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13 Febbraio 2009 16:27

Maurizio Chierici: ragazzi, Berlusconi è innocente

933 visualizzazioni - 0 commenti

di Maurizio Chierici

I ragazzi non capiscono. Perché rimpastare la Costituzione? Che senso ha svuotare le alte corti e sfidare il Capo dello Stato? Cosa serve incatenare la magistratura? Malgrado l’apparenza Berlusconi non ne è il protagonista: solo copista scrupoloso del programma disegnato trent’anni fa da Licio Gelli, maestro della loggia segreta P2. Piano Rinascita. I ragazzi non sanno cos’è. La P2 ha avvelenato l’Italia ma nessuno ne vuol parlare soprattutto quando il Piano sta per funzionare. I licei la trascurano, per il cinema è un thrilling pericoloso: meglio lasciar perdere mentre i poteri decidono il futuro. Solo uno sceneggiato o un film alla Olivert Stone o un giorno della memoria sull’esempio delle foibe di Tito e Mussolini aggiornerebbero la storia. Quel giorno potrebbe essere il 17 marzo perché il 17 marzo 1981 i carabinieri scoprono nella cassaforte di Gelli i documenti di una banda segreta e un elenco di nomi, 962, ma la numerazione fa capire che mancano1559 affiliati, le facce più importanti anche se i notabili rivelati non sono niente male: generali, ministri, onorevoli, banchieri. Controllano televisori, giornali, case editrici. Tanti giornalisti, soprattutto Rai e Corriere della Sera. Berlusconi è il numero due del settore informazione. Scrive sul Corriere fondini di seconda pagina. E sul “suo” Corriere Gelli annuncia il futuro d’Italia. Interviste blindate: proibito tagliare una virgola. E appunti quotidiani che arrivano all’amministratore delegato Bruno Tassan Din, gerarca P2. Ordina a chi di dovere: articolo per domani. Piduisti sugli altari ma altri vengono suicidati: Sindona, Calvi, Pecorelli. Poi Gelli scappa con baffi finti, arrestato, torna libero: “gravemente malato di cuore”. 35 anni dopo la salute è di ferro. Nessun osa sfiorarlo. I suoi segreti possono travolgere la politica mente il Piano Rinascita diventa programma di governo: Berlusconi, presidente, Fabrizio Cicchito (regolarmente P2) alla guida del Popolo dalle Libertà. I ragazzi crescono con questo vuoto alle spalle com’erano cresciuti i ragazzi cileni e, finalmente, Pinochet in carcere hanno saputo dell’orribile storia. “Quando ho scoperto cos’era la P2, chi erano i protagonisti e cosa sono diventati, è finita la mia adolescenza ed é comincia una complicata maturità”. Gianluca Grassi, studente lavoratore di Reggio Emilia, nella tesi che sta scrivendo insegue le fortune dei signori passati a fil di spada dal maestro venerabile. “La scoperta? Un pugno nello stomaco”. Compagni di studio mai illuminati su quel P e quel 2. Quando se ne fa il nome pensano ad un dentifricio o alla pistola ultima generazione. “Assieme a loro mi sono sentito preso in giro dalla scuola, dagli insegnanti, dal silenzio dei giornali. Dai politici, soprattutto. Rispondono: storie del passato. Se fossero del passato se ne potrebbe parlare liberamente. Invece, silenzio, perché i protagonisti di ieri in buona parte restano protagonisti di oggi”. Controllare l’informazione era l’impegno di Gelli. Inventare una Tv privata più forte della Tv di stato; allungare le mani sui giornali “per far pensare alla gente ciò che noi vogliamo. Nuove generazioni con le nostre idee”. Nuove generazioni che ormai preferiscono il Grande Fratello al dolore della notte di Eluana. Fiori di plastica della cultura insinuata dai discepoli del maestro. Guai ricordarlo. Parlando di quando lavorava al Corriere, Feltri confessa su Libero il rimpianto per Bruno Tassan Din: “Lo stimavo”. E lo scandalo P2? “Una bufala”. A parte condanne e galera, nei conti sepolti in paesi lontani Tassan Din nascondeva i tesori spariti dalla Rizzoli. Milioni di dollari, Banco Andino, Montevideo: finanziava le squadre della morte delle dittature guidate da generali con tessera P2, 30 mila ragazzi spariti solo in Argentina. La villa di Tassan Din allungava i suoi giardini accanto alla villa di Gelli e alla villa di Ortolani, ministro delle finanze della P2. Ma c’era anche il buen retiro di un ministro in divisa passato alla storia per la violazione dei diritti umani: torture e prigionieri svaniti nel nulla. Vicini di casa non immacolati anche in Italia. Nelle aiuole accanto alle aiuole Tassan Din, Costa degli Dei calabrese, ai piedi dell’Aspromonte, negli anni ’70 (anni del trionfo P2) mafia e drangheta provano a mettersi d’accordo. Riunioni nella villa Spagnola, antica proprietà del principe golpista Julio Valerio Borghese. Arriva clandestino Stefano Delle Chiaie, Avanguardia Nazionale che vive all’ombra di Pinochet. Incontra mafiosi ma anche i generali Maletti e Miceli (P2), Lino Salvini, fiduciario di Gelli e le facce senza nome dei padrini. Tassan Din non figura fra gli ospiti, dorme lì accanto. Almeno un tè deve aver offerto ai confratelli della loggia segreta. Adesso basta dire “io stimo Tassan Din” e i ragazzi 2000 invecchiano tranquilli. mchierici2@libero.it Cortesia dell'Unità

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