19 Gennaio
Vuotare la Casa Bianca per far posto al nuovo inquilino non vuol dire impacchettare mobili e poltrone, bibbie e biancheria. I container dei segreti Bush hanno messo in fila carovane blindate. Sei notti prima dell’ingresso di Obama le luci del palazzo imperiale erano spente. Spenti i siti web attorno ai quali girava il mondo. Nessun rimpianto. Le sole pagine elettroniche frequentate con simpatia appartenevano a < Mister Barney >, ma anche l’indirizzo < whitehouse.gov\barney > non esiste più. Il colloquio tra mister Barney e gli americani appassionava le cronache della Casa Bianca dove Barney era arrivato il 6 gennaio 2005 raccomandato dal padre del presidente. Cosa faceva mister Barney nel Gov defunto ? Intratteneva rapporti affettuosi con l’uomo più importante del mondo. Si addormentava sulle sue ginocchia. Travolto dall’intimità, gli strappava i pantaloni. Per non parlare delle carezze: pretendeva, ricambiava. Un giorno, crisi di nervi, é scappato dall’elicottero numero Uno costringendo le guardie del corpo ad inseguirlo altrimenti il presidente non partiva. Nel Gov, Barney faceva sopratutto il cane ed ha avuto un’influenza importante ( con qualche fallimento ) sull’equilibrio del signor Bush tanto da suggerire ai consiglieri del grande conduttore l’allargamento del sito dove consolava i cittadini avviliti. Mai lettere polemiche, mai rimproveri. Dalla biografia che la home page dedicava alla famiglia reale e alle famiglie dei ministri, si viene a sapere che Barney è un terrier scozzese, colore nero, età sette anni, sposato con < Miss Beazley >, stessa razza, stesso nero. Senza un incarico ufficiale nel Gov, miss Beazley non aveva diritto alla posta elettronica mentre il marito non solo inteneriva i malcontenti ma si esibiva in un’infinità di documentari: di < White and Blue Christmas > e < Barney e gli sport invernali > è stato addirittura coprotagonista. Inutile nasconderlo, attore principale sempre il padrone. Vita da sogno con menu pubblicato ogni mattina, zuppe e fegatini invidiati dai cani di Gaza, Bagdad, Kabul, Mogadiscio. Appartenere al mondo libero dove la democrazia protegge la libertà di abbaiare, comporta privilegi negati ai randagi ( cani e bambini ) di altri continenti. Un’amica è tornata dalla California col regalo di un libro: < Bush, ecco la mia anima >. Sotto la copertina 62 pagine bianche. 90 mila copie vendute, racconta il < San Francisco Chronicle >: lettori immaginari che riempiono il vuoto con pensieri dedicati al signore in pensione. Impietosi con la ciurmeria dei ministri, solo Barney si salva. Obama arriva con un bastardo, niente sito web. L’America volta davvero pagina. Ma ecco l’allarme: Bush padre ha regalato un altro terrier al figlio piccolo, Jebb, ex governatore Florida, già in marcia sulla Washington 2012. E il patriarca si preoccupa in tempo del sangue blu dei cagnolini che dovrebbero arredare la Casa Bianca. \ mchierci2@libero.it Cortesia dell'Unità