20 Ottobre
Tempo fa mi è capitato di seguire un servizio televisivo in cui un giornalista un po' bizzarro andava per strade, bar e spiagge a chiedere agli avventori se condividessero l'introduzione dei numeri arabi nelle scuole del nostro Paese. Ne risultava che praticamente tutti si dichiarassero contrari e contrariati, talvolta indignati, da una simile proposta. Si scatenavano commenti ingiustificabili e surreali. Devo pensare (e sperare) che il montaggio avesse escluso gli intervistati che avevano risposto correttamente dal momento che i numeri arabi sono presenti in Italia sin dal XIII secolo, ma resta il numero elevato di quelle reazioni. A preoccupare non è soltanto la mancanza di conoscenza (ignoranza) dell'esistenza dei numeri arabi nella nostra vita quotidiana, quanto il pregiudizio condito da un luogo comune radicato e diffuso contro il mondo arabo. A preoccupare è il preteso protezionismo culturale nei confronti del guscio rassicurante della nostra identità. Gli intervistati sembravano vere e proprie vittime di una propaganda falsamente patriottica e stupidamente xenofobica che impoverirebbe il nostro sapere e la qualità della nostra stessa vita. Riconoscere il grado di civiltà degli altri è fattore decisivo per la nostra crescita. Un mondo cooperativo è molto più bello di un mondo competitivo.
24 Ottobre 2023 14:05
Sono d'accordo su entrambe le tesi dell'articolo: l'ignoranza ed il pregiudizio nei confronti dell'Islam. La Fallaci docet
Concetta Centonze