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28 Marzo 2008 17:14

Vasco Rossi rinnega la vita spericolata

839 visualizzazioni - 0 commenti

di paolo de gregorio

Vasco Rossi rinnega la vita spericolata a cura di Paolo De Gregorio -28 marzo 2008 Dopo aver inneggiato 25 anni fa ad una vita piena di guai, esagerata, che non si dorme mai, con il lusinghiero risultato di aver fatto spiaccicare sulle strade del ritorno dalle discoteche migliaia di giovani pieni di alcol e di droghe, il nostro spacciatore di modelli di comportamento, ormai un po’ in là con gli anni, forse seguendo la sua decadenza o forse un implicito pentimento, nel suo nuovo album “il mondo che vorrei” parla di spiritualità, rivaluta sogni e illusioni che, secondo lui, aiutano a vivere meglio. Proprio come le puttane che, dopo la decadenza fisica si fanno suore e si votano alla spiritualità, il nostro attempato giovanotto segue questa poco originale strada, che non ha molto di artistico, ma appare come un penoso addio, cercando di monetizzare la sua prossima uscita di scena. L’operazione comunque avrà successo, poiché i poteri forti che hanno sostenuto la sua carriera, in realtà sostenevano consumismo e sballo che hanno creato almeno due generazioni di deficienti, e ora la virata verso lo spirituale e le illusioni oniriche allontanerà ulteriormente i sopravvissuti del suo mito dalla razionalità e dalla critica severa a questa nostra società, con piena soddisfazione dei suddetti poteri. Non a caso Vasco Rossi si vantava, ricambiato, dell’amicizia di Don Gelmini che, al di là della sua nota omosessualità, era riconoscente a chi gli forniva i clienti per le sue comunità di recupero dei tossici, fabbricando mentalità, culture, e suggestioni che hanno portato alla tossicodipendenza migliaia di giovani. Il cantore miliardario e il prete recuperatore di tossici, più che amici, sembrano due complici che all’interno dello stesso sistema hanno trovato soldi, ruolo, visibilità, alle spalle di un mondo giovanile affamato di punti di riferimento, che una sapiente regia mediatica sa indicare e amplificare. La suggestione musicale ha una forza tremenda nel far passare discorsi che sono contro la vita e la ragione. La musica sfrutta il terreno della emozionalità, alimenta illusioni che per i giovani sono Vangelo, ideologia, senso di appartenenza: la loro reale cultura. La musica, e i suoi messaggi, vengono vissuti collettivamente nei concerti, nelle discoteche, nei “rave party, che sono anche luoghi di consumo e di spaccio di droghe, che si trovano con estrema facilità, come l’alcol, dando l’impressione che un fenomeno così diffuso e così poco contrastato in fondo è lecito e senza pericoli. Le classi dominanti, dopo la grande paura del 68, con gli apparati mediatici di loro proprietà, hanno pompato a tutta forza sulla cultura musicale che prometteva “sesso, droga e rock and roll” al posto della vecchia e noiosa politica, facendo passare il fenomeno come innovativo, trasgressivo, moderno, e la creazione di personaggi mito tipo Vasco Rossi è l’epilogo di quella scelta strategica che ha ottenuto i risultati auspicati. Oggi il “disimpegno politico” è una medaglia da appuntare al petto, superstizioni religiose e innocuo volontariato vengono appoggiati, sballo e droghe tollerati, Vasco Rossi ha dato una mano a questo processo ed è stato ricompensato dal capitale facendolo miliardario, ma servirà i suoi padroni ancora una volta intessendo una ode a spiritualità e sogni. La regia che fa emergere queste musiche e questi personaggi è sempre la stessa: la proprietà privata di tutti i mezzi mediatici. Se ha vinto la destra il cui capo è il padrone di tutti i mezzi di informazione qualcosa vorrà pure dire. Volete un riscontro? Vasco Rossi e il suo nuovo album hanno avuto una pagina intera sul Corriere della Sera e vari passaggi televisivi. Beppe Grillo che chiama i giovani alla partecipazione in politica è invisibile! Paolo De Gregorio

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