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7 Aprile 2008 09:58

Maurizio Chierici: Il voto nel confessionale - Cosa pensano dei cattolici in politica le parrocchie italiane - 3 Parte

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di Maurizio Chierici

Il voto cattolico anima la campagna elettorale in un paese formalmente cattolico, ma nella quotidianità distratto da tentazioni lontane e necessità ormai pesanti. < Terminologia impropria >, nota padre Bartolomeo Sorge, gesuita, nell’editoriale di , rivista che dirige. Si era illuso con la nascita dell’ex Rosa Bianca: < purtroppo appassita prima di sbocciare confluendo nell’Udc di Casini >. L’ex Rosa Bianca < voleva essere una cosa nuova e puntava alla buona politica; l’Udc è una cosa vecchia: ha sostenuto per 14 anni la politica neoliberista di Berlusconi, ha sostenuto il Cavaliere nelle varie leggi ad personam emanate per tutelare i propri interessi e quegli di amici… A questo punto l’unica vera novità del quadro politico rimane il Pd di Veltroni…>. Peccato, aggiunge Sorge, l’alleanza coi radicali. < Il Messaggero di Sant’Antonio > da Padova ( un milione di copie ) osserva con disincanto le manovre attorno all’elettore cattolico < finito suo malgrado sotto i riflettori, investigato, inseguito, a tratti coccolato come fosse in qualche modo una specie a parte >. Ecco il dubbio di Giulia Cananzi: siamo davvero un popolo di credenti ? Dopo le risposte dei parrocchiani di Santomato ( Pistoia ) e di Ivrea, ascoltiamo le voci della comunità di San Giovanni, Parma: città ricca, bene arredata dalla destra al potere da dieci anni. Ma i problemi veri restano irrisolti San Giovanni Battista è parrocchia che raccoglie 5200 persone, età media 54 anni: la famiglie < giovani > ( meno di 45 anni ) sono cinquecento. Solo il dieci per cento dei fedeli partecipa alla messa, statistica che riproduce l’affievolirsi della frequentazione in ogni città del nord. Classe medio alta, professionisti, imprenditori, medici, insegnanti, artigiani, pensionati. Oltre ai cattolici, una presenza ortodossa ( badanti dell’est ) e qualche comunità mussulmana. Prima di Mani Pulite, il 30 per cento votava Dc. Con l’arrivo di Berlusconi, migrazione verso il centro destra e la città storicamente a sinistra, è nelle mani di una lista civica al potere con Forza Italia. Le persone incontrate appartengono ai gruppi parrocchiali. Ruggero Monica, imprenditore. Liliana Marini, responsabile dell’associazione San Cristoforo: assiste le persone in difficoltà. Anziani soli, giovani allo sbando o appena usciti dal carcere. Angelo Donati, imprenditore; Marco Contini animatore di un gruppo sociale che segue i giovani. E’ legato a Comunione e Liberazione. Parroco don Umberto Cocconi, ??? anni. - Si sente rassicurato da un politico che si dichiara cattolico ? Ruggero Monica- < Vorrei rovesciare la domanda. Lavoro nei gruppi parrocchiali e faccio parte dei Focolari di Chiara Lubich. Abbiamo idee nuove e sperimentiamo la realtà trasferendo le esperienze in politica. Ci riuniamo e discutiamo dei problemi, ma in politica i membri del nostro movimento sono dispersi in ogni partito. Non ritengo importante esibire la fede quando si fa politica. Preferiamo discutere e lavorare con amicizia assieme alla gente >. Liliana Marini- < Mi preoccupo. La politica è una cosa a parte, il cattolicesimo deve avere altri impegni. E’ solo la mia esperienza: la politica si rivolge e può risolvere gli interessi di certi gruppi, l’interesse per la gente qualsiasi resta lontano. Per non dire degli appelli sull’integrità della famiglia. Chi ne parla in questi giorni è separato: due o tre matrimoni, ecco i miei dubbi sul perché sventola la bandiera de cattolicesimo nella campagna elettorale. Scelgo prescindendo da questi equilibri. I miei genitori erano comunisti. Senza una parola, con l’esempio, ci hanno insegnato la solidarietà. Eravamo piccoli: a volte dormivamo in tre in un letto per far posto a qualcuno che non sapeva dove dormire. Vengo da Valmozzola, posto di montagna. Sposata da 40 anni sono rimasta in casa pensando solo agli impegni quotidiani della mia famiglia. Poi, ho capito che vivere è un’altra cosa >. Angelo Donati- < Conosco i politici cattolici che abitano nel quartiere: Corrado Truffelli, professore all’università, consigliere regionale Dc, presidente della provincia. Alessandro Duce è stato senatore. Seguo da lontano Rosy Bindi. Non hanno mai deluso la nostra fiducia. Ma esistono altri suonatori. Non capisco perché vadano al family day. Dovrebbero restare a casa. Meravigliano i porporati che li assecondano. E non capisco padre Livio di Radio Maria. All’ascoltatore che voleva sapere come fanno certi politici a difendere l’unità familiare, proprio loro, divorziati, risponde: se non esagerano, la loro testimonianza può avere valore. Non esagerano ? >. Marco Contini- < Nella mia esperienza la politica non è in grado di aiutare completamente i bisogni delle persone. Come diceva don Milani, mi interesso anche alla politica nel tentativo di rispondere alle realtà coscienti. Solo un tentativo perché la prima politica è il modo di interpretare la vita. In questo momento alla politica dei cattolici manca l’azione: creare legami sociali affinché gli altri facciano delle cose, prendano decisioni. Ecco perché non mi preoccupo di scegliere un politico che si dichiara ufficialmente cattolico >. - Ma Comunione e Liberazione ha un piede concreto nella vita politica ed imprenditoriale. Compagnia delle Opere, eccetera… < Ripeto: la politica è uno strumento non il fine >. - In un paese laico il legislatore deve adeguarsi alla morale cattolica oppure mediare tra la morale cattolica e la morale ( forse ) della maggioranza della popolazione ? Don Umberto Cocconi, parroco: < Un tempo si parlava di bene comune. Qual’è il bene comune e quale società dobbiamo costruire ? La società che mette assieme interessi diversi, oppure un progetto di storia e di cultura ? Se un cattolico vuole fare politica deve lavorare per l’unità. Trovare strade comuni. E’ successo quando è nata la costituzione. Attenzione verso l’altro, soprattutto. Riconosco che l’altro ha cose importanti da dirmi, ma non sono il solo depositario del bene. Mettere assieme le tradizioni socialista, comunista, liberale con l’apporto dei cattolici ha creato la base del nuovo stato democratico. Bisogna essere attenti alla dimensione laica Se si basa sul rispetto alla persona possiamo camminare assieme. L’integralismo da una parte e dall’altra va contro la politica. Polis è il bene della città. E’ necessario ascoltarsi e cambiare nell’incontro con l’altro >. -Prima del primo concordato, 1929, il cattolico che si mescolava alla politica o il letterato che scriveva proiettando l’ ansia religiosa nella società che stava esplodendo, veniva accusato di modernismo. Fogazzaro, per esempio. Obbedienza rigida o eresia. Le rigidà sembrano tornare… Don Umberto Cocconi: < Dobbiamo interrogarci quale dovrebbe essere la laicità del cattolico. Se si modella una legge solo sui propri principi, difficile allargare il consenso. Il laico che ha radici cattoliche quando entra in politica è chiamato sì a una testimonianza, ma anche alla capacità di dialogo e di confronto dove è possibile. Copie di fatto, esempio. Il politico cattolico deve tacere, deve combattere, deve riconoscere ? Sul principio della legge sulla gradualità,penso non siamo ancora al meglio e il meglio l’ho in mente, però è sempre qualcosa di importante riconoscere i diritti di persone che si mettono assieme. E importante che due persone convivano anche se non sotto l’egida del matrimonio, canonico o civile che sia. Serve la capacità di far incontrare i principi con la storia. Noi proponiamo altri obiettivi ma sono necessari passi intermedi per avvicinarsi. Ecco perché chiedo al politico cattolico di non arroccarsi sulle proprie pozioni senza tener conto delle posizioni degli altri. E’ necessario costruire assieme: non può aver sempre ragione chi ha il 51 per cento. Per il bene di tutti mettiamoci in discussione >. - La legge sulle copie di fatto distrugge la famiglia ? Ruggero Monica: < Noi focolarini cerchiamo di ricostruire la famiglia e vogliamo che le persone possano decidere da sole. Ammettiamo le coppie di fatto e quando dall’alto arrivano voci diverse, cerchiamo di tenerne conto e ne discutiamo. Liberamente, partendo dal dubbio se accettarle o sposarle. Nel nostro impegno d’amore verso l’altro ognuno può scegliere con piena libertà >. - E’ possibile essere cattolici e governare la politica senza mai dubitare ? Liliana Marini: < Il dubbio fa parte della vita. Mi auguro faccia parte anche della politica. Dovremmo sempre confrontarci coi bisogni e con questa realtà. Moro è stato ucciso trent’anni fa. Ci ha insegnato tante cose, testimoniandole. Non so se chi di dovere le ha imparate a destra o a sinistra. Moro invitava a lavorare assieme. Ma in quegli anni non era forse il momento giusto… >. - Le contrapposizioni radicali cosa insegnano ai giovani ? Angelo Donati: < I giovani di casa mia hanno respirato le mie idee. Sono inorridito quando è fallita la proposta delle coppie di fatto. Penso a mia madre e mia zia. Hanno convissuto 40 anni e se la zia fosse morta prima, mia madre sarebbe stata cacciata dalla casa in affitto. I principi romani non capiscono cosa succede nel resto del paese. Il 70 per cento dei giovani ( forse qualcosa meno ) convive senza matrimonio. Ci si dovrebbe chiedere perché non si sposano, non basta tuonare >. -Lei lavora coi giovani ed è testimone dell’ombra che si allunga sulle famiglie. I numeri raccolti in questa inchiesta affievoliscono l’influenza cattolica tra i 15 e 45 anni. Dipende dalla disattenzione, dall’ideologia di padri e madri, dall’aggressione della pubblicità, dal mercato o da cosa ? Marco Contini: < Non bisogna essere pessimisti. Non vedo dicotomia tra Chiesa e società o tra laici e cattolici. Di fatto siamo tutti laici, ma la vocazione di una parte dei laici è di aprirsi nel tempo al cattolicesimo. Ho imparato che è utile essere cattolico. Non lo ero e lo sono diventato. Certo che il mercato incide. Pubblicità e comunicazione cambiano le persone dai 15 anni in su. Ma le fratture col passato creano soluzioni non utili alla loro vita. Non riescono a diminuire le distanze tra insegnanti e allievi, e si ritrovano al vento. Comincia il ritorno alla tradizione >. d- C è un calcolo molto secolare dietro l’invito di alcuni protagonisti della Chiesa a stringere le file attorno alle bandiere cattoliche alla vigilia della elezioni ? Marco Contini: < Non penso che i cattolici in politica debbano usare o usino la fede nel confronto elettorale. Vivo una vita diversa da chi mi sta al fianco, diversa da mio padre e da tutti coloro che mi hanno preceduto. Non voglio abbassare la testa di fronte alla verità e non voglio abbassare la testa davanti a un cartello che dice vota così >. d- Un buon cattolico guarda a destra o a sinistra ? Ruggero Monica: < Deve interessarsi ai problemi delle persone senza censo e magari senza risorse economiche. Direi verso sinistra >. Liliana Marini: < Voglio sperare che vi siano cattolici sia a destra che a sinistra >. Angelo Donati: < Sono sempre stato democristiano. La parola ’sinistra’ non mi piace, ma conosco gente della destra cattolica e mi accorgo che sono preoccupati solo degli interessi personali. Due anni fa, durante le elezioni, ascoltavo i loro discorsi. Parlavano solo di tasse. Come pagarne meno. Se devo votare per un governo solo perché promette di non far pagare le tasse, mi chiedo: e chi non ha case di proprietà o altri beni, o un reddito robusto, con quale dignità potrà tirare avanti ? >. Marco Contini: < Un cattolico deve essere soprattutto cattolico, lontano da ogni egoismo. Nella situazione attuale se i cattolici sono davvero cattolici, a destra o a sinistra non importa, sui puntali fondamentali dovrebbero unirsi nelle decisioni >. Don Umberto Cocconi: < E’ bene chiederci cosa vuol dire destra, cosa vuol dire sinistra. A volte si disgiunge: sono cattolico e devo pensarla allo stesso modo sull’aborto o sull’eutanasia ? L’obbligo del cattolico é avere una certa concezione dello stato e dell’economia. Penso che la conservazione del sistema è a destra, mentre sinistra vuol dire governare il cambiamento per dialogare con le nuove forze. Ricordando la tradizione politica dei cattolici: la Dc era un partito di centro che guardava a sinistra per scoprire i mutamenti della società in trasformazione.. Bisogna guardare il futuro. Girare la testa verso il passato non so cosa permette di costruire. E se mi proietto nel futuro mi sbilancio a sinistra se sinistra vuol dire trasformazione e condivisione dei beni. Non è detto che il mio bene sia sempre da tutelare rispetto al bene di tutti. Giustizia sociale, tassazione e lo stesso valore sociale della proprietà privata, soprattutto il pagare le tasse, segna la differenza tra destra e sinistra >. (fine) Cortesia dell'Unità

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