con la pelle - (31%) dei gonfiori alle gambe (21%) e dei mal di schiena (18%). Le cause principali? Abiti dalle taglie troppo piccole (28%), scarpe irrimediabilmente scomode (26%), tessuti sintetici o non traspiranti (15%), biancheria intima fastidiosa (12%) o borse pesanti (8%). La lista degli indumenti e degli accessori killer: reggiseno col ferretto (72%), scarpe col tacco alto (65%), jeans troppo aderenti (61%), perizomi (58%), magliette che lasciano scoperto l'ombelico anche d'inverno (52%), orecchini di bigiotteria (32%), collant troppo costrittivi (28%). Al top delle situazioni nelle quali ci si massacra c?è la serata elegante o gli appuntamenti galanti (31%), ma anche lo sport (25%), gli appuntamenti formali al lavoro (19%) o durante i viaggi (13%). Tutto questo accade nonostante molte signore (56%) affermino di guardare con attenzione le etichette dei capi che acquistano. Resta il fatto che la ricerca di abiti e/o accessori che salvaguardano in primo luogo il benessere fisico è una priorità appena di una donna su quattro (24%). Per il futuro? Il 34% sogna abiti dimagranti, il 26% tessuti massaggianti e il 14% vestiti antisudore. Per chi si ricorda del vecchio adagio (sessista), e lo ha combattuto, che recitava ?chi bella vuole apparire molto deve soffrire? questi dati non costituiscono un grande conforto.

COMMENTA