11 Gennaio
di Salvatore
PER SALVARE LA COSTITUZIONE
UN APPELLO AGLI ELETTORI DEL PD
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Sinistra per la Costituzione
Cari amici e compagni di lotta,
mi chiamo Salvatore e sono uno studente di filosofia di Lecce.
Vorrei proporvi una mia iniziativa al fine di impedire le prossime modifiche della Costituzione.
Come purtroppo già sapete, il 2010 sarà “l’anno delle riforme”, anche delle riforme costituzionali. Quel che è peggio, è che forse non ci sarà nemmeno la possibilità di un referendum confermativo, perché si prospetta un “inciucio” (altrimenti detto “dialogo”) tra PD e PDL, che permetterebbe di cambiare la Costituzione Repubblicana con la maggioranza dei due terzi del Parlamento, senza quindi possibilità di referendum.
La Costituzione stessa, ovviamente, prevede di essere cambiata.
Ma in questo caso, come sapete, è diverso.
Non possiamo riconoscere la legittimità di una nuova Costituzione nata da presupposti antidemocratici.
Riassumo quali sono questi presupposti:
1) E’ inaccettabile, dal punto di vista del diritto costituzionale, che un candidato al Governo disponga di tre canali televisivi nazionali, di cui uno abusivo, godendo di un incredibile privilegio nell’esercizio del diritto di espressione rispetto ai rivali politici.
2) E’ inammissibile che il Consiglio di Amministrazione della Rai, il servizio pubblico dell’informazione televisiva che secondo la Corte Costituzionale deve garantire un’informazione libera e imparziale, sia composto per legge da 7 membri nominati dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai e da 2 membri nominati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Poiché le Commissioni Parlamentari rispecchiano i rapporti di forza del Parlamento, l’attuale CdA presenta 6 membri del Governo, 2 del PD e 1 dell’UDC. La Rai, quindi, è ufficialmente un organo politico.
3) E’ assurdo che l’autorità “indipendente” che deve garantire il pluralismo dell’informazione in RAI e nelle tv private e la par condicio nella comunicazione politica sia posta sotto il controllo dei soggetti che deve controllare. L’ AGCOM (Autorità Garante per le Comunicazioni) è composta da 4 membri nominati dalla Camera, 4 dal Senato (in entrambe le camere a maggioranza dei due terzi) e il suo presidente è nominato dal Presidente del Consiglio. Oggi quindi è composta da 5 membri vicini al Governo, 2 vicini al PD e 2 vicini all’UDC.
4) E’ doppiamente assurdo che il secondo organo di controllo del pluralismo della Rai sia la Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai. Al Governo quindi, e in misura minore al Parlamento, è affidato il controllo dell’imparzialità politica della radiotelevisione. Una legislazione, questa, assolutamente incostituzionale e antidemocratica.
5) Con l’attuale sistema elettorale il Parlamento che sta per modificare la Costituzione Repubblicana non ha al suo interno un solo deputato o senatore eletto dal popolo.
6) Con l’attuale sistema elettorale, che prevede uno spropositato premio di maggioranza per la lista o coalizione di liste con più voti, un partito che ha il 36% dei voti come il PDL (ovvero il consenso di ¼ del corpo elettorale), può tranquillamente ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento per modificare la Costituzione Repubblicana.
Le riforme che si prospettano, inoltre, sono alcune pericolose, altre più o meno condivisibili.
Ma il problema non è se le condividiamo o no. Se fosse così si tratterebbe della normale dialettica democratica.
Purtroppo è in gioco la democrazia stessa.
In questi giorni si assiste a un teatrino di dichiarazioni a distanza dei due poli. Il PD rifiuta con sdegno qualsiasi nuovo “lodo” costituzionale ad personam e declama di voler difendere la Costituzione; il PDL blatera contro l’improbabile influenza di Di Pietro sul PD. Sappiamo che questi sono solo finti litigi.
Tutto è già scritto dai primi di dicembre, quando PD e PDL hanno presentato le loro mozioni sulle riforme costituzionali, di cui nessuna televisione ha parlato.
Mentre la mozione dell’IdV è stata respinta, quelle di PD e PDL sono state approvate.
Esse sono sostanzialmente identiche:
- rafforzamento dell’Esecutivo (PD: semipresidenzialismo? / PDL: presidenzialismo?)
- riduzione del numero dei parlamentari
- riforma della giustizia (PD: ma senza lodi ad personam / PDL: separazione delle carriere e dipendenza in qualche modo dall’Esecutivo? Riforma della Consulta?)
- monocameralismo e “Senato Federale”
Soltanto il PD aggiunge una sorta di clausola, per una legge elettorale “che contempli il principio di rappresentanza”. Nessun riferimento, quindi, all’eliminazione dello scandaloso premio di maggioranza previsto dal porcellum.
Queste sono vere e proprie riforme strutturali del nostro ordinamento costituzionale. Se dovessero diventare legge, condizionerebbero la vita della Repubblica per decenni o forse per secoli. Sono quindi riforme di straordinaria importanza.
Considerando i “presupposti antidemocratici” grazie ai quali prosperano le attuali forze politiche, noi non possiamo accettare che questo accada.
Ma cosa possiamo fare?
Soltanto una cosa: evitare che le riforme vengano approvate dalle Camere con i due terzi dei componenti e indire così un referendum.
Ma come farlo?
Alla Camera dei Deputati servirebbero per raggiungere i due terzi almeno 420 voti a favore su 630.
PDL + Lega + UDC + Gruppo Misto fanno 397 voti.
Escludiamo quindi Idv e PD.
I 209 voti del PD sono quindi l’ago della bilancia.
Al Senato servirebbero 215 voti su 322.
PDL + Lega + UDC + Gruppo Misto raggiungono i 195 voti.
Anche qui i 115 seggi del PD sono l’ago della bilancia.
Per raggiungere i due terzi basterebbe che 43 dei 324 parlamentari del PD (23 alla Camera e 20 al Senato), decidano di appoggiare le riforme!!
Sarà il PD a determinare tutto.
Non ci resta che tentare di influenzare la sua decisione.
Ma come?
Con l’unica arma di cui dispone il corpo elettorale: IL RICATTO!!
Dobbiamo coinvolgere tutte le associazioni, i gruppi e i movimenti impegnati sul fronte della lotta per i diritti, tutti gli intellettuali e i costituzionalisti che vogliono partecipare, per invitare tutti gli elettori del PD (o molti di loro) a sottoscrivere un appello di questo tipo:
Noi, elettori del PD, non accettiamo un “tavolo delle riforme costituzionali” con l’attuale maggioranza di Governo. Con un’altra destra, liberale e costituzionale, sarà possibile dialogare, ma non con questa [elencare magari i presupposti antidemocratici].
Pertanto dichiariamo ufficialmente che tutti i firmatari di questo appello non voteranno più il Partito Democratico in nessuna delle elezioni future, dalle comunali alle nazionali, se il PD scenderà a compromessi con il Governo per modificare la Costituzione Repubblicana, concedendo riforme della magistratura, derive presidenzialistiche o quant’altro. In tal caso, tutti i firmatari di questo appello indirizzeranno il proprio voto verso altri partiti di centrosinistra o di sinistra che non candidino nessuno degli attuali componenti parlamentari del PD o dei suoi consiglieri regionali e provinciali (ed è implicito qui anche il rifiuto di appoggiare un eventuale “Fronte Democratico”).
In questo modo vogliamo anche rendere possibile un referendum costituzionale, vista l’importanza delle riforme che si richiedono, referendum che non sarebbe possibile con un appoggio del PD alle riforme.
È fondamentale che ci sia un referendum, soprattutto perché tali riforme sono sostanzialmente le stesse che sono state già bocciate dal popolo italiano con il referendum del 2006, e non sarebbe giusto ora scavalcare la volontà popolare.
Un appello di questo tipo, da stendere noi tutti insieme, dovrà essere diffuso il più possibile sul web e sui quotidiani letti dagli elettori del PD (Il Fatto, Repubblica, l’Unità, Il Riformista – Il Riformista e Repubblica lo accetteranno?), sottolineando ovviamente che più firme si avranno più grande sarà il potere di ricatto.
Possiamo prevedere che gran parte degli elettori del PD, se ne verranno a conoscenza, vorranno firmarlo, come possiamo prevedere che il PD, nonostante le rassicurazioni pubbliche, propenderà alla fine verso l’inciucio costituzionale. In ogni caso, sempre meglio prevenire qualche ambigua intenzione del Partito Democratico.
Propongo a tutte le associazioni a cui ho inviato questo messaggio di unirsi già da ora in vista di un referendum costituzionale, per creare un Comitato Promotore con un proprio sito, un proprio canale Youtube eccetera (video virali, volantinaggi, cortei ecc…), cercando di coprire quante più città è possibile.
Nel frattempo propongo di cercare di portare a termine insieme questa iniziativa dell’appello, offrendomi un po’ come piattaforma di collaborazione iniziale tra tutti i “gruppi di lotta” contattati.
Siete d’accordo con questa iniziativa?
Ditemi che ne pensate rispondendo su tarzanetto@rocketmail.com.
Non è forse questa l’unica strada che ci è possibile percorrere per impedire modifiche della Carta Fondamentale della Repubblica per mano di forze antidemocratiche?
Ora e sempre Resistenza!