464 utenti


Libri.itESSERE MADREMIRATILÙ BLU VUOLE BENE AL SUO PAPÀLINETTE – COMPAGNO DI GIARDINOLILLI E MOSTROPUPAZZOLO 2
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

25 Marzo 2008 09:31

Maurizio Chierici: Il voto nel confessionale - Cosa pensano dei cattolici in politica le parrocchie italiane - 1 Parte

1188 visualizzazioni - 2 commenti

di Maurizio Chierici

Santomato ( Pistoia )- Quando l’essere cattolici diventa una bandiera politica si riapre un problema lungo un secolo. Ritorna ad ogni crisi. Dopo due guerre, dopo il fascismo, dopo la fine della Democrazia Cristiana e l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi. Ci si aggrappa alla croce per indossare la moderazione del Centro, spazio nel quale i protagonisti della tradizione sembrano elettoralmente impegnati a difendere < famiglia e vita >; padri, madri, figli, embrioni. E i vescovi del cardinale Ruini e i vescovi spagnoli danno una mano. Con la furbizia di chi scopre la suggestione di una strategia che tranquillizza signori dalla fede distratta, ma impauriti da volatilità dei mercati, globalizzazione ed emigrazione straniera, accorrono laici all’improvviso travestiti da atei devoti. Cercano un posto a tavola e non perdono l’occasione. < Parlatene col vostro parroco >, è l’invito del Cavaliere. E ai parroci si era rivolto ( elezioni 2006 ) anche il Sandro Bondi ex comunista caduto dal cavallo di San Paolo sulla strada di Arcore, folgorazione che rovescia la strada di Damasco. Ogni prete ha ricevuto la sua lettera implorante solidarietà: difendete assieme a Forza Italia, l’Italia cristiana minacciata dall’aggressione comunista che non sopporta la < dottrina sociale della Chiesa >. Uno spot così. Accogliendo il desiderio Fininvest, comincia il nostro viaggio nelle parrocchie. Voglia di capire come sacerdoti e fedeli guardano i politici < cattolici > ed ascoltano la voce di Roma. < Che la Chiesa abbia una dimensione politica non è scandaloso. Avendo a cuore la polis e la verità dell’uomo, entra necessariamente nei problemi politici dell’esistenza. Ma che la parrocchia diventi un luogo, come nel 1948, dove si fa impegno per un partito in una realtà nella quale i cattolici spaziano dall’estrema destra all’estrema sinistra, è assolutamente inaccettabile. Oltretutto si potrebbe leggere una sudditanza dei laici al clero, mentre come dice l’enciclica Gaudium et Spes, proprio nell’ambito delle scelte di impegno sociale, civile, politico ed economico, il credente ha una sua autonomia e non dipende dai dettami del vescovo di turno >. Don Paolo Tofani governa due parrocchie nella campagna di Pistoia: Santomato, 1350 abitanti: operai e impiegati, disoccupazione minima. Poco artigianato, nessuna industria. Fedeli anziani non tanti, ma tante famiglie con figli giovani. Più larga la parrocchia di San Pietro Agliana, 6300 persone. Artigiani e attività commerciali, qualche industria al momento in crisi nella scia degli affanni del tessile di Prato. Discreta presenza della media borghesia, comincia la disoccupazione, disagio giovanile con un po’ di delinquenza e modesto consumo di droga. Attorno al tavolo di don Paolo, Silvano Baroni, impiegato; Adele Iozzetti che insegna inglese alle medie e Alessandra Pastore docente di filosofia e storia in un liceo. Animano i comitati parrocchiali di Santomato. - Chi guarda da fuori ha l’impressione che l’autorità gerarchica della Chiesa si sovrapponga alle scelte del popolo della Chiesa. Roma pensa per tutti: problema reale o impressione sbagliata ? Silvano Baroni: < Cominciamo col dire che se c’è un direttivo che pensa e un esecutivo obbligato a fare ciò che hanno pensato altri, non sono d’accordo. La dialettica dovrebbe essere continua anche se faticosa. Esiste un concetto di Chiesa ispirato allo spirito che ha accompagnato la Chiesa quando è nato il cristianesimo….>. -Realtà o utopia ? Votiamo adesso e adesso si affacciano politici che annunciano: io rappresento e difendo i principi cattolici… < Lo so che votiamo, ma esistono figure che possono servire da passaggio. Persone che vivano la morale cristiana. Più che predicare devono dare l’esempio. Le parole in Tv non bastano >. - Se esiste una gerarchia non portata al dialogo e propensa agli annunci Tv, come viene vissuta questa gerachia nelle parrocchie, in questa parrocchia ? Adele Iozzelli: < Con l’impressione che possa impedire la crescita della verità. A scuola per me è importante che i ragazzi non pensini ciò che penso io. Mio compito è insegnare per far riflettere: possono arrivare a conclusioni diverse. Lo sviluppo dell’individuo deve essere libero. Il Vangelo non impone la morale. La spiega, insegna a coltivarla ma lascia ogni persona libera di scegliere. A volte la Chiesa lo dimentica. Parlo della gerarchia non del popolo della Chiesa. Bisogna fare in modo che le persone abbiano gli strumenti per capire. Non imporre aspettando che tutti accettino. E’ forse l’errore più grave >. Alessandra Pastore: < Penso che la Chiesa stia attraversando un passaggio epocale. Viene dal lontano in cui è immersa. Ho l’impressione non possa più reggere nel postmoderno l’idea di cristianità nata in Europa a partire dall’editto di Costantino, 313 dopo Cristo. Questo tipo di cristianità vive una crisi molto profonda. Parliamo di crisi delle grandi nazioni, crisi delle ideologie: il cristianesimo è stato l’orizzonte per secoli. Qualche giorno fa un monaco benedettino - Celso Carpendo, vive a Goyas, Brasile - ripercorrendo la Genesi si chiedeva: il serpente, Satana o il dragone rosso dell’Apocalisse, come li possiamo tradurre nei nostri giorni ? Il male che i cristiani devono oggi affrontare è il mercato neo liberista. Si basa sul privilegio di pochi facendo crescere la nostra ricchezza sulla schiavitù di gran parte del mondo. L’Occidente cristiano ha grandi meriti. E’ l’Occidente della dichiarazione dei diritti dell’uomo, ma diritti di chi ? Non potremmo vivere come viviamo senza la schiavitù degli altri >. -Contro il mercato dominato dal liberismo, la Chiesa ha rivolto appelli appassionati. Contro guerre ed ingiustizie Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno alzato la voce, ma nessuno li ascolta. E’ forse la pena più dolorosa del Vaticano… Silvano Baroni: < Non è solo demerito o distrazione di chi ascolta. Rivela l’incapacità del comunicare da parte della gerarchia romana. L’altra sera ho ascoltato il teologo Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose. Le sue parole nascevano non dal sentito dire, o praticato nei convegni o letto nei libri. Raccontava esperienze vissute dentro e attorno alla gente. Non mi pare che i politici che si dichiarano cattolici abbiano lo stesso vissuto >. - I cattolici che in politica predicano moralità e rigore, riflettono il loro vissuto di credenti o il vissuto politico con furbizie elettorali ? - Adele Bozzelli: < La Chiesa non può essere mescolata ai compromessi e alle scelte difficili che un politico a volte è costretto ad affrontare. L’uomo della Chiesa deve restare fuori dai giochi della politica per non restarne avvilito. Il cattolico ideale é colui che ha modo di confrontarsi fino in fondo su scelte e valori. Elogiare l’unità della famiglia non vuol dire difendere a tutti i costi solo l’immagine della famiglia tradizionale, ma constatare all’interno delle famiglie reali se vi sia la possibilità di sfamare i figli, di rispettarli, insomma, scendere nelle difficoltà se non per vissuto diretto, nel contatto costante con questo vissuto. Pochi politici lo fanno. Degli altri non mi fido >. - In quale modo le comunità dei fedeli può esprimere protagonisti politici che aiutino la libertà di essere cattolici e la libertà di essere laici ? Due libertà che dovrebbero coesistere… - Alessandra Pastore: < Nessun partito può proporsi portavoce dei cattolici perché i cattolici sono una realtà eterogenea ed è giusto rispettare l’ eterogeneità. Quella che viene definita morale cattolica, è una morale ufficiale. Bisogna scavare nel vissuto della gente per capire quali sono le necessità e gli orientamenti. Bisogna crescere dal basso. Chi autorizza un partito a parlare a nome dei cattolici ? La religione imperiale non m’interessa perché non mi interessa puntellare il tornaconto di alcuni che non hanno nulla a che fare col popolo di Dio.I valori vanno benissimo, ma non è il modo di porsi affermando: questa è l’unica verità. Bisogna viverla questa verità manifestando la gioia di viverla cercando di creare delle comunità di resistenza quando il sistema é profondamente ingiusto e in questo sistema ingiusto possono stare dentro anche certi partiti. Andrò a votare un po’ disillusa: al di là delle differenze che esistono, la tendenza dei partiti è amministrare l’esistente mentre il cristiano deve andare oltre lo stato delle cose >. Don Paolo: < Direi resistenza ad un certo modo di guardare anche il cammino della Chiesa omologato da quelli che sono i dettami della Conferenza Episcopale. Cristianità vuol dire Chiesa ma non solo la Chiesa che si regge a Roma o che pensa il cardinale Ruini. Nella chiesa locale, qui a Pistoia, c’è prima di tutto una presenza di cattolici non riuniti in partito o in uno standard di principi morali: punti di vista che poossono collaborare assieme. Il Vangelo ci fa capire che la cosa importante è stare dalla parte degli ultimi. ( ndr: per < ultimi > don Paolo Tofani non considera solo chi muore di fame, ma il vuoto che ossessiona tante persone ). Misericordia, compassione, senso di dignità della persona, contano molto più dei principi etici di cui parla il Vaticano. Non è che tutto sia possibile e tutto si possa fare, ma esistono problemi, anche a livello biologico, dei quali si dibatte all’interno della Chiesa. Non è che nella Chiesa non vi siano riflessioni pluralistiche e diversificate. Per esempio: Concilium, rivista di teologi, dimostra che su certi tempi esistono punti di vista e posizioni diversificate. Allora ci si chiede: come mai nella Chiesa c’è tanta rigidità ? Credo perché la Chiesa abbia dato importanza ai poteri e ai movimenti: neocatecumeni, carismatici, Opus Dei, i quali al loro interno non fanno discussioni particolari. Punto e basta. Ma nelle comunità cristiane come le nostre non solo si cerca il confronto, non solo dogmi da osservare, ma creazione di valori e una vita di testimonianza. Purtroppo la Chiesa dà più ascolto ai teocon e agli atei devoti. Sto leggendo la lettera del cardinale Tettamanti, arcivescovo di Milano, lettera distribuita agli sposati e alle coppie di fatto. Trasuda un forte senso di misericordia, attenzione, riguardo anche se fermo nei principi. Però é un vescovo che si mette in ascolto. Quando siamo in ascolto nei centri d’ascolto ( ne abbiamo uno alla Caritas ), riusciamo a capire i drammi che attraversano le famiglie. Come rispondere a questa gente: solo con l’ evitare pillole, preservativi e tutte queste cose ? Sentiamo che hanno bisogno di altre risposte. I problemi di fondo non sono quelli che leggiamo molte volte nei documenti. E’ un mondo che passa lassù, ma il mondo quaggiù ha altri bisogni, vuole altre risposte, altre risorse. Inutile che la Chiesa faccia una battaglia anche in politica solo su aborto, eutanasia, embrioni. Non capisce che l’uomo della vita ha bisogno di altre parole >. - Se un parrocchiano viene a dire che appoggerà un partito dove sono in lista candidati condannati o in odore di crimini ( dalla mafia alla truffa ), il sacerdote deve avvisarlo del pericolo di diventare connivente solo aderendo col voto ? < Il problema di fondo per un cattolico che segue il Vangelo, è la legalità. Non si possono accettare compromessi. Gli stessi vescovi, anni fa, hanno scritto un documento ( naturalmente ignorato da tutti ) dedicato alla legalità. Ecco perché il votare per un politico che anche in maniera non eclatante si presume colluso con mafie o crimini, se richiesto, obbliga il prete a mettere in guardia, avvisando che il rischio è connettersi col crimine. Essere cattolico non è un’etichetta appiccicata in tutte le stagioni. Vuol dire testimoniare il Vangelo, difendere i deboli e chi non ha potere. Oltretutto i poteri forti sono quelli della finanza, logge massoniche, quadri militari: non danno garanzia di tutela ai cittadini > Cortesia dell'Unità

COMMENTI

27 Marzo 2008 12:24

MaurIzio Clerici conclude: "Essere cattolico non è un’etichetta appiccicata in tutte le stagioni. Vuol dire testimoniare il Vangelo, difendere i deboli e chi non ha potere ..." Allora essere cattolici, mi sembra lapalissiano, vuol dire semplicemente essere comunisti! Tutto li! perchè scervellarci a cercare peli nell'uovo per giustificare le malefatte dei ricchi, che, come dice in Vangelo, essendo ricchi sono "dipersè" gia malfattori! Non raccontiamoci balle: I ricchi, i casini, i berlusca, i mastelli, i uitelli e gli altri compagni di merende, magari amici di vescovi e cardinali, non sono altro che "furbacchioni" che si nascondono dietro la croce! Non giriamoci attorno troppo, i poveri non hanno tempo di aspettare arzigogoli e giustificazioni. Comunisti rigidi ed inflessibili, come Gesù quando scacciò a bastonate i mercanti dal tempio!

pier

25 Marzo 2008 10:16

Essere cattolico non è un’etichetta appiccicata in tutte le stagioni. Vuol dire testimoniare il Vangelo, difendere i deboli e chi non ha potere. Oltretutto i poteri forti sono quelli della finanza, logge massoniche, quadri militari: non danno garanzia di tutela ai cittadini ::::::::::::. Conclude così quest'articolo, prima parte. Intanto tutto proteso a demonizzare una parte, in periodo pre elezioni, come se l'altra non ne sapesse niente di baciare pantofole e affini. Intanto assistiamo a mediatiche conversioni, a guerre sante, con il sorriso tirato sulla bocca dei Signori in tiara o di quelli che si buttano a terra svariate volte al giorno, ancora folle di fedeli assistono a Cristo che scappa e a Madonne che fuggono e si sono fatti la loro Pasqua. Nel nome del Vangelo ci hanno nominati con la cresima soldati di dio, anche se donne, anzi con il nostro ineffabile fare, riusciamo bene a vendere la menzogna. Chiediamo piuttosto ai cattolici se cono scono cos'è lo IOR, poi fatemi sapere il risultato delle interviste-inchiesta, voci di cui personalmente ne ho piene le tasche. Doriana

Doriana

COMMENTA