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27 Ottobre 2008 13:07

Maurizio Chierici: la svolta latina di Obama

1076 visualizzazioni - 1 commento

di Maurizio Chierici

McCain accorcia le distanze e stasera Obama si affaccia in Tv in uno spagnolo pieno di spine. «Compartimos un sueño...». Noi e voi assieme per il futuro dei figli. È la prima volta che un candidato alla Casa Bianca cambia lingua per sedurre la folla che arriva d’altrove ma vota qui. Non tre parole e poi l’inglese che il doppiatore traduce. Un intervento lungo in cui Obama lascia perdere l’inglese. E lascia perdere Afghanistan, Iraq, terrorismo e Paesi canaglia. I contenuti rimpiccioliscono nella vita di chi ascolta. Vuole far capire fino all’ultima virgola quale futuro promette agli elettori. Affronta la solitudine dell’emigrazione nella consapevolezza di chi ha avuto fortuna con la faccia da straniero. «Voi lavorate duro, la vostra famiglia ha diritto ad una vita serena. Vi chiedo il voto non per me e i democratici; unvoto per noi e per voi». Ai portoricani ripete: «Anch’io sono nato in un’isola». L’attacco Accusa McCain di odiare imessicani e di esibire l’amicizia per Rush Libaugh, conduttore radio che sparge veleni contro «le facce marron e nere dei cattolici che invadono il Paese». È uno dei profeti delmuro sul Rio Grande, 3300 chilometri da San Isidro all’Atlantico per fermare l’onda dei senza documenti. Ricorda le amicizie cheMcCainha coltivato in un passato che prega di dimenticare: quel viaggio nell’85 in Cile per abbracciare Pinochet. Il suo spagnolo esplora il precipizio dell’economia ritoccando l’anagrafe. E la favola di “Joe the plumber”, Joe lo stagnino, impresarietto che non ce la fa con le tasse, cambia nome, non il messaggio: diventa José, Eduardo, Margarita, due milioni emezzo di manager latini, ossatura di un’economia minacciata dalla crisi. Le loro decisioni contagiano folle di elettori. E trasmettono sicurezza odisperazione alle braccia con o senza permesso. Nei primi sei mesi dell’anno le crepe dell’economiahanno tagliato il12%dei soldi spediti ai familiari sparsi dal Messico alle ultime spiagge del continente, Colombia, Perù, Bolivia, Argentina. E il crac non aveva ancora sventrato Wall Street: 5,9miliardi di dollari in meno nelle rimesse mandate a casa annunciano inquietudini destinate ad allargarsi.Cominciano tempi duri. ObamaoMcCain, chi dei due può evitare la tempesta? Un Paese bilingue L’appello nell’altra lingua si allarga alle Tv dei Paesi latini. I parenti devono ascoltare e chiamare padri e figli al Nord. «Mi raccomando...».NegliUsa 4 tv parlano spagnolo e dall’altra America risalgono immagini e voci che il satellite distribuisce in ogni casa, ricadute che pesano su chi sceglie. A New York e Chicago un quarto della popolazione parla un creolo anglolatino, “spanglish”, raccolto nel dizionario pubblicato dall’istituto culturale Cervantes. Sta nascendo un Paese bilingue. Fra due o tre presidenti l’inquilino della Casa Bianca dovrebbe chiamarsi Rodriguez o Santos. L’assimilazione delle culture sta correndo. Idioma per affari-turismo- lavoro dalla California alla Florida, Stato decisivo nella raccolta dei grandi elettori: un decimo di quelli che servono a fabbricare un presidente si votano qui.Da 40 anni gli anticastristi ne sono le star. Sul porto di Miami la torre della Libertà riproduce il minareto di Marrakech o laGiralda di Siviglia, regalo dei Bush alla famiglia Mas Canosa, guida spirituale di chi inutilmente ha provato a cambiare Cuba nel buen retiro del baluardo repubblicano. Ma gli anni sbiadiscono le rabbie. I figli dei figli non amano Castro ma amanoCuba. Vorrebbero ridere nelle vacanze di Varadero, ma sopportano malvolentieri gli embarghi che induriscono l’isolamento. Il mondo è cambiato, le dinastie Bush appartengono a un altro secolo. Per i nuovi, Fidel è solo un fantasma della storia. Voteranno democratico malgrado il battage furibondo dei fratelli Mario e Lincoln Diaz Balart, nipoti di Fidel dalla parte della prima (e unica) moglie. Lo hanno abbandonato sessant’anni fa per nascondersi aMiami mentre il leader si preparava a diventare maximo nella prigione dell’Isola della Gioventù dopo l’assalto fallito al Moncada. L’eredità dello zio ripudiato si è trasformata in una carriera al senato e al congresso sempre nell’impegno di rovesciarne la dittatura. Ma proprio in queste ansie elettorali un giudice li ha pescati con lemani nel sacco, corruzione che infiacchisce la rincorsa politica e dà una mano ad Obama. Chissà se basterà. Le speranze Cosa sperano i latini che votano contro McCain? Un rispetto chenonavvilisca la loro dignità. Obama ha promesso di incontrare Castro, Chavez, Correa dell’Ecuador, Morales della Bolivia. Non solo l’agonia del liberismo, anche la faccia africana di Obama sembra accorciare un’evoluzione che si annunciava lenta. A metà del nuovo secolo la superpotenza non sarà più super, lasciando posto a contenitori geopolitici nei quali confluiranno popoli e protagonisti inattesi. «Cambieranno collaborazione e sentimenti verso gliUsa a partire dal 2030.E gli Stati Uniti saranno felici di trovare amici sulla porta di casa senza infiammare tropici lontani». Obama ha l’occasione di guadagnare 20 anni. Non sarà facile. La fuga da miseria e guerriglie sta gonfiando mostruosamente le città dell’America Latina. Nel 2015 il 63%della popolazione vivrà nei gironi di metropoli incontrollabili. Il crollo delle rimesse degli emigranti comincia ad esasperare contraddizioni già vergognose tra zone rosa e favelas infinite. È opportuno cheObamaimpari bene lo spagnolo. E che vinca, soprattutto. Cortesia dell'Unità mchierirci2 @libero.it

COMMENTI

27 Ottobre 2008 18:59

i presidenti USA sono come l'acqua minerale: cambiano le etichette sulla bottiglia ma il gusto è sempre uguale ... e poi c'è scritto: "per cortesia dell'Unità" ...mamma che brividi brrrrrrrrrrr! come siamo ridotti... mi ricordo quando Pajetta e Togliatti scrivevano sull'Unità, e Fortebraccio tirava fendenti con la sua penna...

pier

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