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9 Novembre 2009 16:27

La prima violenza è il non avere interesse per la città

1077 visualizzazioni - 0 commenti

di Riccardo Orioles

Mentre i vari Serpotta, Campo, Pogliese fanno il loro onesto lavoro di servitori della pubblica inutilità, noi stiamo con i ragazzi dell'Experia. Con le parole di padre Greco, morto due anni fa nella periferia del Pigno, ci spieghiamo il perchè della vio­lenza politica che è stata fatta a loro e a tutta la città nel momento in cui quel centi­naio di poliziotti ha manganellato la gente del quartiere, i ragazzi dell’Expe­ria e le persone tutte che stavano a difendere pacificamente quel portone Mentre i poliziotti banalmente picchia­vano, e Gesualdo Campo stava a guardare, c’era chi stava difendendo a mani alzate e con semplice consapevolezza civile il cen­tro sociale occupato che è diventato in questi anni il luogo di ritrovo della gente che non si è rassegnata a vendersi al mer­cato mafioso della città. Qui, fino a qual­che giorno fa potevi andare a fare sport o a mangiare con 3 euri la sera, qui sapevi che era assolutamente vietato fumare qualsiasi sigaretta che non potevi comprare dal ta­baccaio. Il lavoro che hanno fatto questi ragazzi l’avrebbero dovuto fare in quel quartiere le associazioni, i partiti, il prete della par­rocchia. Quando invece questi, con i loro buoni motivi, hanno guardato altrove, loro si sono rimboccati le maniche e sono andati tra la gente, hanno scelto l’impegno nel quartiere dell’Antico Corso piuttosto che l’indifferenza.   Ecco perchè noi stiamo con loro. E lo scriviamo con le parole di Padre Greco dopo la morte dell’ispettore Raciti: "Ogni persona che non guarda all’altro come un suo concittadino, avente i suoi medesimi diritti, è potenzialmente un violento”. Manca in questi giorni il coraggio del prete Concetto Greco, che ricordi che: “La violenza prima e maggiore viene dal non avere alcun interesse per Catania e per i catanesi, diventa una fonte di incuria, di ogni abbandono, di ogni disordine, di ogni prepotenza: un’ immagine nuova alla città, la via Etnea, le piazze, i ponti abbattuti, il progetto del lungo mare, senza automezzi, sono felici idee che gli vengono non tanto dalla volontà di rimediare o guarnire la cit­tà, ma solo per acchiappare soldi con le tangenti richieste agli architetti, agli inge­gneri direttori dei lavo­ri, alle imprese costrut­trici. Solo acchiappare soldi, e non tanto per i soldi, ma solo per il pia­cere di aver saputo fot­tere la gente." * * * Ora ci sono tanti bei discorsi che stanno pas­sando sulla testa dei ra­gazzi dell’Antico Corso e di quei nuovi martiri del paese che son andati a rioccupare quel vec­chio cinema, e la vec­chia scalinata che negli anni ottanta era piena di siringhe ma dove oggi si fanno i concerti, e le feste, e il doposcuola, e lo sport. Ma a noi ci convince soltanto la po­vera volontà di star tra la gente, con i vecchi banchi e la voglia di ri­dere, con i ragazzini del quartiere. E vorremmo tanto sapere dove stanno ora, con chi stanno, gli intellettuali della città che quando arriva Report fanno a gara difendere il buon nome di Ciancio in nome dell’ordine e della ragione.

Fabio D'Urso e Riccardo Orioles

FONTE: http://www.ucuntu.org/
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