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25 Maggio 2010 13:29

In nome dell'Amore arriva lo stalking

1301 visualizzazioni - 3 commenti

di Doriana Goracci

Ce ne sono decine centinaia migliaia di notizie, di storie a disposizione e da leggere, ieri come oggi, da soffocarne. Ne ho scelta una, da un'amica di Rete, tratta da Facebook, che può essere anche questo. Non ho da aggiungere altro, spero nella vostra partecipazione e non nel silenzio.Ci riguarda, come la donna che parla in fretta, tra sussurri e grida.

Doriana Goracci

foto link e video su
http://www.reset-italia.net/2010/05/25/in-nome-dellamore-arriva-lo-stalking/

http://www.youtube.com/watch?v=5-h-ttKrRc0

"Amor che a nullo amato amar perdona" : alcune riflessioni sullo Stalking e dintorni di Lu Agnello.

Definizione di StalkingLo Stalking si presenta come un concetto di difficile definizione sia per la nascita relativamente recente (anni ’90) di questa nuova categoria, sia per la difficoltà incontrata nel racchiudere sotto un unico profilo soggetti e comportamenti differenti. Lo stalking non è un fenomeno solo attuale, ma al contrario è sempre esistito, nonostante questo, è solo negli ultimi decenni che si è presa coscienza della portata del problema e lo si è classificato come patologico. Tale fenomeno è riuscito così a destare l’interesse di molti studiosi, psicologi, sociologi e operatori giudiziari, divenendo subito oggetto di studio e, successivamente, nuovo genere di reato, comportamento deviante e fattore di vittimizzazione.
Il termine inglese “stalking” non ha equivalenti nella lingua italiana, etimologicamente “stalk” può essere reso con “caccia furtiva”, “caccia in appostamento”, “pedinamento furtivo”, “avvicinarsi di soppiatto”; la traduzione letterale del termine però non da l’idea dell’ampia portata di questo fenomeno e la parola “stalking” viene piuttosto usata per definire un insieme di comportamenti molesti e minacciosi (Mario Filippo Caliò,2006). La definizione proposta da Mullen e Pathè rappresenta lo stalking come:
“..ripetute e persistenti comunicazioni indesiderate e / o approcci che producono paura nella vittima. Lo stalker può avvalersi di mezzi, come le telefonate, le lettere, e-mail, graffiti e l'immissione di avvisi nei media. Uno stalker può approcciarsi o seguire la vittima, o tenere la sua residenza sotto sorveglianza.

L'esperienza dimostra che esiste un tipo di "stalking" che va oltre le rigide definizioni attuate dal legislatore per delimitare le configurazioni del reato, ma altrettanto gravi e individuabili.
Esistono infatti persecuzioni che è possibile ascrivere all'ambito di una violenza psicologica e che si esplicitano in azioni e linguaggi in grado di comprommettere seriamente la tranquillità e la privacy della vittima.
Stalking online:

Si chiama tecno stalking ed è l’ultima degenerazione sentimentale in cui si usano i social network e il web2.0 per perseguitare qualcun*. E' l’ equivalente digitale dello stalking tradizionale, fenomeno sempre più in aumento.
In questa modalità virtuale è possibile rilevare il meccanismo patologico che conduce una persona ossessionata dalle problematiche irrisolte del suo sentimento non corrisposto e tenti di "raggiungere" il soggetto che rifiuti di entrare in comunicazione con lui/lei. Osservando tale comportamento è facile individuare chiaramente il bisogno ossessivo di controllo e di comunicazione "forzata" nei riguardi di chi, invece, non intenda affatto comunicare in alcun modo. A cambiare è solo il mezzo attraverso il quale viene sfogato questo impulso, semplicemente il “molestatore” si sposta dalla strada al web. Nello spazio virtuale la tecnologia serve da cassa di risonanza di un disagio che è presente in questi soggetti DISTURBATI e pretendono in tal modo di arrivare al loro scopo.

Tali comportamenti vengono attuati da soggetti incapaci di relazionarsi in modo equilibrato, rispettoso delle esigenze, dei modi, dei tempi dell' altr*, di elaborare il rifiuto, convinti che il solo fatto di nutrire un sentimento li autorizzi a pretendere di essere ricambiati. Costoro rifiutano tout court l'idea che "l'altr* possa pensarla diversamente, che voglia prendere le distanze da un rapporto amoroso del quale non desidera essere partecipe, e a questa evenienza reagiscono in modo incontrollato, aggressivo, violento, quasi che il loro sentimento debba essere necessariamente vissuto come una scelta ineludibile imposta dall' alto e davanti alla quale l'altr* non possa e non debba in alcun modo osare opporre un rifiuto: è così che si configura il delirio di chi fa sua la regola: "amami, percè IO ti amo", "sono io l'uomo/la donna della tua vita, il massimo che tu possa desiderare e se non lo capisci te lo farò capire io, a mio modo, togliendoti la pace, il respiro, indicandoti pubblicamente, denunciando il tuo rifiuto a parlarmi, a rispondere alle mie istanze. Non mi fermerò finchè non ti piegherai al mio desiderio, finchè non soddisferai le mie aspettative, finchè non riprenderai la comunicazione interrotta tra noi e tornerai da me".

La relazione d'amore non può che essere una scelta individuale e motivata. Chi non è in grado di capire dal profondo questa scelta di libertà è il caso che taccia, rifletta e si interroghi ed eviti accuratamente di "proporsi" perchè ciò dimostrerebbe che è vittima di un grave errore ideologico verso se stesso e verso il/la malcapitat* oggetto del suo desiderio.
Se poi il molestatore, oltre che ad agire ostinatamente verso la "vittima", perseguitandola con messaggi di posta continui, additandola al pubblico ludibrio su blog, forum, social networks consentendone una facile identificazione e alludendo a situazioni private e delicate tra loro intercorse, il tutto in virtù di una delusione delle sue aspettative, se costui/ei, dicevo, riesca a giungere addirittura a coinvolgere amici, parenti e conoscenti della sua "vittima" chiamandoli a testimoni del proprio delirio, indirizzando loro documenti nei quali, ossessivamente, con riferimenti celati o palesi, sfoghi la sua rabbia, frustrazione, atteggiandosi egli stesso a vittima, chiamando a testimone il mondo intero della suo rapporto irrisolto, indicando la persona in oggetto facendo intendere al vasto pubblico non pagante di aver avuto il cuore spezzato dalla crudeltà gratuita di costei/ui, e contornando la pietanza di ingredienti altrettanto falsi e inquietanti, quali comportamenti dell'entourage della vittima, o dei suoi amici, ritenuti "responsabili" dell'avvicendamento degli eventi sino al fallimento della relazione falsamente descritta come idilliaca, ideale, bè....non esisterebbe più alcun dubbio sul fatto che anche questo sarebbe stalking a pieno titolo e per di più riferito, simultaneamente, a diverse persone. Uno stalking multiplo, anch' esso grave e inaccettabile, parimenti da denunciare alle autorità competenti.
Che poi egli, in modo ipocrita e mistificatorio, si faccia portavoce delle istanze delle donne vittime di violenza fino al femminicidio, che ne appoggi le giuste lotte, dimenticando egli stesso, più o meno consapevolmente, che è esattamente una violenza quella che sta attuando nei confronti di una donna e dei suoi amici, questo sarebbe veramente imperdonabile oltre che grottesco.
Se ancora, addirittura, egli ampliasse la sfera delle sue conoscenze, in modo da ottenere maggiore "audience"attraverso scritti, video, poesie e quant'altro, se tentasse di dirigere il suo agire persecutorio ai fini di apparire un uomo innamorato e ingiustamente rifiutato omettendo di dichiarare le sue personali responsabilità in merito alla conclusione chiara e definitiva del rapporto interpersonale in questione, egli dovrebbe senz'altro vergognarsi per ciò che sta attuando stravolgendo la verità e la realtà delle cose, delle circostanze, delle cause e delle concause che hanno portato all'interruzione di una relazione appena sbocciata, e nella quale ha recitato un ruolo molteplice di primo attore, sceneggiatore, regista, produttore, oltre che di distributore di scompiglio, perplessità, disagio, imbarazzo nei riguardi di svariate persone e a vario titolo, testimoni, queste ultime, diretti o indiretti delle circostanze.
L'amore non è un'offerta che deve essere necessariamente ricambiata. Se il sentimento d'amore non viene ricambiato bisogna prenderne atto, consapevolezza, accettare la realtà delle cose, gestire la sofferenza in modo "adulto", "equilibrato", senza "capitalizzare" il rancore generato dalla disillusione rivolgendolo in senso punitivo nei riguardi di chi ha deluso l'aspettativa o di chicchessia. L'amore non pretende nè implora. L'amore non può essere estorto, nè con le buone, nè con le cattive. L'amore è un percorso, un viaggio, un mistero, un'avventura. Non è una rata da pagare, un'impegno da rispettare in virtù di una promessa o di una iniziale "attrazione", perchè così come è sbocciato può morire dopo un primo approccio, estinguersi, per diversità di carattere fino alla totale incompatibilità.
La relazione d'amore non può esistere se non che all'insegna della reciprocità. L'amore è libertà e non può essere "imposto" nè autocelebrarsi calpestando la libertà dell' altro di opporre un rifiuto.
Chi usa metodologie assimilabili a quelle esposte fin qui non è un' innamorato infelice che cerca di richiamare l' attenzione dell' amata. E' uno stalker sotto tutti i punti di vista, è un individuo disturbato. Qualunque donna/uomo che voglia proteggere se stessa/o dagli assalti di un individuo che utilizzi queste dinamiche comportamentali bene farà a ignorarne l' esistenza non rivolgendogli la parola e denunciandolo immediatamente.

Reato di stalking (art. 612 bis del codice penale):
E' prevista la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni per chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da
- cagionare un perdurante e grave stato di ansia ;
- cagionare un perdurante e grave stato di paura ;
- ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria ;
- ingenerare un fondato timore per l'incolumità di persona al medesimo legata

COMMENTI

26 Maggio 2010 14:44

Non vi conosco, siete due voci maschili...le prime che leggo e le vostre parole non vi nascondo che mi hanno emozionata, le giro all'amica Lu, su facebook. Avete capito perfettamente quanto è trasversale il tema, quanto è reale, anche nel virtuale ahimè, quanto si possa essere sol* in tanto mare di gente, quanto possa essere confortante anche un cenno. Grazie, a nome di quel mare di persone che è la gente, che non appare mai.

Doriana Goracci

26 Maggio 2010 14:19

grazie...... Chissà quante volte siamo stati tutti, vittime di questo, questi tipi di condizionamento, a differenza del mobbing sono collettivi o di gruppo. Per questo, credo siano di difficilissima interpretazione,comprovabilità e/o convenienza di appartenenza. Penso che subire un rifiuto è normale, anche se delude le nostre aspettative. Sovente però i rifiuti nessuno li vuole, qualunque sia il suo genere d'origine, ma dal fango (per non scrivere termini in lingua volgare), anche il più putrido, se pazientemente ed umilmente ci tocca di lavorare, alle volte si riesce a far nascere un fiore, qualcuno in oriente lo chiama "loto", quì da noi abitualmente si chiama cavolo. Auguri a tutti voi e noi, nella speranza che si delineino tempi migliori, per tutti.

guido

26 Maggio 2010 12:16

Grazie Doriana, siete la parte migliore di noi...

Luigi Iovino

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