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28 Giugno 2010 19:27

Un articolo poco cristiano

604 visualizzazioni - 0 commenti

di attilio doni

Il Sole 24 Ore 23 giugno 2010; Liberazione 24 giugno

Un articolo poco cristiano

Claudio Toscani su L'Osservatore Romano (19 giugno) scrive un articolo poco cristiano nei riguardi dello scrittore portoghese Saramago. Poco cristiano giacché spietato contro una persona che ha appena lasciato questo mondo, e poiché l'autore non sembra essere sfiorato dal pensiero che Dio possa avere accolto a braccia aperte lo scrittore, se persona buona e onesta, "nonostante" fosse ateo. Scrive Toscani: "E per quel che riguardava la religione, uncinata com'è stata sempre la sua mente da una destabilizzante banalizzazione del sacro e da un materialismo libertario...Saramago non si fece mai mancare il sostegno di uno sconfortante semplicismo teologico:  se Dio è all'origine di tutto, Lui è la causa di ogni effetto e l'effetto di ogni causa. Un populista estremistico come lui, che si era fatto carico del perché del male nel mondo, avrebbe dovuto anzitutto investire del problema tutte le storte strutture umane..., invece di saltare al per altro aborrito piano metafisico e incolpare, fin troppo comodamente e a parte ogni altra considerazione, un Dio in cui non aveva mai creduto". Semplicistico è anche voler far passare una delle principali cause dell'ateismo, come una ingenua stramberia dello scrittore portoghese. Il concetto di Dio creatore, Padre amorevole, infatti, mal si concilia con la presenza del dolore nel mondo, e con la capacità illimitata concessa all'uomo di compiere il male. Un'ingenuità (o malevola furbizia?) invece è voler far credere che lo scrittore incolpasse "un Dio in cui non aveva mai creduto". Come poteva incolparlo se non ci credeva? E' sin troppo ovvio che le sue critiche erano in realtà rivolte a coloro che credono nel Dio cristiano.

Attilio Doni

 

Risposta di Savatore Carrubba

Il giornale vaticano aveva il diritto di esprimere il suo pensiero su Saramago. E sono anche convinto che se il quotidiano si fosse adeguato all’ipocrita regola de mortuis nihil nisi bonum qualcuno l’avrebbe potuto accusare di atteggiamento untuoso e pretesco. Insomma: non vedo lo scandalo: rispetto al silenzio, l’imbarazzo o l’indifferenza, giudico preferibile una robusta reazione alle nette, rispettabili e ovviamente discutibili posizioni di Saramago.

 

Replica di Attilio Doni

Caro dott. Carruba, la replica alla sua risposta è già nella mia lettera, della quale lei ha pubblicato solo le prime righe, vale a dire sino a: “nonostante fosse ateo”.

Nessuno avrebbe voluto togliere il diritto all’Osservatore di esprimere la sua opinione sull’opera di Saramago; però, vede, gentile dottore,  se Saramago fosse stato suo padre e, appena deceduto, io con un lungo giro di parole avessi detto, nella sostanza,  che Saramago era un pessimo soggetto, sono persuaso che lei non me ne avrebbe riconosciuto il diritto. La legge civile ci dà il diritto sacrosanto di esprimere le nostre opinioni, ma la legge morale non ci dà il diritto di essere offensivi, irriguardosi. L’articolo apparso sul quotidiano vaticano non è una “robusta reazione” alle posizioni di Saramago, ma è una vera e propria condanna dell’uomo Saramago. Legga attentamente l’articolo e se ne renderà conto. Inoltre, come ho rilevato nella parte della lettera che lei ha omesso, l’autore afferma cose non rispondenti al vero. Senza attenersi all’ipocrita regola cui lei fa cenno, Toscani, avrebbe potuto fare una seria critica all’opera di Saramago, e non cercare di farlo passare per uno sprovveduto che se la prende con Dio per il mali del mondo.

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