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5 Gennaio 2010 09:21

NON GETTIAMO IL PANE

521 visualizzazioni - 0 commenti

di viviana vivarelli

Si parla, nell’iniziativa di Bologna, di pane in senso simbolico; partecipare dello stesso pane, sentirsi della stessa famiglia umana, ma se si vuole considerare il pane anche in senso tangibile. Si deve sapere che sono buttate via ogni mese 24.230 tonnellate di pane perché avanza dai rivenditori o nelle mense degli ospedali o delle scuole o delle aziende.

Si parla tanto di Partito dell’amore, ma nemmeno in queste feste e con questa crisi che nel 2010 raddoppierà, si sono viste scelte che favorissero in qualche modo i miseri, i migranti, i medicanti, i nuovi poveri, i pensionati al minimo, coloro che non hanno niente o hanno troppo poco e finiscono ai margini del mondo. Un amore tutto di parole, dunque.

Non è tollerabile che più di 2000 tonnellate di pane ogni giorno vengano buttate via.

In Inghilterra, la Tesco, che è un supermercato popolare,  regala a ogni persona che compra 4 pani un quinto pane. I ricchi non mangiano pane.

Noi chiederemmo che ogni rivenditore o distributore di pane, e specialmente le scuole, i supermercati, gli ospedali o le aziende, mettesse al loro esterno un contenitore con coperchio dove riporre il pane avanzato la sera e le scatolette prossime a scadenza. Non sarebbe un grande sacrificio. Diminuirebbe la mole di rifiuti inutili. Salverebbe qualche vita. Mostrerebbe, nella pratica e non nelle parole, che l’amore o meglio la partecipazione fattiva esistono e si realizzano.

 

Io vorrei anche che in Italia, come avviene in altri paesi, le Municipalità favorissero l’apertura, senza fini di lucro e con una piccola paga per i volontari che ci lavorano, delle botteghe dove la gente porta le cose superflue, affinché altra gente possa prenderle gratuitamente. Alcune parrocchie lo fanno. Troppo poche per una miseria che sta diventando troppo grande, a favore di cui anche le forze amministrative locali e i cittadini possono partecipare di più.

 


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