362 utenti


Libri.itGLI UCCELLI vol. 2LA REGINA DELLE NIAGARA FALLSSOLVEIG. UNA VICHINGA NELLA TERRA DEGLI IROCHESICIOPILOPI MARZO 2024 – SULLA MORTE E SULLA VITABIANCO E NERO
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

3 Gennaio 2007 08:59

Zingaria

997 visualizzazioni - 0 commenti

di Doriana Goracci

Finalmente esonerata dagli auguri magari da ricambiare, leggo con attenzione questo report, lo stato di Zingaria... Ripenso all'impossibile vita proposta dal nord ai vicini terroni del sud che emigravano nella loro terra per lavorare e mandare soldi a casa. Anche gli zingari sembrano essere cambiati, non sono più nomadi ma si stanziano e chiedono e prendono, si fà allora terra bruciata, letteralmente. Noi non avvezzi storicamente ad importare schiavi e creare domini, perchè eravamo emigranti, noi italiani buoni rigurgitiamo il nostro passato romano, in alcuni casi le guerre sante posteriori ad esso, magari sotto l'egida di uno scudo crociato. Ripenso alle innumerevoli feste al Colosseo. gli altri erano da mangiare, come oggi le notizie. Ne facciamo una scorpacciata e poi per un po' ci mettiamo a dieta. Magari per saziarci di nuovo con le bugie mediatiche. Doriana Goracci ****************************************** Non è esattamente il miglior modo per augurare un buon anno, ma non è possibile tacere sui gravi fatti di Opera, vicino Milano. La cinquantunesima stella. L'Italia comincia a somigliare all'Alabama anche nel linciaggio. Quel che è avvenuto ad Opera nel 2006 - data storica, da segnare - è infatti assolutamente identico a quel che succedeva in quel Paese intorno al 1906: i paesani che si riuniscono con le torce, le urla, le grida, i pochi uomini dello sceriffo messi in fuga e la folla che si dirige vociando verso l'accampamento dei negri e lo mette a fuoco. Certo, da noi è una novità e fa ancora impressione: ma in capo a qualche anno, com'è successo in America, ci saremo abituati. Se si brucia una bandiera israeliana intervengono le massime autorità a ricordare Auschwitz e a (giustamente) condannare l'antisemitismo. Se si brucia un'intera tendopoli di zingari, al massimo è un episodio di cronaca: nè Prodi nè Napolitano ritengono di dover andare sul posto a dir qualcosa. Eppure, Hitler non ammazzava solo gli ebrei. Anche quello degli zingari è stato un Olocausto. Leghisti, ex-fascisti di Aenne e fascisti doc di Forza Nuova si sono divisi fraternamente il compito di portare torce e benzina e di appiccare il fuoco. Ognuno con una sua logica precisa. Per i leghisti il problema principale è di far dimenticare all'operaio lombardo com'è che è diventato disoccupato. La Lombardia era terra di fabbriche e di diritti, di operai civili e produttori. E organizzati fra loro: non era facile, prima della Lega, mettere i piedi in faccia all'operaio lombardo. Questo agli industriali non stava bene. Hanno preso le fabbriche e le hanno portate in posti più tranquilli. E contemporaneamente hanno cominciato a fare un gran polverone sul fatto che le disgrazie degli operai venivano dai meridionali, dai marocchini, dai cinesi, da tutti fuorché da loro. Che nel frattempo delocalizzavano quatti quatti. Il compito della Lega, in tutta questa operazione, è stato di fare da vaselina. E anche la caccia agli zingari va bene, purché non si pensi alle fabbriche volate via. Fascisti ex e fascisti doc la caccia agli zingari l'hanno sempre fatta, e non c'è alcuna ragione per cui non vogliano farla anche ora. Quella agli ebrei l'hanno dovuta smettere perché ora gli ebrei, bene o male, sono armati. Ma non c'è uno Stato di Zingaria a cui render conto. Perciò, caccia aperta con la benzina e i bidoni. ________________________________________________ Fonte: La Catena di San Libero - 29 dicembre 2006 n. 349

COMMENTA