19 Giugno
Care Amiche e Amici, mi permetto inviarvi questo interessante intervento in difesa delle persone clandestine e di denuncia contro il lavoro nero pubblicato ieri su METROPOLI l'inserto sull'immigrazione del giornale Repubblica a firma del Consigliere Comunale di Bologna Leonardo Barcelo www.leonardobarcelo.it CONCEDERE PERMESSO DI LAVORO AI TITOLARI DI SOGGIORNO PER MOTIVI DI GIUSTIZIA. A Bologna 14 cittadini di origine moldava hanno ottenuto il soggiorno per motivi di giustizia grazie al coraggio e determinazione dimostrati nel denunciare i loro tre sfruttatori ,due dei quali sono stati arrestati per ordine del p.m. Walter Giovannini,( il terzo era deceduto settimane prima). L? accusa nei loro confronti é di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera clandestina e alla truffa nei confronti di lavoratori moldavi. A questi ultimi venivano fatte promesse per la loro regolarizzazione, dietro un compenso tra i 2000 e 3000 euro trattenuto in rate dello stipendio,mentre le pratiche non venivano neanche avviate.L? indagine della polizia di Bologna, ha consentito di appurare che lo sfruttamento dei moldavi clandestini era iniziato nel Maggio 2004.A casa dei malfattori la polizia ha trovato fotocopie di passaporti, libri paga e altro materiale che ha dimostrato l?esistenza di un consorzio criminale. E? da ricordare che proprio alla fine dell?anno scorso lo stesso Sindaco Cofferati ha invitato i lavoratori in nero, sfruttati dal caporalato, a presentarsi in Comune per essere accompagnati in Questura a denunciare il fatto.Ricevendo i cittadini moldavi sostegno da parte degli uffici comunali la prima fase dell?operazione si é conclusa con la carcerazione dei due sfruttatori Tuttavia questo positivo epilogo dello smantellamento dell? organizzazione criminale non può ritenersi sufficiente : l?ottenuto permesso di soggiorno per motivi di giustizia non dà , di per sé, l?autorizzazione a lavorare ai 14 moldavi . Il permesso per motivi di giustizia dura per legge solo tre mesi, salvo rinnovo e non contempla espressamente la possibilità in questo periodo di poter trovare legittimamente un?occupazione. Possono, invece, beneficiare di un permesso che comprende anche la facoltà di lavorare e di essere sostenuti in un percorso di reinserimento sociale le persone alle quali sia stato concesso il soggiorno per particolari motivi di protezione sociale ( art.16 Legge Turco Napoletano, confermato dall?articolo 18 dell?attuale legge), come ad esempio le donne sfuggite al racket della prostituzione. Poiché invece il soggiorno per motivi di giustizia legittima solo la presenza dello straniero nel territorio italiano finché sia indispensabile ai fini processuali ci troviamo di fronte ad una situazione iniqua e paradossale, per la quale il coraggioso denunciante per tutta la durata del permesso non avrà la possibilità di autosostentarsi. Oggi alla luce della recentissima sentenza della Cassazione a sezione unite depositata il 27/4/2006 che riafferma il principio per il quale il detenuto straniero, anche se clandestino, può lavorare beneficiando di misura alternativa alla pena, appare aberrante l?assurda situazione della vittima che rischiando ha denunciato la piaga del lavoro nero, la quale a differenza dell?autore di reato non e autorizzata a lavorare Questa palese stortura della normativa vigente che quasi incentiva al delinquere dovrebbe, a mio parere, essere, in primo luogo sanata espressamente con un intervento legislativo modificativo della norma vigente. Mi auguro comunque che la Questura adotti una prassi interpretativa più ampia dell articolo 11lett.c Bis del Regolamento della legge dell?immigrazione concedendo ai moldavi e alle persone che si trovano nelle loro stesse condizioni un permesso per motivi di giustizia con facoltà di occupazione , in quanto possibilità non esplicitamente prevista ma non espressamente esclusa dalla legge, sicuramente più rispondente ad equità e giustizia . Leonardo Barcelo L. Consigliere Comunale Gruppo D.S Bologna Responsabile Provinciale D.S Bologna www.leonardobarcelo.it