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2 Febbraio 2009 04:03

IL LIMITE DELLA VERITA'

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di Francesco Salistrari

Che cosa dire, dopo aver detto già tante cose? Cosa aggiungere quando ciò che vorresti dire, probabilmente è stato già detto da qualcun'altro? E già non ascoltato? Parole. Frasi. Pensieri. Silenzio. Chi ha tempo di ascoltare, quando ha l'Ipod nelle orecchie e la Tv negli occhi e nella mente? Siamo tutti assuefatti ad un mondo di immagine e di immaginazione e accettiamo tutto ciò che ci passano e propinano per verità, senza chiederci nulla. Ma siamo davvero capaci di comprendere? Siamo davvero disposti ad ascoltare con questo rumore insistente di sottofondo che ci è imposto dai mezzi di comunicazione? Allora, cosa dire se nessuno è disposto ad ascoltare niente di diverso da ciò che il grande mondo dell'informazione ci dice? Ci sarebbero tante cose da dire, ma ci annoiamo se il messaggio non è organizzato in un format precofenzionato. Non ascoltiamo mai, se a parlare non è qualcuno di conosciuto, di autorevole, l'esperto di turno chiamato a validare la versione ufficiale di un fatto. Così il giudizio del semplice cittadino è nullo, se a parlare è l'esperto. Poi se realmente andassimo a guardare in fondo alla questione, ecco che scopriremmo che quell'esperto passato per luminare, in realtà non è altro che un babbeo di professorone d'università che magari ha scritto pure una diecina di libri, ma che per esperienza vissuta è una nullità assoluta. Una testa di cazzo, di quelle che sono convinte di saperne sempre e comunque una più di te. Il noto intellettuale da università con alle spalle migliaia di convegni in giro per il mondo, conferenze e libri sui più svariati argomenti. Dalla sessuologia. All'astrofisica, Cioè, vale a dire da quel pianeta, così piccolo ma così grande intorno a cui ruota il nostro mondo, chiamato semplicemente FICA, a miliardi di altri che ruotano intorno a Dio. Il tuttologo da invitare in ogni trasmissione televisiva, dai salotti televisivi alle gare a premio, dai programmi sportivi a quelli di arte e musica. E sono queste persone che forgiano e plasmano la nostra coscienza, costantemente, continuamente, ogni giorno, influenzando il nostro modo di vivere, di parlare, di comprendere il mondo ed in definitiva di pensare. Modificando cioè, nei fatti, la nostra stessa percezione del reale. Egemonia culturale, la chiamò qualcuno un tempo. Questo avviene perchè è così che funziona la nostra mente. Le persone accettano la realtà non per quella che è, ma per quella che viene presentata loro. La Tv ci presenta un mondo in una certa maniera, e questo avviene funzionalmente ad un disegno di controllo e di gestione sociale ben preciso, oliato e sperimentato per oltre un cinquant'ennio. Il primo grande pioniere di questa teoria, vale a dire dell'importanza della manipolazione della coscienza di massa, fu Goebbels, il gerarca nazista che si occupava della propaganda del regime hitleriano. Fu lui a dire:”Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.” Ed è precisamente questa la tecnica utilizzata dal mondo della Tv e dell'informazione, Facebook compreso, non credete. Paradossalmente, proprio quella democrazia che idealmente ha sconfitto il totalitarismo fascista e nazista nella Seconda Guerra Mondiale, ripudiandone principi e organizzazione sociale e politica, continua a utilizzare lo strumento più subdolo ed efficace del nazismo. Il più efficace senz'altro al fine di mantenere il consenso al sistema di potere dominante. Quindi il più utile, anche in democrazia! Se riflettete bene su questo punto, vi renderete conto di quanto pericolosamente sia messa a rischio proprio la democrazia e le sue garanzie. Se vi soffermate un attimo a pensare con la vostra testa, capirete quanto sia facile, visti i moderni mezzi tecnologici e di comunicazione, stravolgere proprio la democrazia in modo indolore e senza spargimenti di sangue. Non c'è bisogno di imporre nulla con la forza, se tutto ci viene fatto digerire lentamente. Volete sapere perchè? Perchè saremmo troppo presi dalla nostra vita di consumatori/ascoltatori/spettatori/naviganti/sognatori che non ci renderemmo nemmeno conto di quello che succede intorno a noi. Del resto, volete sapere un'altra piccola verità? Sta già succedendo da decenni, ma nessuno se ne accorge. La compressione e la limitazione dei nostri diritti, non è qualcosa di astruso, una formula del politichese, ma è un processo attivo e operante che va avanti ormai da troppo tempo. Ed i nostri diritti, ricordatelo bene, non sono solo la libertà di movimento, di espressione, di riunione. Questi sono la base essenziale per la democrazia. Ma non sono gli unici e i soli a garantire la nostra libertà. Libertà è un concetto troppo ampio per essere definito soltanto da questi tre diritti. Essere superati in un concorso da una raccomandazione, è una limitazione alla nostra libertà o no? La corruzione delle amministrazioni pubbliche, lo è o no? La mafia è un'invenzione? La politica corrotta non esiste? Le elezioni, sono realmente espressione della nostra volontà? Ed è così che gurardoci intorno, ci potremmo chiedere ancora: dov'è finito il nostro diritto alla salute? Vi sembra funzionante il nostro sistema sanitario? Garantito l'accesso alle cure e alle strutture migliori a tutti? Dov'è finito il nostro diritto al lavoro? Vi sentite garantiti sul vostro posto di lavoro (se siete così fortunati ad averne uno)? Dove sono finiti i nostri diritti ad un'istruzione pubblica, libera, universale? Siete davvero convinti che le nostre scuole ed università siano garanti di questo diritto INALIENABILE? Non continuo, per non annoiarvi, appunto. Anche se dubito che tutti quelli che hanno avuto la buona volontà di cominciare a leggere questo scritto, avranno la costanza di finirlo. Ma non importa. Del resto è così che funziona, no? Siamo tutti interessati ad altro, in fondo, o no? A cosa, non lo so. Dicevo, nei decenni scorsi, questi diritti erano in un certo qual modo ancora garantiti per tutti, in un modo o nell'altro. Oggi non lo sono più, o lo sono appannaggio di limitate fette della popolazione (a chi?? rispondetevi da soli...ragionate con la vostra testa). La domanda, però è questa: CE NE SIAMO ACCORTI? Non ci siamo semplicemente limitati a lamentarci quando tutto era già deciso? E se abbiamo avuto la sfortuna di “assaggiare” direttamente sulla nostra pelle cosa ha significato ad esempio il “lavoro precario”, non abbiamo pensato che fosse una responsabilità “soggettiva” di qualcuno in particolare? In realtà non c'è nulla di soggettivo in tutto questo. Ma è una realtà oggettiva messa in atto dal potere economico e politico a danno del nostro diritto ad un'esistenza decente e sicura. Avete mai sentito parlare dello smantellamento dello stato sociale? Sicuramente si. Avete mai capito realmente di cosa si tratta? Credo di no. Perchè sono così sicuro che sia così? Perchè sono superbo e tronfio di me stesso? Qualcuno di voi potrebbe pensarlo. Non mi interessa. Ma la risposta sta nel nostro stesso modo di reagire. Quando furono approvati tutti questi provvedimenti, che oggi pesano sulle nostre vite come macigni insostenibili, rendendoci la vita più difficile di quello che dovrebbe e potrebbe essere, tutti noi non abbiamo mosso un solo dito per evitarlo. Eravamo impegnati in qualcos'altro, appunto. La nostra attenzione era dirottata su altro. I nostri sensi, percepivano qualcosa di diverso e abbiamo continuato ad eleggere le stesse persone senza problemi. Come? Il cubo magico ha fatto pienamente il suo dovere. Le promesse ci hanno ammaliato. Menzogne che ci sono state spacciate per verità. Un esempio? Ecco una menzogna dell'epoca: “La flessibilità del lavoro è l'unico rimedio per salvare un mercato del lavoro allo sfascio come quello italiano!” La verità invece è: “La flessibilità, riducendo le garanzie dei lavoratori, abbasserà enormente il costo del lavoro rendendo le aziende più adatte a fronteggiare la globalizzazione e le sfide estreme che questa comporta per esse”. La prima, ripetuta, all'infinito dalla televisione, è diventata una realtà. Una verità. La seconda, mai spiegata, mai esplicata, è diventata mito, disquisizione accademica. Una bugia. Qualcuno potrebbe obiettare, ma se è la globalizzazione a chiedere questo, cosa si sarebbe potuto fare? Però oggi, proprio l'economia mondiale è in profonda crisi. La crisi più profonda e devastante della storia del nostro sistema economico. Più nera e più strutturale di quella che scaraventò il mondo nell'immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Ed è proprio la globalizzazione ad aver dimostrato tutti i suoi limiti, le sue pecche, la sua dirompente forza distruttiva di vincoli e stabilità sociali, di ricchezza a danno di molti e a beneficio di pochi (paesi e persone). Di vite umane. Eppure, quanti di noi sono consapevoli di questo? Pochi. Nessuno. Forse solo i responsabili di questo sfacelo. Perché? Un'altra menzogna spacciata per verità dalla televisione per anni: “La globalizzazione è positiva, renderà il mondo un posto migliore per viverci! Anche per il Terzo Mondo”. Come è possbile? Come abbiamo fatto a non rendercene conto? Perchè la libertà che ci è garantita sulla carta, in realtà non è reale, effettiva. Perchè ci è stato negato uno dei diritti fondamentali in un mondo come il nostro. Il diritto sacrosanto ad un'informazione libera, indipendente e imparziale. Secondo voi, con la Rai in mano alla politica, le tv a pagamento in mano ai magnati della finanza e Mediaset al nostro dio italico, può essere libera e indipendente? Veritiera? Imparziale? Obiettiva? Credete che negli altri paesi sia diverso? Libertà di informazione. Un'altra menzogna. Ripetuta cento, mille, un milione di volte, ed è diventata una verità. Una verità che rischia di sommergerci tutti. 2 Febbraio 2009.

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