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20 Marzo 2016 16:53

AUTORITA' PENITENZIARIE SAPEVANO DEGLI ORRORI DEL CARCERE "LA MODELO" DI BOGOTA'

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di Associazione nazionale Nuova Colombia

Secondo la testimonianza di un paramilitare smobilitato, l'Istituto Nazionale Penitenziario e Carcerario della Colombia (INPEC) era a conoscenza delle oltre 100 sparizioni avvenute fra il 1998 ed il 2001 nel carcere "La Modelo" di Bogotá.
I fatti descritti sono agghiaccianti: nel 2001 un maiale di un allevamento a sud di Bogotá, nutrito con scarti di cibo provenienti dal suddetto carcere in virtù di un accordo con l'INPEC, è stato rinvenuto con una mano umana.
Nella casa degli orrori del carcere "Modelo"  descritta dal paramilitare, i corpi degli scomparsi sono stati fatti a pezzi e dati letteralmente in pasto ai maiali, dopo essere stati sottomessi attraverso scariche elettriche e "soffocati, avvelenati o accoltellati".
Caterina Hyeck, direttrice della Procura Nazionale Specializzata, ha segnalato che le persone scomparse erano sia reclusi, sia visitatori e persone non sottoposte a pene.
La Procura (finalmente) indaga su questi fatti e sulle carceri di San  Isidro (Popayán), La Modelo (Bucaramanga) ed El Bosque (Barranquilla), e sulle complicità dell'INPEC. Ma il sistema carcerario colombiano, al collasso, va integralmente ripensato, perché luogo per eccellenza della violazione dei diritti umani in quanto specchio di una società dove tali violazioni sono norma e regola.
Il regime presieduto in questa congiuntura dall'oligarca Santos, non solo ha la sfacciataggine di negare l'esistenza del paramilitarismo di Stato, ma ne agevola anche in tutti i modi le pratiche terroristiche ai danni di oppositori, o anche solo di testimoni scomodi. Ma per costruire una pace sostenibile e duratura dovrà riconoscere la propria responsabilità e smantellare il paramilitarismo che è, in ultima istanza, una politica controinsorgente di Stato.

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