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29 Novembre 2012 19:51

ANCORA PERSECUZIONE NEI CONFRONTI DELLA MARCIA PATRIOTTICA: ARRESTATI 8 SUOI ATTIVISTI

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di Associazione nazionale Nuova Colombia

Diverse associazioni e comitati per la difesa dei diritti umani hanno denunciato l'arbitrario arresto di 8 professionisti, tutti laureatisi alcuni anni fa all'Università di Caldas, con un'azione di polizia portata avanti simultaneamente a  Bogotá, Manizales, Cali, Huila e Valle del Cauca, con gran dispiego di mezzi e uomini.
L'arresto risale allo scorso 22 novembre, ed i professionisti sono tutti militanti della Marcha Patriótica, alcuni anche del Partito Comunista.
Le accuse, che si basano su dichiarazioni rilasciate da presunti informatori “reinseriti nella società civile”, sono le solite, trite e ritrite, che il governo scaglia verso chiunque esprima un atteggiamento di critica all'oligarchia ed ai suoi rappresentanti: “terroristi appartenenti alla guerriglia”.
A ulteriore dimostrazione del carattere vessatorio e politico dell'operazione, il giudice di garanzia ha dato per certe le imputazioni, rinviando gli 8 a giudizio a tempo di record; le procrastinazioni infinite e i temporeggiamenti della “giustizia”, invece, vengono riservati ai narco-politici paramilitari che infestano il Congresso e il paese tutto, anche quando vengono scoperti in flagranza di reato.
Il segretario del Partito Comunista Colombiano (PCC), Jaime Caycedo, ha affermato che questi arresti sono stati determinati dall'intenzione di rendere inconsistente il processo di pace: “Si tratta di un'offensiva di pressione, di una guerra sporca”, ha chiarito Caycedo, denunciando anche l'assassinio di Edgar Sánchez, attivista del PCC e della Marcha nella città di Soacha, a pochi chilometri da Bogotá, perpetrato lo scorso 10 novembre.
L'oligarchia colombiana vuole ad ogni costo demolire i tavoli del dialogo, terrorizzata all'idea di perdere i suoi privilegi; per questo ricorre a ogni mezzo a sua disposizione, dalla violenza paramilitare, in rapida espansione negli ultimi mesi, alle montature politico-giudiziarie ai danni di attivisti dei diritti umani, arrivando al punto di organizzare falsi attacchi “guerriglieri” per poter denunciare un’inesistente rottura della tregua da parte delle FARC, che peraltro l’hanno dichiarata unilateralmente nonostante il governo Santos continui a militarizzare il paese.

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