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12 Novembre 2022 11:12

Il PD salvato dalle Ong. Finirà a Lampedusa o verrà respinto pure dalla Francia?

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di Fausto Carratù


La diatriba sui migranti sta assumendo ormai aspetti e toni tanti ridicoli quanto inspiegabili. Colpa dei troppi che, dall'alto delle apposite cariche istituzionali, dovrebbero fare luce, mentre  intervengono in termini sistematicamente sibillini, invocando Costituzione e trattati internazionali di cui non riferiscono mai le esatte, letterali disposizioni, lasciando spazio a interpretazioni presunte, inesistenti o arbitrarie.
 
Proviamo qui a portare un minimo di ordine, movendo dal più elementare e condivisibile buon senso, guardando a quello che norma e buon senso dispongono per il settore privato ed interno, citando una legge, presente nella sostanza in tutti gli altri paesi, a cominciare dagli europei.
Chi si introduce o anche solo si intrattiene nella privata dimora altrui, senza il consenso del proprietario, commette il reato della violazione di domicilio e rischia il carcere (art.614 Codice penale).
Semplice,chiaro elementare.
 
Che una simile logica sia trasferibile e da trasferire al rapporto tra territori nazionali e cittadini stranieri, appare di lapalissiana evidenza. L'Italia è la dimora degli italiani e qualunque straniero metta piede sul suolo nazionale senza il consenso del popolo, che di quel suolo ha la sovranità, commette violazione di un fondamentale diritto nazionale ed internazionale.
 
Caso particolare della Ue. Che i cittadini degli altri paesi dell'Unione europea abbiano il diritto di venire in Italia senza chiedere permessi costituisce il risultato comunque di una concessione che, una tantum, i singoli popoli sovrani della Ue hanno fatto ai cittadini degli altri partecipanti alla Ue. La "libera circolazione" nei paesi Ue resta pur sempre una inoccultabile concessione degli stati sovrani che ne fanno parte.
 
Che dice la Costituzione italiana sul problema dei migranti? È stato tirato in ballo (persino da un ex magistrato) l'art. 3, che vieta discriminazioni. Certo, ma il divieto vale per i cittadini italiani, stante che la Costituzione in esame è "italiana", parla e vale per i suoi cittadini. Applicare questo articolo agli stranieri è formalmente e sostanzialmente errato.
Un noto luminare (presidente emerito della Corte Costituzionale) ha condannato di incostituzionalità la norma che impedisce alle Ong di scaricare stranieri sul territorio italiano. Non sapendo a quali articoli della Costituzione si riferisse, non resta che pensare all'art. 10: "l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme dl diritto internazionale generalmente riconosciute... Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo... secondo le condizioni stabilite dalla legge".
 
C'è qualche italiano che sappia con un minimo di certezza quali sono le regole che costituiscono questo fantasmagorico "diritto internazionale", chi e quando abbia redatto quelle norme? Nessuna delle tante emittenti televisive nazionali, nessuna delle estenuanti serate occupate da inutili battibecchi televisivi, ha trovato opportuno addentrarsi nella foresta di quelle norme, per ricavarne alcuni, pochi elementi capaci di portare minima chiarezza sull'argomento. Ormai le norme internazionali svolgono il ruolo che una volta toccava alle Sibille! Fumo e vaghezza, se non vacuità, di concetti.  Su tutto e tutti, il fantasma delle sovranità. Col risultato che quando il suolo è difeso dagli italiani, è sovranismo. Quando il suolo è difeso dall'Ucraina, è democrazia! Pure un infante capirebbe che qualche cosa non quadra. È sovrana la nostra Costituzione o le norme internazionali? In caso di conflitto, chi prevale? Nessun solone risponderà mai... dato che la Costituzione prevede sì "limitazioni di sovranità" (art. 10) ma la stessa Costituzione è soggetta a "revisione" (art.138) da parte di un sovrano (costituito dal parlamento, all'occorrenza soccorso dal popolo), che ha sempre facoltà e diritto di modificare o annullare quelle stesse "limitazioni".
 Certo,la perfezione non è di questo mondo, ma almeno smettiamo di spacciarla come esistente.

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