98 utenti


Libri.itKINTSUGIMIRAMARINAICOSACHI E CAPPUCCETTO GIALLO CON LE STRISCE CATARIFRANGENTIBIANCO E NERO
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

11 Giugno 2008 19:28

SU TUTTE LE RUOTE

926 visualizzazioni - 1 commento

di Doriana Goracci

Il bianco lo si può ricollegare ad una colomba, ad una settimana bianca, alla purezza dell'infanzia, ad un'assegno a vuoto...dipende da cosa ci viene istintivamente di pensare. Quando si apprende però che 9 persone in varie parti d'Italia sono morte sul luogo del lavoro ina una sola giornata, a me non viene in mente il bianco ma il rosso del sangue e della rabbia e il nero della disperazione. Bianco è morte, è vacuo, è indistinto luogo comune che accomuna i morti sul lavoro, non in nero. Oggi 11 giugno, in una Roma blindata per l'arrivo del Messaggero di Pace che si incontrerà con altrettanti pari suoi di ogni ordine e grado, potremmo giocare al lotto queste cifre: peccato non si ripetano uguali, sono numeri variabili, su tutte le ruote. Sei operai che lavoravano nel depuratore consortile di Mineo, a 35 km da Catania, sono morti mentre stavano pulendo una vasca depuratore, inalando sostanze tossiche, quattro dipendenti comunali e due di un'azienda privata. Uno di 33 anni, è morto ieri sera, nelle Valli del Natisone, in provincia di Udine, mentre era al lavoro in un campo ed è stato travolto da una ruspa. L'altra vittima è un operaio di 42 anni, Bortolo Strambini, morto ad Imperia in un incidente avvenuto nei cantieri per il raddoppio della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia. L'altra vittima e' un operaio edile di 46 anni, deceduto dopo essere caduto da un ponteggio mentre tinteggiava l'esterno di un'abitazione nel centro di Orani (Nuoro), paese in cui risiedeva. Forse queste ultime morti, strapperanno il primato ai romeni, i prossimi antagonisti della grande Sfida calcistica.Sembra che con il suo 21,3%, la Romania «guida tristemente il primato dei Paesi stranieri che danno il maggior contributo in termini di decessi sul lavoro in Italia e con il 9,7% si piazza al terzo posto nella classifica degli infortuni». A'Maronna v'accompagn". Così il cardinale Crescenzo Sepe, con candore infinito, ha salutato Silvio Berlusconi al termine di un incontro definito "proficuo" alla curia di Napoli, per portare avanti il piano sui rifiuti di Napoli. Si cercherà intanto di rimediare a questa ecatombe di numeri con un massiccio sciopero generale, a cui i lavoratori in nero, non parteciperanno: il loro vestito è fuori luogo nel bianco accecante. Doriana Goracci

COMMENTI

11 Giugno 2008 21:42

COME A MOLFETTA PEGGIO DI MOLFETTA A Mineo, Catania 6 operai muoiono nella cisterna di un depuratore. Una nuova orribile strage che prosegue la "novita" nella morti bianche: le morti di gruppo, le stragi sul lavoro. I lavoratori di Molfetta, di Porto Marghera affrontano ancora inchieste ancora nella fase iniziale, tutte volte a celare le responsabilità delle aziende committenti, tutte le volte a scaricare su chi stava facendo materialmente il lavoro. Dalle prime notizie, questa volta si tratta di quattro dipendenti comunali e due di aziende private, inaugurando una nuova casistica pubblico/privato anche nelle stragi sul lavoro. Una nuova comunità, quella di Mineo in provincia di Catania devastata, con famiglie affrante e un intero paese trasformato in un nuovo funerale. Abbiamo cercato in questi mesi, dalla Sicilia a Torino, di mantenere alta la tensione e la mobilitazione, di legare famiglie e lavoratori alla base, comunità e operatori per dire Basta! Andare a fondo sui responsabili e le cause! Ci siamo riusciti molto in parte con la marcia/carovana nei luoghi simbolo delle morti sul lavoro. Ci siamo riusciti solo in parte a fronte delle ipocrisie delle istituzioni. Il ruolo di sindacati assolutamente inesistenti, incapaci di promuovere vere lotte, se non risposte del giorno dopo come atti dovuti. Abbiamo concentrato richieste e rivendicazioni. Ci siamo misurati anche con il Testo Unico sulla sicurezza che ora padroni e nuovo governo vogliono farne carta straccia. Di lavoro si deve continuare a morire e mai parlare di carcere per i padroni responsabili. Bene. Il 20 giugno andremo a Roma nel presidio/assedio al Ministero del Lavoro per dire l'esatto contrario. Sin da ora la Rete nazionale di Palermo è mobilitata per rappresentare un punto di riferimento, una linea solidale e di classe, una voce per chi non ha più voce. Ma vale sempre più il punto di fondo affermato fin dalla nascita della Rete nazionale e riportata nelle iniziative piccole e grandi della marcia/carovana: serve una rivoluzione sociale e politica che affermi il primato della vita degli operai sulla legge del profitto e del primato della produzione nella mani dei padroni. Lo dobbiamo ancor più oggi a sei nuove vite operaie spezzate, ai loro familiari, alla loro comunità. Rete nazionale per la Sicurezza sui posti di lavoro bastamortisullavoro@domeus.it - 3471102638

Lavoratrici dello slai Cobas

COMMENTA