22 Marzo
Arrivato a Beira, seconda citta’del Mozambico, dopo piu’ di due settimane di black out mediatico nelle foreste e nella savana della provincia di Sofala del Sud, ho trovato che papa Benedetto XVI, mettendo piede in Africa, ha dichiarato che l’aids “non si puo’ superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi, aumentano i problemi”. In queste due settimane ho visto vari piccoli centri per la sanita’, gestiti anche dalla chiesa cattolica, dove dottori e infermieri mozambicani in prima linea fanno della disperata – da queste parti veramente disperata – battaglia all’aids una ragione di vita e una lotta senza quartiere. Per loro, e per questa gente, il preservativo – certamente in un contesto strategico d’insieme che prevede altri mezzi e alternative – da’ una grande mano nel prevenire la diffusione della malattia. I mass media hanno gia’ tempestivamente riportato le ragioni pro e contro di tanti su questa questione. Io vorrei aggiungere solo una constatazione, proprio a partire dai miei incontri di queste settimane con tanta gente sfregiata dall’aids (e chi mi conosce sa bene che non reagisco emotivamente su queste cose, dato che in tanti anni ne ho viste di tutti i colori). Ascoltata da queste latitudini, l’affermazione del papa, pur se isolata dal suo contesto, suona cosi’ tremendamente lontana dalla realta’ e dalla sofferenza della gente da far paura. Gino Barsella, Beira, 22 marzo 2009.