9 Maggio
Apro questa lettera sottolineando che quanto seguirà non vuol essere unicamente il frutto di uno sfogo polemico verso questa meravigliosa città senza più veli; piuttosto vuol essere una visione condivisa e ponderata che mette in luce una caratteristica dei suoi abitanti, più o meno autoctoni, che di sicuro, oggi,non sono più in grado di rispecchiarne il vanto. Città d'arte e di cultura,richiamo di turisti provenienti da ogni parte, che giornalmente rispettosamente, la invadono,la ammirano,..la scoprono dopo averla immaginata, idealizzata,sognata!!! La caratteristica a cui poco prima accennavo, è la forte e scaltra avidità che va ben oltre quelle che sono le leggi che regolano il giusto scambio nella politica del libero mercato. Un motto pubblicitario citava "Provare per credere"ed in effetti, è sufficiente trascorrere una mezza giornata a Venezia per rendersi subito conto che dal momento in cui ti svegli dal sogno e metti i piedi oltre la linea d'ombra del grande Parking,ti raggiunge una spietata consapevolezza che esattamente da quell'istante fà che la tua mano debba prendere il portafoglio ,dovunque sia posto,sempre più spesso...come in un giro di valzer,secondo un ritmo di crescita esponenziale, per poterti procurare i servizi indispensabili alla sopravvivenza dell'uomo civile, di qualsiasi età, da 0 a 99 anni. Un esempio...?! La toelette, un bisogno fisiologicamente irrinunciabile, al modico costo di 1 euro a persona per volta...un consiglio utile può essere quello di cercare di non bere troppi liquidi!!! Una canzone cantata dalla grandissima Liza Minelli,nel film New York NewYork, al fianco di R.De Niro, ripeteva al ritmo "Money...money.." il bisogno assillante per alcuni soggetti di accumulare denaro. Una signora italiana, qui a Venezia anche lei, accanto a me nella fila per il bagno all'interno del grande Parcheggio, mi guarda e con tono consapevole ma sconsolato di chi è costretto ad accettare uno stato di cose consolidate,notando la mia espressione perplessa difronte alla signora con il camice che mi indica una macchinetta in cui devo far scivolare una moneta di ben 1 euro mi dice:"Prima volta qui?!...Si abituerà presto...qui TUTTO è a pagamento...vedrà.." In tutta onestà non è la prima volta che mi trovo a Venezia per turismo,ma è la prima volta che porto con me due ragazzi quindicenni, mio figlio ed un suo caro amico. Non capisco, non riconosco quella città che anche da ragazzina avevo avuto il piacere di visitare restando abbagliata dalla bellissima piazza di S.Marco, dalla straordinaria arte dei maestri vetrai (dove era possibile comprare un oggettino di vetro senza fare un leasing e senza trovarvi la scritta Made in China),dalle bellissime Chiese dense di arte e cultura sacra aperte fino alle 17 con entrata libera (oggi invece a pagamento anche quelle)... Il costo del pranzo è il meno se non si hanno grandi pretese... I ragazzi fanno a gara ad entrare ed uscire dalle Chiese, per trovare quella in cui sia possibile entrare e con giusto rispetto poter visitare gratuitamente. Altro che balzello medioevale!!! Alcuni manifestini riportano l'offerta riguardante un pacchetto di n.8 chiese per tot.euro. Sconsolati, ma allegri per la bella giornata e per l'aria che ancora possiamo respirare "gratis", ci dirigiamo al traghetto comunale e ci accorgiamo presto che anche qui i turisti vengono tassati....il costo della singola corsa per il veneziano è di 0'50 e per il singolo turista al di sopra dei due anni è di 5 euro e senza posto a sedere!!! I ragazzi hanno comunque respirato della buona cultura, hanno potuto camminare per le piccole vie e calli di questa città lagunare e si sono divertiti alla ricerca perduta del mitico numero civico 1... Per gli adulti, un po' di amarezza nel constatare che all'estero,capitali europee come Londra,permettono che la grande cultura, i grandi Musei, le grandi Cattedrali, siano un bene prezioso che è giusto condividere con tutti indipendentemente dal loro...conto in banca.... Per una cultura accessibile a tutti Per i nostri ragazzi Perchè il bello non possa essere pregio solo dei pochi, grazie.
