25 Aprile
Sono qui, mi vedete? Ecco, ora mi sposto, così mi vedete meglio. Dove guardate? Non laggiù, più in qua, ecco, esattamente nel mezzo. Sì, insomma, nel centro, mi vedete? Che significa “quale centro”? Il centro della scena, della politica, il centro, quello che sta in mezzo ed è così ingombrante da occupare anche gli spazi a destra e a sinistra. Sì, anche quelli a sinistra, da un po’ di tempo in qua, non ditemi che non ve ne eravate accorti. Per questo sono arrivato a dire, stamani 25 aprile 2009, che un po’ di cose giuste, durante la Resistenza, le hanno fatte pure i comunisti. Del resto qualcosa di giusto l’avranno fatta anche loro, in sessant’anni di storia… Quale storia? La nostra, quella che tentiamo di riscrivere, no? Quella che equipara partigiani e repubblichini. Sì, lo so, non sta bene dirlo così, ma tanto il significato è quello. Comunque va bene, se vi fa piacere chiamiamola pure la storia della pietà, un nome così piacerà a tutti e piace tanto anche a me, con questo sapore di cattolicesimo maturo che mi fa tanto premier di tutti gli italiani. Non è possibile che ancora non mi vediate, sono qui, non scherzate, suvvia. Sono venuto a Onna apposta, ho cambiato sede al G8 pur di farmi vedere, essere presente, diventare burattinaio e burattino allo stesso tempo, muovere i fili e comprarmi le marionette, e voi dite che non mi vedete? Va bene, ho capito, allora accendete la televisione, lì ci sono sempre, potete vedermi, del resto le tv sono casa mia, non ci trovo niente di strano, gli italiani mi hanno votato, rappresento il popolo. Il Popolo della libertà, precisamente. Cosa? Il 25 aprile? Certo, certo… ma ora mi vedete? Con affetto, Silvio Berlusconi