14 Dicembre
"Piccoli e grandi muri, mondi sempre più chiusi"
Un violoncello suonava una melodia di Bach mentre, di fronte all'anziano musicista, la gente abbatteva il muro di Berlino. Era il nove novembre del 1989, il giorno che segnò la fine della guerra fredda fra Est e Ovest, fra Russia e America. "Da questo momento -proclamarono politici e presidenti- cambierà il mondo e tutta l'umanità non sarà più come prima!"
Invece da quel giorno, da nord a sud, fu un continuo innalzarsi di nuovi muri. Muri israeliani per chiudere i palestinesi in un gran
ghetto. Muri statunitensi per bloccare i migranti del sudamerica. Barriere di ferro e filo, in Ungheria e Croazia, per fermare i
siriani che fuggivano dai massacri. Ma questi sono soltanto alcuni. Il pianeta si coprì rapidamente di muri, grandi e piccoli, ancora più
numerosi di quelli di prima. Ora siamo qui a san Cristoforo, quartiere di Catania.
Dei ragazzini, in frotta, scendono giù per via Plebiscito. "Alfio, Paolino -gli chiediamo- dove state andando?" "Stamu iennu a Catania!"
A Catania? Ma non siamo già a Catania? Ma poi, riflettendo, comprendiamo tutto. San Cristoforo è Catania ma per i ragazzini
non è la città loro. Per loro la città "perbene" è un territorio straniero, che non gli appartiene. Chiuso da un muro virtuale, difficile da
scavalcare. Vedono, dall'altra parte del muro, gente che non li vuole.
* * *
Il piccolo mondo di un quartiere, l'immenso pianeta umano sempre più trincerato.