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11 Marzo 2008 16:20

tappe della fine dell'egemonismo

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di paolo de gregorio

tappe della fine dell’egemonismo a cura di Paolo De Gregorio -11 marzo 2008- - guerra del Vietnam, prima lezione storica per gli USA. Ha dimostrato che contro i popoli non si vince, nemmeno se sei la più grande superpotenza contro un piccolo popolo di contadini poveri - crollo dell’Unione Sovietica: fatale per gli USA non avere più un minaccioso nemico. Caduto il cemento ideologico, oggi la Russia è un partner economico e fornitore energetico dell’Europa e il tentativo americano di far fallire questa integrazione con basi militari e sistemi antimissile è la prova che gli Usa cercano lo scontro perché l’Europa e l’Euro sono i suoi maggiori concorrenti e artefici del declino del dollaro e della sua economia - la fine dell’egemonismo militare è dimostrato dagli interventi in Irak e Afghanistan che non potranno MAI essere vinti e la resistenza di questi popoli è uno dei fattori che sconsiglia altre avventure americane in Iran o Siria o Libano o Taiwan - la potenza egemonica economica che ha visto gli USA primeggiare in tutto il mondo con il controllo degli organismi internazionali, FMI, WTO, Banca Mondiale, e con la forza del dollaro e delle sue multinazionali, è finita per l’ingresso di altre superpotenze economiche come la Cina, l’India, l’Europa, il Giappone (presto l’America Latina)), che hanno strutturalmente sottratto grandi fette di produzione e di mercato, facendo iniziare il ciclo di un mondo multipolare senza più egemonie né militari, né monetarie, né economiche - quando il popolo americano capirà queste elementari verità, niente giustificherà più le 900 basi militari Usa nel mondo. Non saranno più giustificabili le enormi spese per le flotte, le portaerei, i sottomarini atomici, la Nato, perché l’egemonia economica si sosteneva con quella militare, ma a egemonismo finito diventano spese inutili e grottesche - Paul Samuelson, premio Nobel per l’economia, sostiene: “oggi gli Stati Uniti sono in una situazione simile a quella dell’Impero britannico all’inizio della sua dissoluzione” - la crisi del petrolio per i suoi alti prezzi e per il progressivo esaurirsi delle riserve, accelererà di molto la corsa verso la riconversione energetica con le rinnovabili (solare in testa) e l’egemonismo perderà lo scopo principale, che era il controllo politico-militare del Medio Oriente. - Fa riflettere il fatto che non sia stata la potenza militare dell’Unione Sovietica a far fallire l’egemonismo imperiale USA, anzi i due blocchi si legittimavano a vicenda e il sistema risultava in equilibrio immobile. E’ stato l’ingresso sulla scena globale di nuove economie avanzate di grande peso che hanno infranto i monopoli, conquistato mercati, ridimensionato il potere del dollaro, e parallelamente si è sviluppata una forte resistenza alle prepotenze politiche e militari Usa che non si sono potute più giustificare con la formula del “pericolo comunista”, ma sono ormai vissute come pretese coloniali per rubare materie prime da tutti i popoli del mondo, compresa l’America Latina - la recessione americana, la crisi del dollaro, l’aumento inesorabile del prezzo del petrolio, una eventuale presidenza democratica, porteranno gli Usa a smantellare il costosissimo apparato militare d’attacco sparso nel mondo, inutile ferrovecchio per un mondo bipolare scomparso, e poter investire questo denaro all’interno del proprio paese, soprattutto per la riconversione energetica - la crisi del petrolio, l’aumento del suo prezzo, che investirà tutto il mondo multipolare, ridimensionerà la “globalizzazione” perché i trasporti via nave e aereo diventeranno troppo costosi e le economie diventeranno più “regionali” anche se si tratterà di “macroregioni”, e i paesi fortemente esportatori verso tutto il mondo avranno grandi difficoltà economiche - sarebbe saggio che l’Europa tenesse conto di questo probabile scenario e accentuasse l’integrazione economica con i suoi vicini, riducesse l’interscambio con gli Usa, che è sotto il 20%, accelerasse, come fa la Spagna, la fine della dipendenza dal petrolio, visto che pochi giorni fa il 25% di tutta la energia elettrica consumata dagli spagnoli proveniva da centrali eoliche, cosa che dimostra che una moderna economia può basarsi esclusivamente su solare ed eolico - riprogrammare la nostra economia su una scala più piccola che come massimo orizzonte abbia Russia, Medio Oriente, Mediterraneo, Europa, fondata sulla sostenibilità, i consumi interni e la riconversione energetica, non ci farebbe trovare impreparati di fronte alla grave crisi che verrà. Paolo De Gregorio

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