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10 Novembre 2008 11:33

Maurizio Chierici: Se Mohamed arrivasse a Palazzo Chigi

1153 visualizzazioni - 1 commento

di Maurizio Chierici

Si incontreranno, Berlusconi proverà ad abbracciarlo, ma Italia e Stati Uniti mai così lontani. Per superare le crisi Roma e Washington scelgono da sempre strade diverse. L'America si aggrappa alla sinistra paziente dei democratici mentre Roma e dintorni cercano scorciatoie che nel tempo cambiano nome: fascismo o liberismo post fascista costruiti sulla autocrazia dell'informazione. Nel 1933 (disastro Wall Street) Roosvelt annuncia nuove regole: mai più corruzione e privilegi, legge uguale per tutti. Dopo il generale Eishenower, Kennedy disarma con le parole i missili di Cuba. Invita Kruscev a sgelare la dottrina di Stalin, ma il dialogo spaventa chi prospera nella paura. Quei colpi a Dallas. Il disastro Vietnam precipita gli Stati Uniti nella crisi psicologica della superpotenza sconfitta. Arriva Carter, pastore battista: <l'America torna a casa>. Purtroppo l'industria della guerra senza guerre intristisce: inventa Reagan e la deregulation travolge il mondo. Ma il paese ribolle, facce e lingue nuove, e dopo i disastri di Bush padre (primo assalto all'Iraq), Clinton apre le porte all'emigrazione latina, ritira i marines dalla Somalia, prova a ridare dignità ai malati senza ospedali. Le lobbies non si arrendono. Bush figlio fa volare i bombardieri e chi vota cerca Obama. Il meticciato culturale, lievito della grandezza Usa, affida ai democratici la voglia di normalità con l'azzardo dell'uomo nero alla Casa Bianca. Noi siamo altro. L'Italia uscita a pezzi dall'inutile prima guerra mondiale, risorge col fascismo. Un uomo solo al comando inventa le battaglie del grano e un posto al sole d'Africa. Volontari obbligati a sparare per la Spagna del generale Franco e poi Francia, Grecia, Russia assieme a Hitler. Chi non sopporta le dittature costruisce con la resistenza una costituzione che assicura a tutti le stesse opportunità. Miracolo cresciuto sulle rovine. Ma gli intrighi della guerra fredda resuscitano vocazioni nascoste. Si amareggia Giorgio Bocca nel ricordare che la filosofia delle corporazioni ha conservato il fascismo in ogni piega dei nostri giorni. Comincia nel '60, governo Tambroni abbracciato al Msi di Almirante. Polizia che spara sugli scioperi. Paese in rivolta. Poi P2, Gladio e mani sporche raccolgono convitati segreti: smascherati, non cambiano le ambizioni, sono ancora lì. Le nuove crisi li trasformano in protagonisti e la gente intorpidisce. Strisciando le notizie, ride all'<abbronzato> del Cavaliere. Non spiritosaggine dal sen sfuggita; risatina calcolata su chi ha smesso di pensare. Le donne e i ragazzi salvano l'America scegliendo Obama. Per il momento siamo sempre più diversi. Chissà quando Mohamed o Pedro o Uriburu si affacceranno dalle finestre di Palazzo Chigi. mchierici2@libero.it Cortesia dell'Unità

COMMENTI

11 Novembre 2008 01:54

Per cortesia della cronaca degli ambulanti riporto e non aggiungo l'ennesima mail, prima con un testo scritto tre ore fa dal titolo IL CARBONE E LE ROSEe poi con l'aggiornamento dell'ennesima news vicina e senza alcuna cortesia ... Doriana ____________________________ Accade che a Civitavecchia, noto porto del Mediterraneo, sbarchi ancora il carbone “sicuro”, attraverso gru e camion- altro che stoccato- per rifornire l’Enel, che decide da sola a quale legge fare riferimento per i limiti emissivi della Centrale a carbone, quello pulito come Marrazzo, che ci ha mandato Rai Tre. Accade anche a Civitavecchia, che un branco di giovanottoni, una ventina, accerchi un ragazzo afghano che vende le rose nei locali, un clandestino certamente pericoloso per la società e allora lo si spintona, lo si insulta e lo si deruba delle rose e di tutto quello che ha in tasca e fugge, l’afghano. Ma la notturna amichevole non si ferma e si rompe la vetrina del ristorante, si continua con il saccheggio stavolta di pinte di birra e bottiglie di vino e si mena quì e là e allora un telefonino di vecchia o nuova generazione, prende vita e con il 113 se ne acchiappano due, di diciannove anni, già noti: per gli insulti razzisti e perchè rubano rose? Intanto scorrazzano navi e fumi, giustizieri fascisti e delinquenti noti. Uno spargimento di veleni e spine che non punge nessuno di coloro che siedono lassù, in alto, a fiatare dalla bocca della Ciminiera, dalla Torre di Controllo, dalla Messa in Sicurezza, dalla sempre più rozza Cabina di Regia: già, il lavoro intenso e comune, continua… Doriana Goracci Comunicato Stampa Ambulante bengalese picchiato a Fontana di Trevi e mandato in ospedale dagli uomini di Alemanno Gli avvenimenti accaduti negli ultimi mesi ad Enanul Hoque, cittadino del Bangladesh di 28 anni, rappresentano la trama di una storia di crudeltà, che si manifesta sempre più frequentemente in questo paese. E’ una vicenda comune di cittadino straniero che il 19 Agosto si reca alla Questura di Roma per presentare la richiesta di asilo, che non viene accettata per l’aver eletto come domicilio la nostra l’associazione. E’ una vicenda comune di cittadino straniero che per sopravvivere vende souvenir ai tanti turisti, che affollano questa città. Come gli altri giorni, il 5 Novembre Enanul è a Fontana di Trevi a svolgere la vendita ambulante, con gli oggetti in mano in maniera da non occupare il suolo pubblico. Quel giorno però non sarà come gli altri, perché incontrerà i nuovi sceriffi della città, appositamente addestrati da un “bravo maestro”, ovvero dal Comandante Generale della Polizia Municipale di Roma, Buttarelli, artefice, con l’appoggio dei fascisti, il 17 Gennaio 2008 dell’attacco alla comunità bangladese, con la frase “questi immigrati bisogna mandarli via nel loro paese”. Enanul viene fermato brutalmente. Caduto, viene trattenuto, calpestato e schiacciato in terra dai piedi di diversi agenti della polizia municipale. I passanti protestano. Qualcuno di loro chiama l’ambulanza. Enanul viene ricoverato all’Ospedale “San Giovanni” per una gamba rotta ed è lì in attesa di un intervento chirurgico. In questo stato, oltre a ricevere il danno, arriva la beffa: viene raggiunto il 6 Novembre in ospedale dalla notifica di una multa amministrativa (tralasciamo che il documento è stato volutamente datato il giorno 5!) e, coerentemente agli insegnamenti del proprio maestro Buttarelli, dalla minaccia “se denunci il fatto ti mando direttamente in Bangladesh”. Enanul non sapeva che in ospedale si prendessero le impronte digitali, né sapeva che alcuni nuovi sceriffi, in attesa di armarsi di pistola, sono già dei picchiatori nati. Enanul Hoque sarà una delle persone che parteciperanno il 12 dicembre allo sciopero dei metalmeccanici, per denunciare l’accaduto dei fatti ai lavoratori italiani. Sempre che il Dott. Buttarelli non provvederà anche ad espellerlo! Info: Asso. Dhuumcatu, via Bixio 12, Roma, Tel. 0644361830, 3398127020

Doriana Goracci

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