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11 Maggio 2009 10:05

Maurizio Chierici: Berlusconi, il Corriere e La Stampa

1044 visualizzazioni - 0 commenti

di Maurizio Chierici

Per un secolo i direttori del Corriere della Sera firmavano solo due volte gli articoli di prima pagina: quando si presentavano ai lettori e quando se ne andavano. Linea politica e opinioni sintetizzate in commenti senza nome ma non anonimi perché i lettori  ne riconoscevano lo spirito e prendevano carta e penna per protestare o complimentare. Corrispondenze garbate anche nelle polemiche. A volte i lettori-scrittori le trasformavano in libri ricordo, “ Lettere al Corriere della Sera “, orgoglio della provincia lontana dal grande quotidiano. Ultimo direttore senza firma è stato Piero Ottone: ha lasciato via Solferino mentre si affacciava la P2, prediche di Licio Gelli, commenti dell’affiliato Silvio Berlusconi, modesto collaboratore delle pagine interne. Succedeva trent’anni fa. Se la macchina del mestiere non è cambiata, la rivoluzione internet riscrive abitudini  un tempo considerate virtù: quel distacco dai pettegolezzi politici e – per carità – mondani. Nessun direttore del Corriere si è mai mescolato alle inquietudini delle famiglie, non importa il censo delle famiglie. La voce di chi  dirigeva i giornali importanti usciva dall’ ombra solo la domenica o nelle occasioni considerate solenni. Per il resto, silenzio: scrivevano gli altri. Ma i mondo corre e internet incalza il giornalismo di carta. Nessuna meraviglia se il direttore del Corriere della Sera e il direttore della Stampa firmano in prima pagina le loro interviste a Berlusconi a proposito di divorzio e ragazze procaci. Sincronia che può suscitare qualche turbamento e il dubbio di una sollecitazione di palazzo Chigi alla quale gli editori non possono sottrarsi nel pantano della crisi; oppure l’ipotesi di un’ idea che fulmina nello stesso momento due direttori di due giornali in concorrenza.  A volte le coincidenze sono proprio coincidenze. Domande e risposte. Domande diverse da un giornale all’altro, ma risposte distribuite dalla stessa fotocopiatrice. Stesse virgole, stesse parole. Che non cambiano nel salotto di Bruno Vespa dove Berlusconi ha l’abitudine di sbrigare certe pratiche in compagnia di interlocutori scelti con devozione: quando la fede non è proprio azzurra devono essere almeno remissivi. A dire il vero, in Tv, il presidente trascura i buoni consigli degli avvocati Ghedini ( l’ onorevole e due sorelle ), e ci mette del suo.  Se può farlo ogni autore che risponde alla telecamera col libro appena uscito fra le mani, avrà pur diritto il grande editore a suonare la tromba per uno dei suoi cento giornali: “ Domani esce ‘ Chi ‘ con tutte le foto: io fra i cuochi, io con gli amici che festeggiavano il compleanno di Noemi. Verità documentate, la sinistra inventa male. Non perdetelo  “.  Verità che l’importantissimo padre della Chiacchierata conferma con le stesse parole del Cavaliere. A volte la sintonia politica: “ La sinistra è al tappeto e non sa più a cosa attaccarsi per contrastare il presidente del consiglio “. Avvertenza ai ragazzi che vogliono fare i giornalisti: le nuove regole del mestiere potrebbero essere queste.
 

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