22 Marzo
di Associazione nazionale Nuova Colombia
Lo scorso 17 marzo le strade e le piazze della Colombia sono state scosse da una grande mobilitazione nel contesto della giornata nazionale di sciopero, convocata da sindacati e organizzazioni sociali e popolari.
I diversi soggetti che hanno partecipato alle massicce manifestazioni in tutto il paese denunciano che gli accordi parziali raggiunti da governo e FARC all'Avana non sono adeguatamente sostenuti da azioni e decisioni del governo.
La giornata di manifestazioni è ben sintetizzata dalle parole di Alberto Castilla, del Congresso dei Popoli : "Credo che in questo momento occorre dare fiducia al popolo colombiano per sostenere il processo, per l'implementazione degli accordi, ed è quello che si sta facendo. E' molto importante che il contadino sia riconosciuto come un soggetto politico con dei diritti, che si difenda l'economia, che si rivedano gli accordi di libero commercio, la politica delle privatizzazioni e che si difenda il pubblico".
La firma di una pace fra l'insorgenza rivoluzionaria delle FARC e il governo colombiano può rappresentare un gigantesco passo in avanti per la situazione colombiana; ma se anche le armi taceranno, non per questo si interromperà il conflitto sociale, che nasce ben prima di quello armato ed è sorto a causa delle enormi contraddizioni che vive il paese, colmo di immense ricchezze in mano ad una percentuale infinitesima della popolazione; e senza giustizia sociale, la pace non sarà che una chimera.