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18 Gennaio 2008 08:29

storia di starordinaria follia

342 visualizzazioni - 0 commenti

di annamaria

Storia di straordinaria follia. Credevo di aver conosciuto tutto della vita, con il mio lavoro di cronista passato nelle redazioni, in mezzo alla gente, credevo di essere indenne da certe paure, di riuscire a contrastare l’insana follia di gente senza scrupoli, mi sentivo forte. Mi chiamo Anna maria Audino, vivo in provincia di Torino, sono una giornalista che lotta ogni giorno a fianco del popolo dei “ disperati” quegli invisibili che le Istituzioni non considerano, che non hanno voce, che vivono in silenzio i loro drammi. Sono stata anche io per anni una persona che nessuno voleva vedere perché scomoda perché fa pensare, … pensare alle angosce che si vivono in troppe famiglie perbene fra le pareti di case di professionisti all’apparenza integerrimi. Una casa da favola, due figli, un marito ingegnere e politico e soldi tanti miei, frutto del mio lavoro. Poi l’angoscia che travolge tutto, lentamente sono stata catturata dalla spirale della violenza psicologica, messa a punto proprio dallo stimato professionista insieme ad altri stimati professionisti, sui soci. Ed io sono caduta in quella trappola in cui non esiste via d’uscita, annientata da una tattica messa a punto in modo assolutamente encomiabile: mi ha prima isolata da tutti, lo ha fatto con maestria, via i parenti, via gli amici, via tutti…..solo io ed i miei figli, un ragazzo di 15 anni ed un bambino piccolo, di tre, quattro, cinque anni. Poi il massacro quotidiano, insulti, scenate, vessazioni davanti al bambino che piangeva ed urlava……… di continuo per tanti anni. Mi ha portato via un miliardo di vecchie lire, minacciando il suicidio, rubandomi assegni, falsificando bonifici, costringendomi con i suoi soci ad andare a firmare fideiussioni. Non avevo lividi sulla pelle, non potevo denunciare, così si è trascinata la mia vita. Due denunce, una fatta dal figlio grande, una dal piccolo che a 10 anni ha trovato il coraggio di scrivere al magistrato……….” Aiutami, mio papà ha portato via tutto alla mamma, e grida, grida sempre………………..ho paura” archiviate perché il fatto non costituiva reato, poi l’intervento del Presidente della Repubblica che ha fatto riaprire il caso. Dagli archivi delle banche è emersa una situazione incredibile, due magistrati per anni hanno indagato e sono venuti a galla assegni, bonifici, prelievi, ma soprattutto la follia di chi ci ha torturati, sì torturati. Ci sentiamo come i deportati nei lager, senza ferite sul corpo ma distrutti, senza desideri. A novembre il rinvio a giudizio dei mostri per violenze finalizzate alle estorsioni continue, per anni, reati gravissimi, tremendi. Abbiamo urlato, urlato forte per farci sentire e ci siamo riusciti, una goccia nel mare delle folle che attendono di veder giustizia. Ci sono riuscita, perché sono una giornalista, ma ho pagato un prezzo alto altissimo, durante un intervento chirurgico di routine i medici hanno scoperto che il mio intestino si era bucato, avevo venti giorni di vita, sarei morta senza accorgermene, ma sono qui, forse ho ancora da combattere, forse ho ancora qualcosa da dire e lo dirò a gran voce, anche se a volte sono stanca, stanca da morire e la malattia mi spaventa, mi spaventa il domani, il futuro dei miei figli che hanno visuto l'inferno. Non si può tacere, bisogna avere il coraggio di dire di uscire allo scoperto io l’ho trovato. Sono stata due volte candidata alla Camera dei Deputati, un successo, ma non sono un politico di professione, non amo le connivenze, sono un libero battitore. Ma non mi fermo. La mia storia in un libro, Repertoriok, storia del massacro di una famiglia borghese, un’agenzia stampa, ( Agenzia Stampa Indipendente, diversi siti, blog, video su internet) per dar voce a chi non l’ha, per una raccolta firme a livello nazionale, per una legge giusta che punisca chi sbaglia e lo faccia realmente, la mia una battaglia contro becere istituzioni, contro cavilli burocratici messi a punto per impedire alla gente di vedere giustizia. Ho chiesto di accedere al fondo antiestorsione, specchietto per allodole, ho ricorso al Presidente della Repubblica, ricorrerò al Tribunale dei diritti dell’uomo che mi ha aperto una pratica. Basta subire, basta accettare passivamente e morire. E’ un invito ad uscire allo scoperto a scendere nelle piazze, io ci sarò se lo volete a presentare il libro a portare la mia esperienza tremenda perché non si ripeta più. www.annamariaudino.it repertoriok.splinder.com myspace.com/ag comunicazione Anna Maria Audino info@annamariaaudino.it.

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