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8 Marzo 2009 18:12

Una ronda non fa primavera

871 visualizzazioni - 0 commenti

di Lucio Garofalo

UNA RONDA NON FA PRIMAVERA Ovvero come fare la festa alle donne Scoperta una ronda notturna fascio-leghista che pratica ripetuti stupri collettivi ai danni di una donna magrebina immigrata clandestinamente in I-ta(g)lia. Il suo nome (della donna, non della ronda) è Rondina Magrebina. La denuncia è stata inoltrata direttamente al ministro degli interni, meglio noto come Mi-sono-rotto-i-Maroni, il quale ha dichiarato: “Si tratta di una bravata goliardica, dovuta a uno sbalzo ormonale collettivo provocato dall’eccezionale avvenenza della donna mediterranea”. Dunque, niente più “castrazione chimica”, bensì un riconoscimento e una conferma della virilità e dell’esuberanza degli ormoni sessuali padani. Questo è quanto si evince dalle parole deliranti pronunciate dal ministro in difesa della ronda padana in preda a furor testosteronico. (To be continued) Il racconto appena trascritto potrà apparire ironico, assurdo e surreale, ma non lo è. Personalmente temo che, come sovente accade in I-ta(g)lia, il rimedio si rivelerà peggiore del male, nel senso che procurerà altri problemi ben più gravi di quelli che si spera di risolvere. E’ arcinoto che la maggior parte delle violenze sessuali, in Italia, avviene tra le mura domestiche. Un simile dato statistico dovrebbe quindi indurre le autorità a consegnare alle ronde antistupri le copie delle chiavi di casa di tutti i cittadini italici? No di certo! È evidente che ai nani infami Berlusconi e Maroni non importa nulla delle violenze commesse ai danni delle donne, ma tali violenze sono solo un pretesto demagogico-propagandistico per attuare e completare il progetto di fascistizzazione e militarizzazione del (brut)Paese. Il significato originario dell’8 marzo, in questo caso, è totalmente fuori luogo, cosicché la tradizionale festa delle donne si ritorce e si tramuta in una classica “festa alle donne”. In realtà, il paragone più adatto e calzante per spiegare e comprendere l'istituzione delle ronde razziste, inserita nel decreto legge "antistupri" approvato d'urgenza dal governo del neoduce il 20 febbraio scorso, è senza dubbio quello con le milizie dell’epoca mussoliniana. Senza offesa (ma nemmeno nostalgia) per lo squadrismo fascista del famigerato Ventennio. Tale decreto legislativo rischia, nella meno assurda delle ipotesi, di legalizzare e autorizzare comportamenti di natura squadrista e violenta, ossia soprusi, abusi e prepotenze degne del peggior branco di bulli da strada. A chi sostiene che le ronde sono armate solo di cellulare e sono tenute ad informare le prefetture e le forze dell’ordine segnalando eventuali abusi, reati o violenze, si può rispondere che pure le squadracce di Mussolini e Hitler sorsero con buoni propositi ma poi… la storia la dovremmo conoscere tutti (uso il condizionale in maniera non casuale). Ebbene, il governo del neoduce e bandito di Arcore ha riesumato, sotto una veste nemmeno tanto nuova e inedita, le famigerate bande nazi-fasciste. L’istituzione per decreto legge delle ronde vedrà sorgerne di tutti i colori: verdi, nere (addirittura a Trieste si sa di ronde che si vorrebbe intitolare allo squadrista e gerarca fascista Ettore Muti), bianche rosse e verd(on)i, brune, rosa, ecc. Insomma, una proliferazione crescente e inarrestabile. Assisteremo anche alla creazione di ronde vaticane formate da prelati, chierici, monaci e persino suore di clausura in vena di escursioni notturne? Ebbene, prima di concludere questo bel quadretto nazionale vorrei suggerire la costituzione di ronde vigilanti in Parlamento e a Palazzo Chigi, insomma nelle stanze del potere che ormai nessuno controlla. Sono certo che potrebbero scaturirne scoperte molto interessanti quanto raccapriccianti. Lucio Garofalo

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