340 utenti


Libri.itICOSACHI E CAPPUCCETTO GIALLO CON LE STRISCE CATARIFRANGENTILA PESTE SCARLATTALA REGINA DELLE NIAGARA FALLSCOSÌ È LA MORTE?LILLI E MOSTROPUPAZZOLO 2
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

18 Ottobre 2023 15:00

Digiuno e preghiera

59 visualizzazioni - 0 commenti

di Tonio Dell'Olio

E a questo punto non ci resta che fare come fanno i poveri, i senzavoce, i disarmati. Preghiera e digiuno. Col lusso di poterli scegliere - entrambi - senza subirli, ma almeno per lasciarci colpire un poco nel corpo. Giusto il tempo di affidare al cielo una speranza. O forse per dire alle lacrime di irrigare una terra gravida del tempo nuovo. È l'ora di ritrovare le frequenze d'onda del dolore dell'altro. Perché è il dolore e la sofferenza che ci schierano dalla stessa parte e ci rendono famiglia, famiglia umana. Sempre troppo tardi scopriamo che il sangue ha lo stesso colore a ogni latitudine umana. Digiuno e preghiera, allora, come ingredienti di un unico impasto che raccoglie anche le briciole della disperazione degli altri che è parente stretta della nostra. Non l'evasione di un volo che ci allontani dalla terra fradicia di lacrime e sangue. Piuttosto una responsabilità che germoglia dal centro di noi stessi per dire basta. E per aiutarci a scorgere un accenno di luce, un barlume, nella tenebra dell'ingiusta condanna del male che sembra tatuata sulla pelle dei poveri. Riuscire a gridare il nome di Dio.

COMMENTA