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4 Ottobre 2023 16:10

Vita (e morte) da rider

75 visualizzazioni - 0 commenti

di Tonio Dell'Olio

Correre, correre, correre. Da una parte all'altra della città. Questo deve fare un rider stando attento a non fare ritardo e a non perdere una consegna. Questo faceva anche Sebastian Galassi a 26 anni a Firenze per quei 600 euro al mese che lo aiutavano a pagarsi il corso di design cui si era iscritto. Aveva progetti, Sebastian, faceva sogni. Ma si sono infranti tutti la sera del 1° ottobre contro un suv. Quella dei rider è una condizione che meriterebbe una più seria riflessione e l'assunzione di provvedimenti e norme di tutela e protezione. Ma il mondo che corre non può permettersi il lusso delle piazzole di sosta della giustizia. Il giorno dopo sul cellulare del rider è arrivato un messaggio: "Gentile Sebastian, siamo spiacenti di doverti informare che il tuo account è stato disattivato per il mancato rispetto dei termini e delle condizioni. Per mantenere una piattaforma sana ed equa, talvolta è necessario prendere dei provvedimenti quando uno degli utenti non si comporta in modo corretto". L'algoritmo ha deciso. Sebastian è stato licenziato post mortem per aver mancato una consegna! Il contatto umano non esiste. E quelli di Glovo, per scusarsi, hanno fatto sapere alla famiglia che si fanno carico di una parte delle spese del funerale. Fanno così anche i clan mafiosi quando avviene la morte di un innocente coinvolto casualmente in una sparatoria.

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