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25 Ottobre 2008 11:26

Zanni Affamato e Furioso

374 visualizzazioni - 0 commenti

di saleal

“DITTATURA MEDIATICA IN ITALIA: ESAGERAZIONE O EUFEMISMO?” ovvero “DR. STRANGE TV : COME IMPARARE A NON VEDERE LA TV E A ODIARE SILVIO” ovvero “HUNGRY ZANNI’S MODEST PROPOSAL: DON’T EAT YOUR KIDS, JUST EAT THE RICH!” ovvero “INDOVINA CHI VIENE A CENA?” di Uncle S.A.M. (saleal@libero.it) Vorrei iniziare con alcune constatazioni, la cui tragica e fatale veridicità è di pubblico dominio ma volutamente ignorata dai più: 1- Colonizzazione conclamata della RAI da parte della Fininvest-Mediaset a partire dal 1994 (primo governo Berlusconi), 2- 1996-2001 governo Prodi prima, governo D’Alema dopo, non risolvono il conflitto di interessi mediante legislazione adeguata, inoltre non mettono mano alla legge Mammì e, ancor più irresponsabilmente, permettono attuazione del punto seguente, 3- canali satellitari RAISAT, pagati dagli abbonati RAI, sono diffusi esclusivamente via Telepiù (Berlusconi) e Stream (Tronchetti-Provera) in segnale criptato per la visione a pagamento, 4- fusione Telepiù-Stream sotto acquisizione da parte di SKY di proprietà del magnate ultraconservatore Murdock, grande amico di Berlusconi e della famiglia Bush, tuttavia l’evento suscita poche o nulle proteste riguardo a tale fusione generante un “monstrum” mediatico satellitare, attualmente ancora senza concorrenza in Italia, 5- Berlusconi nel frattempo fa incetta di case editrici, pubblicazioni varie tra quotidiani e rotocalchi (per citarne alcuni: tutta la Arnoldo Mondadori, parte della Einaudi (20%?), Il Giornale, Libero, Il Foglio, Gioia, Confidenze, Donna Moderna, etc…), invece nell’ambito previdenziale parte con la Mediolanum che negli anni 2000 diviene un istituto bancario, e dulcis in fundo arraffa l’esclusiva per i diritti di trasmissione e distribuzione delle maggiori produzioni cinematografiche (arrivando ad acquisire addirittura la famosissima Medusa e ad essere il maggior azionista della Blockbuster Italia! E ciliegina sulla torta: il Signor B. acquisisce e fa costruire numerosi cinema multisala in tutta Italia!), 6- parallelamente Videomusic e Telemontecarlo vengono acquisite inizialmente da un ex-partner in affari di Berlusconi (nella famigerata Cecchi Gori Group – Penta) ribattezzandole rispettivamente TMC2 e La7, in seguito cedute entrambi alla neo-privatizzata Telecom (Tronchetti-Provera), che trasforma TMC2 in MTV Italia, 7- 2001-2006 secondo governo Berlusconi potenzia ed estende impudentemente ed illegalmente il suo regime mediatico attraverso l’introduzione della TV digitale in Italia (altri canali RAI pagati dai contribuenti diffusi esclusivamente in segnale criptato per la visione a pagamento), 8- in parallelo, a partire dagli anni ’90, le TV libere locali gradualmente vengono saturate dalla pubblicità in massima parte distribuita dalla Mediaset, rendendole in tal modo sempre più dipendenti fino a riuscire a controllarne un gran numero attraverso l’acquisizione da parte di persone vicine a Berlusconi (alcuni esempi eclatanti nel nord Italia: il network virtuale Odeon TV, Telelombardia+Canale 6, Antennatre, e TV Serenissima che, dopo la cessione delle frequenze di France 2 e di TSI1, da piccolissima emittente locale assurge con taumaturgica rapidità a network nazionale!), 9- nell’arco di poco più di un decennio tutta la TV pubblica e privata visibile in chiaro in Italia si ritrova depauperata gravemente nei contenuti informativi ed educativi, nella varietà dell’offerta delle produzioni cinematografiche italiane ed estere, nonché, tragicamente, nella libertà di espressione (confermato innumerevoli volte da censure personali e professionali, dalla proliferazione di format televisivi culturalmente degradanti, quali i reality show e giochi a quiz, dalla trasmissione di lungometraggi ultradatati e triti-e-ritriti, e dal bombardamento pubblicitario senza più regole tra trattamenti dimagranti e cartomanti-esperti del lotto!), 10- tuttavia l’imperio berlusconiano non si ferma alla carta stampata, alla televisione, alla produzione e distribuzione cinematografica, ma si estende alla radio a partire dagli anni ’80 con Radio Deejay (fetido e nefando incubatore di personaggi come Gerry Scotti, Fiorello, et similia), più recentemente con i finanziamenti a Radio Radicale (ai tempi in cui Pannella e Bonino baciavano le mani al cavaliere) e a Radio Maria, fino a debordare senza ritegno acquisendo direttamente Radio 101 (i cui proprietari erano andati incontro a condanne penali per gravi irregolarità nella gestione dei proventi pubblicitari e dei debiti accumulati), e piazzando comici di marca Mediaset ed edizioni del TGCom in altrettante emittenti radiofoniche a diffusione nazionale. La lista soprascritta non ha certo la pretesa di essere completa (altri, più autorevoli e capaci, hanno saputo stilare analisi ben più dettagliate e documentate), tuttavia stimo sia sufficientemente argomentata come premessa all’esposizione di alcune mie personali ipotesi operative riguardo l’attuale stato dei mass media in Italia. Quindi come reagire a tale degrado, soprattutto se lo si considera nel contesto socio-economico e culturale di questi giorni? Qualcuno stoicamente, ma troppo passivamente, consiglierebbe di “Resistere-Resistere-Resistere” (tattica molto facile da mettere in atto soprattutto per chi percepisce una lauta pensione da ex-magistrato e che attualmente ricopre la carica di presidente del Conservatorio di Milano, posto precedentemente occupato da un certo Fedele Confalonieri!), tuttavia per la maggior parte dei cittadini italiani oltre a dover resistere (fisicamente ed intellettualmente, aggiungerei) tocca cercare di sopravvivere ogni singolo giorno senza compromessi umilianti e degradanti, insomma il più onestamente possibile (so bene che non è un imperativo assai seguito nella tradizione italica, ma sono certo del fatto che i più ne siano almeno consci). Borse e mercati in tempesta grazie a spericolate ma lucrose strategie di speculazione globale (i cui effetti deleteri vengono paradossalmente arginati con denaro pubblico, il che induce a credere ad un effettivo assistenzialismo al capitale privato, ossia una nazionalizzazione del debito ma non degli utili!), riforme e decreti legge che decurtano i finanziamenti pubblici ai settori nevralgici dello stato sociale (Sanità ed Istruzione), licenziamenti a raffica anche nel caso di aziende con attivi in bilancio da capogiro, precarietà perpetua dei neo-assunti, leggi mirate all’impunità delle alte cariche dello stato, liberalizzazione incontrollata dei prezzi al dettaglio, opposizione parlamentare inconsistente se non connivente, rigurgiti clericali di stampo marcatamente medievale; in un tale contesto esacerbato l’impossibilità pratica di potersi informare, intrattenere ed esprimere liberamente e gratuitamente, non può che portare il senso di frustrazione dell’individuo ad un parossismo intollerabile. La percezione più acuta ed incessante è quella di essere sotto costante assedio mentale, compresso tra l’incertezza crescente del proprio futuro economico e la difficoltà sempre maggiore di reperire informazioni non viziate, con le quali elaborare almeno un pensiero genuinamente personale, non preconfezionato. Quindi non basta resistere passivamente o ghandianamente, quando alcuni tra i diritti fondamentali sono stati subdolamente erosi da una politica esercitata da mestieranti sempre in caccia di maggior profitto e maggior prestigio personali. A questa affermazione si potrebbe obbiettare che sia troppo facile scaricare le responsabilità sul leviatano insaziabile del governo e del parlamento, e qualcuno addirittura sfodererebbe l’abusata e semplicistica etichetta di qualunquismo. Proprio l’ultima consultazione elettorale ha confermato, invece, quanto siano psicolabili le masse che costituiscono la base degli schieramenti politici che attualmente gozzovigliano nel “transatlantico”, e anche di quelli che a sorpresa sono rimasti esclusi dal banchetto delle camere. In Italia sono state dimostrate per l’ennesima volta l’assenza di un’indipendenza intellettuale del singolo individuo, e l’assenza del coraggio di esprimere il proprio dissenso anche rifiutandosi di scegliere il cosiddetto “meno peggio”, astenendosi, cioè, senza remore inculcate da chi è aduso a estorcere il voto con il sorriso sulle labbra o con elucubrazioni sulla responsabilità civile. Un’altra occasione sprecata, un’occasione per esautorare un parlamento che non rappresenta più nessuno e che non porta avanti nessuna idea o progetto che non preveda anche utili sotto banco per sé e per i propri amici e soci. Un parlamento che ospita uno schieramento di centro-sinistra che si aggrega in un ammasso artificioso (infatti qualche agit-prop del PD ebbe a dire che, dopo aver fatto il nuovo partito e avendolo varato con le elezioni, avrebbero potuto solo allora metterci dentro le idee: insomma, una confezione attraente ma vuota, da riempire solo dopo l’acquisto!). E cosa dire di un partito-azienda retto da un super-dittatore che a furia di spallate (eco delle picconate di un decrepito gladiatore rintronato che si porterà nella tomba tanti segreti di stato compreso quello dell’affaire Moro tra gli altri!) ha piegato e piagato le fondamenta della Repubblica Italiana? Sì, il Signor B. è un super-dittatore, un iper-cyber-tiranno, e per convincersi di ciò basta rendersi conto del fatto che, oltre ad avere molteplici caratteristiche fisiche, comportamentali e di ragionamento ed argomentazione in comune con Mussolini (che, in fondo, non era che uno spocchioso e decadente giornalistucolo dell’”Avanti!” in cerca di avventure) che fanno di Silvio inequivocabilmente un fascista, il cavaliere senza cavallo è uno degli uomini più ricchi al mondo, possedendo personalmente o attraverso dei prestanome svariate imprese, inclusi non pochi mezzi di informazione. Insomma, volendo ridurre il tutto ad un’equazione, avremo che: BERLUSCONI = MUSSOLINI + IMPRESE + MASS MEDIA. Mussolini non aveva proprietà paragonabili a quelle dell’attuale presidente del consiglio, e perciò dovette scendere a compromessi con i capitalisti del Regno d’Italia (dei parassiti, tra i quali gli Agnelli, che già avevano già lucrato sulle campagne d’Africa, sulla Prima Guerra Mondiale, e che si sarebbero abbuffati ancora con la Seconda e nel boom del Dopoguerra!) che non si opposero neanche quando fu imposto il delirio autarchico. Mussolini (giornalistucolo viveur), Hitler (imbianchino frustrato), Stalin (scarto di seminario dalla Georgia), Franco (carogna che restaurò l’attuale famiglia reale in Spagna e che si levò dai piedi solo nel 1975!) non erano che degli avventurieri spiantati al confronto di Berlusconi. Ciò attesta inequivocabilmente la pericolosità sociale di tale individuo, considerando anche la capacità di persuasione che egli esercita capillarmente e quotidianamente attraverso le sue reti televisive soprattutto sulle masse psicolabili con livelli d’istruzione medi e bassi. Inoltre il miracolo italiano non è stato il tanto promesso e mai mantenuto milione di posti di lavoro, ma il recupero di quei residui purulenti di ignoranza, voglia di rivincita, interesse personale senza scrupoli, che poi sono coagulati nella scomposta e goffa ciurma leghista, e nel ben più pericoloso rigurgito neofascista, costituito da A.N.. Ora, gettando lo sguardo attorno, rilevando senza dubbi che non esiste una sinistra parlamentare rappresentativa, che nemmeno le coalizioni di sinistra escluse dalle camere rispondono più alle richieste di una base più che mai disgregata e disillusa (ecco il disincanto, il primo vero sintomo di risveglio e preludio di una reazione costruttiva e propositiva, assai più utile di qualche girotondo condotto dai soliti cani da pastore!), cosa rimane da fare materialmente nell’immediato? Quale strategia operativa in Italia bisognerà adottare per ottenere effetti benefici tangibili per la collettività e lo stato sociale in breve tempo, auspicabilmente entro la fine di questo decennio? Ecco la mia modesta proposta: tirannicidio legittimo mediante antropofagia effettuata sull’individuo Silvio Berlusconi in stato completo di veglia, previo spurgo viscerale di almeno 2 settimane in condizioni igieniche controllate, da consumarsi preferibilmente all’agrodolce oppure in abbondante marinatura. Una volta comprovata l’efficacia di tale pratica ne consiglierei l’applicazione al resto del parentado del suddetto, nonché ai membri eletti del parlamento di qualsiasi schieramento (tutti pasciuti mestieranti parassiti!), ai membri del governo (idem con contorno di portafoglio ministeriale!), a tutti gli esclusi de l’Arcobaleno (un po’ meno polposi ma sempre tenerelli!), agli imprenditori di Confindustria (con la Marcegaglia come antipasto!), ai sindacalisti (incominciando da CISL e UIL, e poi CGIL come dessert!), ed infine a tutto il Vaticano per portare a compimento il banchetto iniziato con la Breccia di Porta Pia (si consiglia vivamente di assumere almeno 1000 gr di bicarbonato sodico immediatamente dopo l’ingestione delle carni del tiglioso Ratzinger!). Se dovessi aver dimenticato qualche altro farabutto, non si illuda questi di scamparla, giacchè al fianco della già ben avviata globalizzazione della crisi all’americana partirà a breve la Campagna di Antropofagia Globale mirata alla Moralizzazione mediante Assimilazione (CAGMA). DON’T HATE YOUR ENEMIES, JUST EAT THEM AND SMILE !

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