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1 Ottobre 2008 20:58

LETTERA APERTA AL CORRIERE DELLA SERA

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di NADiRinforma

Nell'articolo del 24 settembre apparso sul Vostro quotidiano e firmato da Coppola Alessandra, si enuncia che, nell'ambito di una presunta inchiesta aperta a Roma dal sostituto procuratore Angelantonio Racanelli e coordinata dal procuratore capo Giovanni Ferrara, in Italia vi sarebbero degli "amici" delle FARC. Siccome viene menzionata anche la nostra Associazione vorremmo fare alcune, quanto doverose, precisazioni. Tali affermazioni si basano interamente sulle ricostruzioni del governo colombiano, a loro volta costruite sulla base del materiale informatico "recuperato" nel notebook del comandante guerrigliero Raúl Reyes, assassinato in territorio ecuadoregno sotto le bombe sganciate dall'Esercito colombiano, mentre si adoperava per concretizzare uno scambio umanitario di prigionieri di guerra con il governo di Bogotà, ricevendo quegli emissari internazionali che fungevano da facilitatori tra le due parti belligeranti. Questi computer, "miracolosamente" riportati in salvo dopo che gli ordigni teleguidati hanno distrutto l'accampamento provvisorio, sono stati impiegati prima per colpire il Presidente del Venezuela Chávez, poi quello dell'Ecuador Correa, infine per continuare ad attaccare e criminalizzare coloro che da anni si adoperano per una soluzione politica, negoziata e pacifica del grave conflitto sociale e politico che affligge la Colombia da oltre cinquant'anni. Si fanno i nomi di due dirigenti di Rifondazione Comunista: Ramon Mantovani e Marco Consolo. In realtà erano stati proprio questi due esponenti politici italiani che si erano "auto-identificati" in una conferenza stampa, dopo che il quotidiano El Tiempo di Bogotà (di proprietà della famiglia del vice-presidente e del ministro della difesa Santos), annunciava che in Italia vi erano due "pedine" delle FARC e che usavano i nomi di battaglia "Ramon" e "Consolo". Ovviamente il tutto "acquisito" sempre dai computer in questione. "La Repubblica" fa un copia-incolla dell'articolo suddetto, nella disperata ricerca di uno scoop che non gli era riuscito nel passato recente, a seguito della pubblicazione di una lettera inviatagli da un mitomane che affermava di avere intervistato mezzo mondo. La storia sembra ripetersi: quel "non meglio identificato Max, dell'Associazione Nuova Colombia" (così c'è scritto nel Vostro articolo del 24/09) è lo stesso che il 22 maggio del 2007 inviò una lettera aperta al direttore del Vostro giornale in merito ad una epistola propagandistica inviataVi dal vice-presidente colombiano Francisco Santos, e pubblicata sul Vostro mezzo di comunicazione. Vogliamo ricordare ancora una volta che il governo colombiano è illegittimo ed illegale, colluso con il paramilitarismo ed il narcotraffico, che viola sistematicamente i Diritti Umani, le Convenzioni Internazionali e che utilizza il terrorismo di Stato per sopprimere ogni forma di dissenso politico. Dall'insediamento del Presidente Álvaro Uribe Vélez (indicato al n°82 in una lista dei cento più pericolosi narcotrafficanti stilata dalla DEA statunitense), sono 560 i sindacalisti assassinati dai gruppi paramilitari che lui stesso legalizzò nel passato, ed il numero degli omicidi di Stato aumenta ogni anno. Il Congresso colombiano è ora coinvolto nello scandalo della "para-politica", non riuscendo più ad insabbiare i legami organici di decine di senatori e deputati uribisti con gli squadroni della morte. I compari di Uribe qui in Italia sono ben conosciuti: Jorge Noguera, ex console colombiano a Milano ed ex direttore del DAS (la polizia politica) è stato arrestato con l'accusa di paramilitarismo: passava ai paramilitari liste nere di oppositori politici che puntualmente venivano trucidati. L'ex ambasciatore Fabio Valencia Cossio, attuale Ministro degli Interni, vede oggigiorno il fratello (che era a capo della Magistratura della seconda Regione più importante della Colombia) agli arresti domiciliari per collusione con la mafia narcotrafficante. Ancora un ex ambasciatore: Luis Camilo Osorio, dalla sede diplomatica di Roma venne trasferito a quella messicana: deve rispondere di favoreggiamento ai gruppi paramilitari quando ricopriva la carica di Procuratore Generale della Repubblica. Venne denunciato da un importante organizzazione di difesa dei Diritti Umani nel 2002 per aver favorito l'impunità di criminali ed allontanato forzosamente pubblici ministeri. L'attuale ambasciatore a Roma, Sabas Pretelt de La Vega, ex Ministro dell'Interno e noto persecutore di sindacalisti, è stato tirato in causa dalla ex- congressista Yidis Medina (attualmente in carcere per essersi fatta corrompere e aver permesso, col suo voto, la rielezione fraudolenta del presidente) che lo ha indicato come uno dei corruttori. E' accusato inoltre da due capi paramilitari di avergli promesso la non estradizione negli Stati Uniti, in cambio del loro appoggio alla rielezione del presidente nel 2006. E' stato l'ideatore della legge "Giustizia e Pace", che di fatto depenalizza i crimini e i massacri compiuti dai "paracos" e li "riabilita nella società civile". Questi personaggi sono il vero volto di un governo mafioso che ora tenta di zittire quelli che, come noi, denunciano i crimini di lesa umanità perpetrati da un'oligarchia escludente e sanguinaria, che ha precluso qualsiasi strada ad una soluzione politica che possa porre fine ad un conflitto le cui cause non sono ancora state rimosse. Lo hanno capito molto bene i magistrati danesi, che in un processo in corso, hanno invalidato qualsiasi materiale probatorio proveniente dal sistema giuridico colombiano, appurando che la tortura e la violenza sono parte integrante della Giustizia colombiana, per tanto nessun documento potrà essere presentato senza che si violi la legge danese e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. Non abbiamo mai nascosto le nostre simpatie per le proposte politiche dell'insorgenza colombiana, le abbiamo sempre esternate alla luce del sole durante le innumerevoli iniziative e dibattiti organizzati nel nostro Paese, poiché siamo convinti che senza il dialogo con la guerriglia non si potrà mai giungere ad un accordo di Pace duraturo. Da anni diamo voce a coloro che credono e si battono per una Pace con giustizia Sociale, a quei contadini, sindacalisti, difensori dei Diritti Umani, che non fanno notizia sui grandi mass-media nazionali ed internazionali, ma che rappresentano la stragrande maggioranza della società oppressa. Non sarà la logica del governo colombiano, che addita come guerriglieri o fiancheggiatori tutti coloro che non si allineano alle sue politiche guerrafondaie, a farci retrocedere nella nostra attività di controinformazione e denuncia. Attentamente. Andrea Santoro Associazione Nuova Colombia Roma 01 ottobre 2008

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