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11 Marzo 2022 10:35

1943: la resa italiana di fronte alla "impari lotta"

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di Fausto Carratù


Ricordiamolo. Nel 1943 il governo italiano chiese la cessazione delle ostilità agli Alleati, perché prese realisticamente atto della "impari lotta" contro la "soverchiante potenza avversaria". Quel governo adottò questa misura  "nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione". Di fatto l'Italia si arrendeva, accettando la resa come minore dei mali.
Quando scoppia una guerra tra due Stati dalla potenza bellica totalmente differente, il governo dello Stato più debole ha il dovere morale di trattare la resa.
Solo un sottoprodotto della subcultura televisiva arriva ad incitare il suo popolo alla resistenza, che significa incitare la sua gente a farsi massacrare.
Putin, seppure prodotto della svolta gorbacioviana, è  comunque stato allevato nella cultura comunista dell'era brezneviana, avvezza a risolvere la differenza di opinione con i carri armati.
Ma, tanto premesso, quel Putin non è certo un Attila, uno degli invasori del passato che occupava i territori sterminandone gli abitanti. Appropriatosi della Crimea, rese indipendenti le regioni  a stragrande maggioranza russa, assicurata la neutralità della Ucraina, ossia il suo non ingresso nella Nato, l'Ucraina continuerebbe a vivere pacificamente, evitandosi lutti e distruzioni la cui assurdità sta proprio nella loro evitabilità.
Resta evidente la indiscutibile superiorità militare della Russia,a cui solo gli Usa potrebbero opporsi, ma una simile ipotesi è da scartare ed è stata scartata per la prevedibilità dell'uso delle armi nucleari, distruttrici di tutto e di tutti.
Di fronte a tale superiorità, un governo di minima intelligenza e di minima responsabilità politica avrebbe da subito chiesto l'armistizio.
Che l'Italia abbia inviato armi all'Ucraina, costituisce il più inspiegabile e condannabile errore del governo Draghi, per altri aspetti del tutto prezioso. Armare gli ucraini serve solo a prolungarne morti e distruzioni. Primum vivere, sentenziavano i Romani.
Se un nano viene aggredito da un energumeno che vuole rubargli il portafoglio, può certo reagire, col risultato però di perdere alla fine comunque il portafoglio, e di finire pure fracassato in ospedale.
Se il nano è sufficientemente intelligente,lascia il portafoglio ma torna a casa vivo e sano. Insomma, resistere è scelta intelligente, quando ha speranza di risultati, altrimenti è comportamento da irresponsabili.

Fausto Carratù

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