17 Luglio
GRAZIE GINO! a cura di Paolo De Gregorio ? 16 luglio 2006 Gino Strada da Kabul parla all?assemblea autoconvocata per sostenere gli 8 senatori che non voglio rifinanziare l?intervento italiano in Afghanistan e finalmente ascoltiamo parole chiare, pure, di persona pulita e coerente: ?il movimento per la pace è finito, basta coi pacifisti dobbiamo dare vita a un movimento CONTRO LA GUERRA. Dire si alla missione in Afghanistan sarà un macigno per quell?area di sinistra vicina al movimento, nessun fine può giustificare una guerra?. Spero tanto che il netto rifiuto della guerra faccia da spartiacque tra una vecchia sinistra capace di bombardare la Serbia e vigliaccamente servile verso gli Usa e la Nato, senza più ideali né identità, e una nuova sinistra che DEVE nascere e crescere su questo rifiuto. Per me la PACE va costruita con una dura lotta politica nazionale ed internazionale capace di ottenere il consenso di milioni di persone su obiettivi fondamentali contro ogni guerra. Il ?Manifesto contro la guerra? che mi sentirei di sottoscrivere, e per cui volentieri mi batterei, deve essere comprensibile per tutti e contenere questi obiettivi: - screditare l?ONU, che non ha evitato una sola guerra, che è governato dai 5 paesi con diritto di veto che producono e vendono l?85% delle armi in circolazione. Il massimo consesso internazionale per la PACE in mano ai guerrafondai è una ipocrisia intollerabile e un ostacolo da rimuovere - è indispensabile dare vita ad un nuovo organismo internazionale per la PACE i cui aderenti, come Stati, si impegnino a costruire le condizioni per cui la PACE sia non solo un obbligo morale, ma rappresenti scelte concrete. I requisiti per poter far parte di un vero consesso di PACE devono comprendere questi impegni: - divieto assoluto di vendere armi - impegno a non possedere armi di tipo offensivo atte a portare la guerra lontano dal proprio paese (tipo portaerei, sottomarini, missili a lunga gittata, bombardieri, armi atomiche), ma poter disporre senza limiti di armi adatte a difendere il proprio territorio - divieto di aderire a qualsiasi alleanza militare (tipo NATO) - divieto assoluto di possedere basi militari al di fuori del proprio territorio nazionale - riconoscere come suprema magistratura internazionale il Tribunale dell?AIA e impegnarsi a rispettarne le sentenze. Per un paese che afferma di essere ?democratico?, questi obiettivi dovrebbero essere quasi ovvii, ma oggi la parola democrazia non vale niente e solo un grande movimento internazionale può ottenere questi obiettivi. Se il vero ?terrorismo? fosse considerato la vendita o cessione di armi ad un paese terzo, dovremmo constatare che le due più grandi emergenze attuali, l?Iraq e la Palestina, sono emblematicamente frutto di un doppio intervento USA, uno che ha armato la mano di Saddam Hussein, perché facesse per procura la guerra all?Iran, fornendogli anche le armi batteriologice, l?altro che ha fornito ad Israele il meglio della più moderna tecnologia militare (fino alle bombe atomiche) che fa fare a questo stato una politica di prepotenza e di sopraffazione. I ?terroristi? sono coloro che producono e vendono armi con l?intento di determinare fatti che vadano a proprio vantaggio economico e politico. Oggi si chiamano terroristi solo coloro che resistono, con le sole armi che hanno, all?occupazione di eserciti stranieri. Qui in Europa dobbiamo assolutamente ottenere lo scioglimento della NATO, la chiusura di tutte le basi, comprese quelle Usa, e la fine di questo accodarsi servile e vigliacco alla politica Usa. La Costituzione Europea, più che ricordare le radici giudaico-cristiane, dovrebbe guardare al futuro, ed inserire solennemente nella sua Carta fondante impegni concreti e non retorici, che mettano il rifiuto della guerra e dei suoi strumenti offensivi al primo punto. Paolo De Gregorio