7 Novembre
di Associazione nazionale Nuova Colombia
Il Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC, attraverso un comunicato del 2 novembre 2013, ha denunciato che alla vigilia della liberazione dell'ex marine statunitense Kevin Scott, detenuto dall'organizzazione guerrigliera, un bombardiere dell'aviazione colombiana ha sorvolato l'area segnalata nonostante una formale ed esplicita proibizione in tal senso inclusa nel protocollo accordato.
Nel comunicato, inoltre, si legge che "alle 7.00 del mattino un aereo militare di riconoscimento stava sorvolando la stessa zona. Nella notte, truppe dell'Esercito Nazionale sono avanzate fino al villaggio di Tomachipán, all'interno dell'area esclusa da operazioni militari".
Le FARC denunciano "la sfacciata volontà delle forze armate ufficiali di non rispettare gli impegni assunti nel protocollo accordato fra il Governo della Repubblica di Colombia [..] ed il Comitato Internazionale della Croce Rossa".
Per l'ennesima volta, il governo colombiano ha cercato di boicottare la consegna di un prigioniero in potere delle FARC, attraverso la violazione di una delle più elementari norme del diritto internazionale e delle convenzioni in merito ai conflitti, rischiando di far saltare l'intera operazione, unilateralmente voluta dall'insorgenza colombiana come gesto di buona volontà nel contesto dei dialoghi di Pace dell'Avana. Del resto fu "Jena" Santos stesso che, da ministro della Guerra di Uribe, autorizzò l'uso fraudolento del simbolo della Croce Rossa in un'altra operazione militare: con buona pace di chi ancora avesse dei dubbi sull'incapacità dello Stato colombiano di essere "giudice super partes" nella gestione e nell'implementazione di un eventuale accordo finale tra le parti belligeranti al tavolo dell'Avana.