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2 Marzo 2009 09:09

Maurizio Chierici: Chi ha paura di Ingrid Betancourt ?

855 visualizzazioni - 0 commenti

di Maurizio Chierici

Ingrid Betancourt è una donna scomoda, condivide il dramma degli altri e i politici non la vogliono tra i piedi. Cresciuta nella cultura europea, insegue la speranza di una Colombia meno corrotta. E’ convinta che ogni dramma si possa affrontare con le parole del buonsenso per aiutare chi é senza futuro a cercare il futuro altrimenti le scorciatoie della droga e il mestiere delle armi continueranno a spogliare ogni dignità. Armi dei paramilitari della destra impegnata a garantire al presidente Uribe l’elezione infinita; armi Farc, armi narcos. Ieri, sette anni fa, Ingrid candidata alla presidenza, si consegna alla guerriglia per invitarla alla ragione. Sappiamo come è finita: prigioniera con la catena al collo. Il governo di Bogotà tremava all’idea di rivederla in politica. Il vulcano Betancourt avrebbe smontato le piramidi militari cancellando 3,6 miliardi di dollari che arrivavano dagli Usa di Bush: strumenti di guerra e braccia di mercenari. Fantasmi che non appaiono nella contabilità del Pentagono; solo numeri sui computer delle grandi compagnie con appalti dall’Iraq alla Colombia. Ecco perché Uribe boicottava i colloqui di liberazione proclamando il < riscatto armato >, gioco di prestigio per non farla tornare. Invece è tornata. Otto mesi fa Ingrid e tre mercenari della Northop Grumman respirano fuori dalla foresta. La Betancourt vola a Parigi: presidenti e protagonisti di ogni tipo l’abbracciano per illuminarsi nella sua popolarità. Organizza una fondazione per recuperare i carcerieri adolescenti di guardia alla sua baracca. Progetto Calamar programmato da una ragazza italiana –Azzurra Carpo – con anni di esperienza in Amazzonia. Poi sparisce: sta ricomponendo la memoria in compagnia di uno psicologo che la rasserena appena il ricordo risveglia quel dolore. La storia dei marines è un’altra cosa. La grande compagnia degli appalti li chiude subito in un ospedale militare del Texas: < recupero psicologico >. Terapia che fa miracoli: escono con un libro in mano. Marines d’acciaio abbattuti e ripescati in Vietnam, Bosnia, Afghanistan, Iraq, rivelano qualità di scrittura e insospettabili amicizie editoriali. In un lampo < Out of Captivity > é in libreria. Keith Stansell, spazzola grigio bionda, occhi da rambo, se la prende con la Betancourt .< Ho saputo dai guardiani che non ci voleva nell’accampamento perché agenti della Cia. Non si fidava, sbagliando: siamo solo impiegati di una società privata. Ha brigato per farci fuori. Parlava come in campagna elettorale. Rubava la roba da mangiare, non ci prestava la radio >. Insomma, Ingrid che perseguita tre armadi piagnucolosi come bambini d’ asilo. I veleni non arrivano dove sta scrivendo; fumogeni per inquinare un racconto che fruga sotto misteri forse scomodi. Dopo le Farc e l’eterna corruzione, Ingrid, sempre sola, fa i conti con i buchi neri delle multinazionali della guerra. Chi ha paura delle sue parole ? \ mchierici2@libero.it Cortesia dell'Unità

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