Tombino dolce tombino [di Saverio Tommasi]
di Saverio Tommasi
Non è una novità, a Bucarest ci vivono da anni. Per questo è ancora più tragico. Perché quando leggiamo che nella città di Kazaka di Almaty un gruppo di cittadini, comprese donne e bambini, vive da alcuni giorni dentro un tombino per protestare contro gli sfratti annunciati nei prossimi mesi, il primo pensiero è "ecco, succede anche da loro".
E' tragico perché diventa una routine, come la guerra. Quanti morti, oggi? Quattro? Bene, è sotto la media. Festeggiamo. Poteva andare peggio. Certo non a chi è morto, peggio di così è difficile, ma quattro è un buon numero. Il numero perfetto. Più uno. Peccato per quell'uno.
Ed eccoci di nuovo qui. Io scrivo un articolo, ci penso mezz'ora, forse un'ora, nel frattempo faccio altro mentre loro vivono dentro un tombino. E io sono alla tastiera del computer di casa mia. E faccio il progressista. Cioè, voglio dire, lo sono, ma Kazaka è lontana, che posso farci? Così lontana che non so neanche dove sia. A cavallo fra l'Europa e l'Asia, ecco dov'è, l'ho trovato su wikipedia. Benedetta wikipedia. Maledetto Saverio e maledetti tombini.